Angeli con frutta

Piazza, Callisto; Piazza, Cesare; Piazza, Scipione

Angeli con frutta

Descrizione

Autore: Piazza, Callisto (1500-1561), esecutore; Piazza, Cesare (1499-1562), esecutore; Piazza, Scipione (1500 ca.-1552), esecutore

Cronologia: ca. 1497 - ca. 1551

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: malta/ pittura; stucco/ doratura

Descrizione: La chiesa a pianta ottagonale presenta sette cappelle laterali leggermente strombate. Su tutta la superficie muraria del primo ordine si dispiega, in senso antiorario, la decorazione ad affresco con putti, strumenti musicali e animali, che si deve alla famiglia Piazza, con un cambiamento stilistico evidente fra il lato destro, il primo ad essere decorato, e quello sinistro in cui emerge un linguaggio prettamente manierista. In corrispondenza dell'altare maggiore rimangono due paraste piegate a libro che conservano la primitiva decorazione a candelabra in stucco dorato a fondo blu. Al di sotto della cornice marcapiano si aprono degli oculi con erme in terracotta. Il secondo ordine corrisponde al matroneo, percorribile, che richiama nella sua ornamentazione settecentesca quella sottostante. E' conclusa da una cupola affrescata e chiusa esternamente da un tiburio ottagonale coronato da balaustra terminale e affiancata da campanile con ghirlanda. Internamente, infine, si trovano due sacrestie: una coeva alla costruzione della chiesa e l'altra settecentesca arricchita da armadi in noce dello stesso periodo. L'ingresso è schermato da una cancellata con dipinti murali che narrano l'evento miracoloso e la posa della prima pietra.

Notizie storico-critiche: La decorazione del primo ordine rispecchia le fasi evolutive della costruzione architettonica, partendo dall'ottavo dell'altare maggiore. Un contratto del 1497 attesta che ad Ambrogio Fossano detto il Bergognone viene affidata la decorazione di questa zona comprendendo paraste, fregio e archivolto. Essa era da realizzarsi a candelabre dorate a rilievo su fondo azzurro, secondo lo schema che rimane ancora visibile mentre quella riferibile all'archivolto è attestata solamente dal dipinto dello stesso autore raffigurante la "Presentazione al tempio". Con la presenza della famiglia Piazza la decorazione viene profondamente modificata: tutto il progetto si deve a Callisto, ma stilisticamente sono evidenti anche la mani dei fratelli Scipione e Cesare. All'inizio del 1529 si registra l'incarico di ornare l'ottavo dell'organo concluso nel maggio 1530, presentando nelle due paraste, lungo un asse centrale, coppie di putti, teste, scudi disposti simmetricamente e speculari intervallati da targhe, vasi, strumenti vari, animali, teste e cartigli secondo una struttura chiaramente ispirata a quelle delle candelabre dell'altare. La trabeazione soprastante vede invece numerosi putti che giocano con capre. Questi motivi, seppur rielaborati, ricordano le grottesche che si erano ampiamente diffuse grazie agli allievi di Raffaello pur perdendo gli aspetti più fantasiosi a favore dell'introduzione di alcune costanti: i putti e elementi naturalisticamente riconoscibili. La confraternita dell'Incoronata e i Piazza dimostrano, quindi, di essere estremamente aggiornati sulle novità artistiche, imprimendo al tempio lodigiano, primo fra tutti nel Ducato milanese, una svolta decisiva verso la "maniera moderna". Ad esempio, nella parasta di sinistra vi sono motivi che ricordano le tarsie lignee, un'arpa e un liuto di scorcio (nel muro è visibile la traccia del disegno inciso sull'intonaco) oppure volgendo lo sguardo in alto si scorge un brano di sorprendente freschezza naturalistica come i gruppi di pesci appesi, tratti da un modello classico. Una volta terminati i lavori vengono stanziati i fondi per l'intera impresa innalzando i ponteggi in un giorno solo e continuando in senso antiorario. Entro il 1532 è terminata tutta la parte destra cioè le cappella di S. Anna e di S. Giovanni Battista, con qualche lieve modifica nelle rispettive trabeazioni: oltre ai consueti putti, in quest'ultima compare al centro un tondo di foglie di alloro con una figura sorretto da centauri marini mentre in quella precedente un finto rilievo. L'otto febbraio 1534 i deputati dell'Incoronata prendevano di nuovo contatto con i Piazza per avviare la seconda parte della decorazione con la cappella del Crocifisso (la prima a sinistra dell'altare), da completare entro il 1538. Nelle paraste la decorazione subisce un'evidente modifica poichè le figure rivelano un linguaggio robusto e dalla intensa carica espressiva. Alcune teste inserite tra targhe o la frutta si distinguono per una singolare e a volta caricaturale espressività mentre alla base emerge con illusionistica prepotenza una figura virile a mezzo busto chiusa fra due macine scorciate la cui resa caratterizzata insieme alla presenza di oggetti simbolici lascia supporre che si tratti di un ritratto; o ancora i due profeti appoggiati su grossi volumi scorciati nella lunetta della cappella della Passione che reca la data 1537 a indicare la conclusione dei lavori. Il 30 dicembre 1538 viene commissionata ai Piazza la cantoria e la relativa cappella, conclusa nel 1544.
La zona absidale è affrescata nel catino nel 1699 da Andrea Lanzani con l'Incoronazione della Vergine mentre nella parte sottostante Stefano Maria Legnani detto il Legnanino vi dipinge l'Incoronazione di Ester da parte di Assuero, a cui assistono curiosi alcuni santi posti sui balconcini illusionisticamente affrescati sopra le due porte laterali; il superbo coro in legno di noce intagliato viene eseguito tra il 1692 e il 1699 da Carlo Antonio Lanzani, fratello del pittore. Il secondo ordine, corrispondente al matroneo, è affrescato nel 1877 da Ferdinando Brambilla con motivi ripresi dalle paraste sottostanti. La cupola è decorata nel 1840 dal pittore bergamasco Enrico Scuri con la Gloria di sette Santi lodigiani e l'Incoronazione della Vergine.

Collocazione

Lodi (LO), Convento di S. Filippo (ex) - complesso

Credits

Compilazione: Faraoni, Monja (2013)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).