Donne al lavoro

Gorni, Giuseppe

Donne al lavoro

Descrizione

Identificazione: Due donne chinate; accanto ad una, un tronco d'albero

Autore: Gorni, Giuseppe (1894-1975), esecutore

Cronologia: post 1945

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: bronzo

Misure: 76 x 26 x 38

Notizie storico-critiche: Al I° Premio Suzzara (1948) vinse una forma di formaggio.
Le figure sono descritte con essenzialita'. La superficie presenta tracce della azione attraverso scalfiture e graffiature, apparendo, così, irregolare e ruvida. Il soggetto, ispirato alla vita dei campi, è trattato senza retorica. La sostituzione dello schema scultoreo tradizionale dell'immagine chiusa, con quello nuovo del racconto mette la scultura in un rapporto antimonumentale con lo spazio. La tecnica della scultura a incavo, risale al periodo della sua prigionia in Svizzera, negli anni '40.
L'artista è nato a S.Lucia di Quistello (Mantova) nel 1894 e morto a Domodossola nel 1975. Dopo studi regolari in un istituto tecnico di Bologna, si iscrive alla facoltà di Veterinaria. Richiamato alle armi partecipa alla prima guerra mondiale, e rientra a casa nel '19. Durante la guerra viene fatto prigioniero e internato in due campi in Ungheria, ed è in quel periodo che inizia a dedicarsi alla pittura ed alla scultura. Di queste sue prime opere rimangono solo testimonianze fotografiche e un certo numero di taccuini, su cui l'artista annota le immagini che lo colpiscono. In uno dei campi in Ungheria incontra Massimo Campigli, allora critico d'arte e tra i primi ad accorgersi del suo talento. Dopo la guerra Gorni si diploma all'Accademia di Belle Arti di Bologna. A Quistello fonda una scuola tecnica e vi insegna disegno, ma viene allontanato dai fascisti per le sue idee politiche, e potrà tornare nell'istituto solo nel 1945. Nel 1923 soggiorna per poco tempo a Parigi, e ritornato in Italia partecipa alle più significative manifestazioni artistiche
dell'avanguardia mantovana, opponendosi al chiuso tradizionalismo provinciale. Giuseppe Guerra è l'unico a scrivere una recensione critica positiva su Gorni, e viene tacciato pubblicamente di favoritismo. Marinetti giunge a Mantova a dare il proprio appoggio all'artista. Gorni, completamente isolato e incompreso, cerca di impadronirsi della realtà affinando i propri mezzi tecnici. Le sue opere più significative, che secondo alcuni critici anticipano le soluzioni della Pop Art (es.l'inserimento di oggetti di uso comune in opere come: "Il ciclista" o "Ragazzo seduto sulla sedia", non sono capite. Nel 1940 è di nuovo richiamato alle armi.Nel 1943 torna a casa dal fronte russo, ma ricercato dai fascisti è costretto a fuggire in Svizzera, dove viene internato. Durante la prigionia modella le prime sculture a incavo. Tra il 1946 e il 1962 coinvolto in nuovi conflitti politici e a causa dell'incarico di dirigente dell'ufficio tecnico di Cinisello Balsamo (Milano), si dedica molto poco all'arte. Dal '62, abbandonato quel lavoro, riprende a disegnare e a modellare. Le sue esposizioni principali sono: nel '65 personale alla Galleria Gian Ferrari di Milano; nel '67 rassegna antologica al Premio Suzzara; nel '72 mostra antologica alla Casa del Mantegna a Mantova; nel '75 un'altra antologica al Palazzo Reale di Milano.

Collocazione

Suzzara (MN), Galleria Civica d'Arte Contemporanea

Credits

Compilazione: Montanari, E. (2001)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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