Decorazione plastica - facciata

Maciachini Augusto; Mansueti Lepoldo

Decorazione plastica - facciata

Descrizione

Autore: Maciachini Augusto, esecutore; Mansueti Lepoldo, progettista

Cronologia: post 1890 - ante 1892

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: intonaco dipinto; stucco; stucco a stampo

Descrizione: La facciata di gusto classico presenta dettagli raffinati e rigorosi. E' caratterizzata nella porzione centrale, da un doppio ordine di semicolonne trabeate, doriche al piano terra e ioniche nel superiore, che inquadrano sette assi di finestre. Le aperture dell'ordine inferiore sono centinate, si aprono su una muratura a bugnato liscio, le finestre dell'ordine superiore presentano ricchi timpani alternatamente semicircolari e triangolari, articolate su un paramento di corsi regolari di mattoni a vista. La trabeazione sorretta da colonne doriche è articolata in metope, sapientemente rifinite con bassorilievi raffiguranti elementi e simboli legati alle scienze biologiche. Al centro si staglia il portale centinato che immette nell'androne. Le due ali laterali della facciata, prive di ordine architettonico, presentano al piano terra un bugnato più sagomato, la parete del secondo piano è completamente intonacata e le finestre risultano incorniciate solo da timpani circolari.

Notizie storico-critiche: Oltre ai consistenti lavori di restauro e di consolidamento dell'interno, significativa fu la realizzazione della facciata su piazza Botta che sino al 1887 era "rozza al punto che, a tutta prima, si scambierebbe il sontuoso edificio per una vecchia fortezza militare" come asserisce Luigi Ponzio.
Nel dicembre 1888 l'architetto milanese Augusto Maciachini (fratello del più celebre Carlo), che nel 1887 aveva assunto l'appalto dei lavori di trasformazione del palazzo nobiliare, chiese alla Commissione Edilizia, non sono conservati però i disegni, la licenza per iniziare "le fondazioni degli 8 piloni di base delle colonne della facciata, piloni che, sporgendo di 60 cm. dal corpo leggermente avanzato che si è progettato, comportano l'occupazione stabile di una striscia del suolo pubblico da acquisire" (S.Zatti). Nel marzo 1889 si giunse ad un accordo di permuta, in base al quale il Comune cedeva 9 mq. di suolo, necessari per la realizzazione della facciata, ottenendo in cambio che il muro perimetrale del palazzo, verso via S.Lanfranco, fosse arretrato.
Un privato di Milano, Francesco Gnecchi, con una lettera datata 5 maggio 1890 ed indirizzata al Ministro della Pubblica Istruzione, chiedendo di poter acquistrae serramenti ed affreschi delle volte che stavano per essere demolite del palazzo nobiliare pavese, descriveva brevemente l'edificio dicendo che si trattava di una costruzione non ultimata, con una facciata in mattoni appena abbozzata, ma che "entrando nell'ampio portone si apriva davanti allo spettatore una vera scena teatrale, un quadro del Veronese".
La facciata, erroneamente ritenuta neoclassica, fu ultimata entro il 1892.

Collocazione

Provincia di Pavia

Credits

Compilazione: Manara, Roberta (2008)

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