I magnifici anni del boom economico. Tra miracolo e contestazione

La piccola Fiat 600 avanza lungo i primi chilometri della nuova autostrada del Sole. La televisione fa il suo ingresso nelle case dei privati cittadini, accanto a frigoriferi e lavatrici. Per le vie delle maggiori città del nord Italia, i lavoratori sfoggiano colletti bianchi, nascondendo nel cassetto le tute blu, mentre giovani speranzosi ed intere famiglie esasperate dalla povertà risalgono le lunghe trafile migratorie che portano dal povero sud Italia al ricco settentrione. Questo il panorama della nuova Italia, Repubblica democratica dal 1948 e proiettata verso il cosiddetto miracolo economico, che investe la penisola lentamente nel 1951 e, con un balzo, dal 1955 sino al 1970. La crisi del dopo guerra non è affatto conclusa: il governo, con la sua svolta centrista nelle elezioni del 1953, deve affrontare ancora molti problemi di natura economica, sociale e politica. Sono anni in cui la contestazione, come un fiume in piena, abbandona la _turris eburnea_ delle università e si riversa in piazza, tra i cortei degli operai di fabbrica e gli scontri violenti di studenti _arrabbiati_. Sono anni difficili che la storia ha ribattezzato _anni di piombo_ e che hanno lasciato a Milano il proprio indelebile segno nella strage di piazza Fontana del 1969.
Fotografia di Silvestre Loconsolo: Milano - Occupazione della Università Cattolica, maggio 1968; Archivio del LavoroFotografia di Silvestre Loconsolo, Milano - Occupazione della Università Cattolica, marzo 1968; Archivio del LavoroFotografia di Arno Hammacher: Milano - Cantiere della Metropolitana Milanese in Viale Monza, 1960; Archivi dell'Immagine - Regione LombardiaFotografia di Ufficio Fotografico Ercole Marelli: Milano - Metropolitana milanese, una vettura, 1963 ca.; Istituto per la storia dell'età contemporaneaFotografia di Ufficio Fotografico Ercole Marelli: Milano - Metropolitana milanese, una vettura, 1963 ca.; Istituto per la storia dell'età contemporanea
Il capoluogo lombardo, in questo processo controverso, diventa simbolo e capitale del benessere, punto di interesse per le piazze estere e città dove tentare la fortuna, trovare un lavoro ed un alloggio onesto, seppur discreto, dove la famiglia _miracolata_ sancisce l’inizio della società di consumi e la morte di quella di patrimonio. Un boom economico a cui segue un forte sviluppo edilizio che trova le proprie origini nella stessa ansia di ricostruzione innescatasi alla fine del secondo conflitto mondiale. A guidarla sono piccoli e grandi gruppi immobiliari che, speculando su ampie porzioni di terreno agricolo alla periferia della città, lo trasformano in terreno edificabile su cui dare il via ad una costruzione massiva di immobili d’abitazione. E se i trasporti _in superficie_ sono ormai definiti, Milano ha ancora un sogno da realizzare: le sue origini risalgono al lontano 1905, quando due ingegneri, Leopoldo Candiani e Carlo Castiglioni, presentano il progetto per una linea di trasporto sotterranea che congiunga velocemente Porta Magenta a Porta Vittoria, passando da Piazza Duomo. Due guerre mondiali e il continuo veto del Ministero dei trasporti di Roma bloccano qualsiasi iniziativa e, di fatto, si deve attendere il 1955 quando il Comune e, successivamente, il Ministero approvano gli studi progettuali per la metropolitana milanese. I lavori di costruzione hanno inizio il 12 giugno 1957 e, come Londra, Parigi e New York, anche Milano inaugura la prima linea sotterranea, il 1° novembre 1964. Due convogli addobbati per l’occasione percorrono per la prima volta i 12 km di rotaie che collegano la stazione di piazzale Lotto a quella di Sesto Marelli. Nel pieno del boom economico, la linea MM1 costituiva la realizzazione del primo _sogno sotterraneo_ di Milano.