Il giardino di villa Visconti Borromeo Litta a Lainate

h3. La visita oggi

_Aree_: A - prato (ex giardino alla francese); B - giardino all'italiana; C - giardino dei semplici; D - parco paesaggistico; E - prato e berceau di carpini (ex giardino alla francese); F - teatro di verzura. _Emergenze monumentali/arboree_: 1 - ninfeo; 2 - fontana di Galatea; 3 - esedra con statua del ratto di Proserpina; 4 - fontana di Nettuno; 5 - serre; 6 - magnolia; 7 - ginkgo biloba; 8 - faggio; 9 - cedro; 10 - liquidambar. La storia plurisecolare del giardino si riflette in una grande varietà di disegno: all'italiana, alla francese, all'inglese, oggi solo in parte conservata. Il giardino è definito da un asse di simmetria principale, orientato in direzione sud-nord, che ha origine dall'ingresso della villa e si conclude in una grande esedra posta a nord. La non unitarietà di ideazione del complesso è denunciata dal fatto che tale asse non è in linea con l'edificio principale di "Villa Litta":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-03427/, che risulta invece inclinato di circa 78° rispetto ad essa. La posizione inclinata dell'esedra, probabilmente il primo elemento ad essere realizzato, fu obbligata dalla preesistenza di rustici, soprattutto sul lato orientale del nuovo palazzo e dalla forma generale dell'isolato. h3. Il ninfeo Quasi al centro del viale sud-nord, dopo un'area a prato ( A ), anch'esso leggermente inclinato rispetto all'edificio cinquecentesco, sorge il ninfeo ( 1 ): la "fontana" più celebre d'ambito milanese. Si tratta di un complesso architettonico, realizzato su disegno di Martino Bassi (1542-1591) tra il 1585 e il 1589, che riunisce in modo inconsueto l'iconografia della grotta percorsa dall'acqua ed una precoce destinazione museale. Il complesso occupa circa 800 mq ed è costituito da una successione di sette spazi con grotte artificiali e di dodici stanze disposte simmetricamente. I vani sono strutturati secondo un blocco lineare, lungo 50 metri circa e largo 10 metri circa; la pianta, con sviluppo su un unico piano, comprende due esedre, un pronao e un cortile aperto. La struttura a pareti portanti presenta volte all'interno e una copertura in parte a falde, in parte piana. Gli ospiti arrivano dalla corte rustica della villa attraverso il giardino ( A ), fino al pronao della facciata meridionale dell'edificio. Da questa posizione si possono godere varie invenzioni di giochi d'acqua. Si giunge poi in una sala centrale, di forma ottogonale, ricoperta di mosaici in ciottoli e rocce, dalla quale parte il percorso delle stanze, rivestite di mosaico a ciottoli bianchi e neri. Queste ultime furono progettate in funzione espositiva, per ospitare la collezione di Pirro Visconti Borromeo comprendente dipinti di artisti celebri, quali Correggio, Bronzino e Luini, reperti archeologici e curiosità naturali. Fontane, scherzi e giochi d'acqua venivano alimentati in modo meccanico da un pozzo, secondo un ingegnoso progetto stilato nel 1586 dall'ingegnere militare Agustinus de Ramellis de Mesenzana (Agostino Ramelli). La ricca decorazione di sculture in stucco, marmo e metalli è attribuita a Francesco Brambilla il Giovane (1530-1599) cui si deve anche la balaustra delle romane a sud del ninfeo, con draghi e arpie, l'apparato decorativo di tufi e conchiglie dell'emiciclo e delle grotte, il disegno del grottino o stanza dell'uovo, le statue delle nicchie ai lati dell'entrata dell'atrio ottagonale. La decorazione pittorica e quella a mosaico di ciottoli è opera di Camillo Procaccini (1551-1629). Tra il 1780 e il 1795 il ninfeo fu restaurato stilisticamente da Giuseppe Levati (1738-1828), con una tecnica così raffinata da rendere quasi indistinguibili le parti antiche da quelle rifatte. L'architetto sostituì con un rivestimento in arenaria la facciata originariamente realizzata in cotto a vista, a imitazione degli edifici termali d'età romana. h3. Il giardino all’italiana Sul lato nord del ninfeo si estende il giardino all'italiana ( B ), diviso in comparti di aiuole simmetriche, al cui centro sorge la preziosa fontana di Galatea ( 2 ), ricca di sculture realizzate nel 1785 da Carabelli. Nell'esedra terminale una nicchia rivestita da incrostazioni calcaree, ospita il ratto di Proserpina ( 3 ), gruppo scultoreo in terracotta attribuito un tempo alla scuola di Gianbologna e recentemente a Ruggero Bascapè (1587-89). Nella seconda metà del Settecento il giardino venne completato e sistemato in senso monumentale, grazie alla collocazione di fontane, quale quella del Tritone ( 4 ) scolpita da Carabelli. L'opera, posta al centro del settore occidentale del parco ( E ), costituiva il centro di quattro parterre alla francese, oggi persi, delimitati da viali ortogonali e da un labirinto di siepi di bosso e carpini. Nel XVIII secolo fu realizzato anche il teatro di verzura ( F ), in passato destinato a spettacoli e feste, oggi utilizzato come cinema all'aperto. Il teatro è costituito da una distesa a prato, rivolta verso il fronte posteriore del palazzo, in origine delimitata da quinte arboree, di tassi e carpini, oggi perdute. Completano il giardino due limonaie e due serre ( 5 ) ottocentesche in ferro e vetro, attualmente in corso di restauro. h3. Il giardino all’inglese A nord-ovest del giardino formale si scorge ancora l'impianto, molto semplificato, del giardino all'inglese ( D ), completato nei primi anni dell'Ottocento su progetto dell'architetto Luigi Canonica (1764-1844) in collaborazione con il botanico Linneo Tagliabue. Si tratta di un parco paesaggistico caratterizzato da scomparti ad andamento irregolare e prevalenza di piante ad alto fusto e cespugli. h3. La sistemazione attuale L'attuale sistemazione è opera di Giuseppe Tramajoni che negli anni Trenta del Novecento rinnovò il giardino, dopo decenni di incuria. Dopo un lungo periodo di abbandono, i primi restauri e la riattivazione dei giochi d'acqua furono condotti grazie ad Alberto Toselli che rilevò la proprietà nel 1932: i lavori sono proseguiti in seguito all'acquisto del complesso da parte del Comune avvenuto nel 1971. h3. Glossario * _berceau_: pergolato da giardino * _ninfeo_: nell'antica Grecia il termine indicava il sacrario di una ninfa, in genere costruito sopra una fontana o una sorgente d'acqua. Oggi intendiamo per ninfeo un edificio contenente vasche o fontane di dimensioni monumentali. * _parterre_: disegno del giardino ad aiuole, con scompartimenti ornati d'erbe e fiori * _pronao_: atrio, in origine riferito alla parte anteriore del tempio greco. * _teatro di verzura_: struttura realizzata con siepi di sempreverde (in genere bosso) tagliate a formare quinte e palcoscenico di un teatro.

Testo a cura di Adele Simioli