Blevio

h3. Villa Maria bq. Una bella donna non par quasi che tocchi il terreno: piega la testa de fiori e ne sparge il profumo senza calpestarne pur uno […] queste parole si poteva ripeterle per Maria Letizia Wyse quando sposò per volere della madre il vecchio belga Solms. […] Non erano passati quindici giorni dalla morte del vecchio, che la bellissima Maria Letizia, sposò, in seconde nozze, nella capitale del Piemonte, Urbano Rattazzi, gran capo della sinistra ed innamoratissimo della dea […] e gli sposi Rattazzi andarono a nascondere la loro felicità in un villino solingo sul Lario fra Como e Blevio È una autentica eroina romantica quella così tratteggiata dallo scrittore biografo Raffaello Barbiera nel 1902; difficile dire quanto questa descrizione riflettesse la verità e quanto invece la straordinaria fama della donna condizionasse il resoconto. Maria Letizia Studolmina Wyse Bonaparte (1831-1902), nipote del fratello di Napoleone I, era una donna affascinante, colta ed intelligente che amava la scrittura e la lettura, ma anche lo sfarzo e i salotti, dove spiccava, raccontano le cronache dell’epoca per uno spirito e un’arguzia brillanti tanto quanto le straordinarie parure di gioielli che amava indossare. Donna amatissima e criticatissima per i tre matrimoni, era giunta sul lago di Como all’epoca dell’unione con il secondo marito, Urbano Rattazzi, presidente del consiglio dei ministri durante i primi anni dell’unità d’Italia. Insieme, nella stagione estiva, frequentarono per dieci anni Blevio, dove risiedevano in una "villa":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1q030-00035/ edificata nei primi decenni dell’Ottocento in stile nordico, con gli spioventi del tetto fortemente inclinati. In questa dimora sulle rive del Lario, chiamata villa Maria in onore della proprietaria, la coppia visse istanti di privata tranquillità protetta anche dall’assenza di una strada carrozzabile che rendeva la zona raggiungibile solo via acqua. h3. Villa Troubetzkoy Il principe russo Troubetzkoy, per fuggire ad una condanna ai lavori forzati per tentata insurrezione contro lo zar Nicola I, costruì a Blevio, nel 1850, una curiosa "villa-chalet":/architetture/schede/1q030-00036/. Per l’assonanza del nome e la grande quantità di dinamite utilizzata per creare tra le rocce scoscese della riva lo spazio necessario per poter edificare la dimora, il nobile fu soprannominato dalla popolazione locale il “turbascogli”. h3. Villa Schuwaloff Cristina di Belgiojoso, abbandonata dal marito per Marie Anne duchessa di Plaisance, rifiutò di tornare a vivere alla villa "Pliniana":/architetture/schede/CO180-00182/, teatro del tradimento del coniuge. Scelse quindi come nuova dimora sul Lario villa _Schuwaloff_ a Blevio, fatta edificare dal nobile russo Gregorio Petrovich Schuwaloff per una giovane di cui era follemente innamorato. Qui Cristina, dopo essersi riappacificata con la rivale Marie Anne, amava accogliere nel proprio salotto il “bel mondo” lombardo e non solo.