La strada Comasina

primaria importanza    media importanza    da segnalare

bq. La strada Comasina esce dalla porta dello stesso nome, tocca il casale della Fontana, e procedendo in mezzo a liete campagne, lasciati a sinistra Dergano ed Affori, ove magnifica villa hanno i "Taccioli":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3o010-00002/, passa vicino a Bruzzano, terra antica, patria a un forte guerriero per nome il Pànera, che nel 1245 capitanava i milanesi a Gorgonzola, ove d'un colpo d'asta fe' balzar di sella e trasse prigione Enzo, re di Sardegna, figliuolo di Federico II. La chiesa prepositurale ha due buone tavole che tengonsi del Nuvolone e del Guercino; il campo santo un bell'affresco di Vitale Sala; le ville Bellotti e Taverna seggono in mezzo ad eleganti giardini. Nel prossimo Brusuglio ha solinga "villa Alessandro Manzoni":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02623/, che quivi compose gran parte delle sue opere, ed in ispecie, vinto da forte ispirazione, Il Cinque Maggio. Indi la strada s'inoltra solitaria per un gran tratto, lasciandosi addietro sulla destra Paderno e Dugnano, villaggi di gaio aspetto con riguardevoli ville, e solo di pochi passi distanti l'uno dall'altro. Poi fatta più lieta, attraversa Cascina Amata, grazioso paesello, ove sembra che si comincino a sentir l'aure dei prossimi colli. Quivi presso sulla destra è Palazzolo, nelle cui campagne si rinvennero ruderi d'antica rocca; sulla sinistra Senago, ove hanno una bella villa con ampio giardino gli arcivescovi di Milano per lascito recente d'un Martinelli, ed un antico palazzo i Borromei, nel quale s'appartava per attender a' suoi nobili studii il cardinal Federico. bq. Dopo Cascina Amata la strada sale sensibilmente, e riesce a Bovisio, patria di quell'arcivescovo Anselmo, che mosse a Costantinopoli ambasciadore d'Ottone III agli imperatori Costantino e Basilio. Presso a questo bel villaggio sorge a sinistra su un'aprica altur un grandioso palazzo che fu già de' Crivelli, detto "il Mombello":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-03846/, ove nel 1797 tenne sua corte repubblicana e militare il Bonaparte, intanto che fissava le sorti della repubblica Cisalpina, e maturava forse i disegno della portentosa spedizione d'Egitto. Dal poggio di Mombello, ch'è un dei punti estremi e più alti d'una lunga costa formata dal torrente Seveso, corrono gli sguardi su un'ampia distesa, ricreati dal prospetto dei colli e de' monti lontani, rattristati dalla vicina veduta di un infecondo scopeto, che dicesi la Groana. Esso è lungi circa 12 miglia e largo 5, e serve di consueto ai militari accampamenti della estate e dell'autunno. Ha molta voce presso i cacciatoti per lepri e beccacce. Con l'acque degli stagni ond'è coperto, pressi di Ceriano si formò un laghetto artificiale, da cui si derivarono canali d'irrigazione per una risaia e molti prati. Ogni giorno l'industria paziente guadagna alla coltivazione qualche parte di questo scopeto, ove gli agronomi hanno campo di fare assai proficue osservazioni. bq. Da Mombello una stradicciuola, ombreggiata da pini che qui provano mirabilmente, scende per agevol pendilo a Limbiate, grazioso villaggio che forse derivò il nome dall'essere sul lembo estremo dell'anzidetta costa. Per essa è fama che sovente traesse a diporto il Bonaparte. bq. A Bovisio segue Cesano Maderno, popolosa e grossa terra, feudo un tempo della badessa d'un monastero d'Arona, detta anche Cesano Borromeo per una "sontuosa villa":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-02219/, con bei rivi d'acque perenni, de' Borromei. Qui comincia la strada ad essere fiancheggiata, a sinistra in ispecie, da lieti colli coronati di vigneti; e tra breve, lasciato a destra Seveso, che trae il nome del torrente anzidetto, tocca la stazione postale di Barlassina. Quivi nel 1286 convennero milanesi e comaschi per fermare la pace. La sua chiesa parrocchiale ha degli affreschi che tengonsi del Luini, trasportativi da una chiesuola rovinata, a cui era attiguo un ospizio d'Umiliati. In un vicino casale detto Farga, il 6 aprile del 1252, fu ucciso san Pietro Martire, e nel luogo dell'uccisione si eresse primamente uno spedale, poscia un magnifico tempio ed un più magnifico chiostro di Domenicani, che vi rimasero sino a questi ultimi tempi. Il chiostro, aggrandito di recente con largo dispendio, serve a ginnasio arcivescovile, ed accoglie a grand'agio 235 chierici. Dal ritrovarsi una volta sulla via di Barlassina frequenti gli asinelli, sui quali o per bizzarria o per istanchezza montavano i viandanti, è nato un nostro volgar modo, correr la posta di Barlassina, che vale correr la posta degli asini, con altri molti d'affine significato. bq. Da Barlassina sale la strada in mezzo ad acclivi colli, su cui seggono paeselli di lietissimo aspetto. I più riguardevoli sono a destra Meda, Lentate, Carimate; a sinistra Birago e Copreno. Meda in addietro ebbe grido per un forte castello e per un antichissimo e ricchissimo monastero: ora è in voce per l'abilità de' suoi terrieri a lavorar mobili intarsiati, impiallacciati con tutta la moderna eleganza. Del castello non è più traccia; il monastero s'è tramutato in una "villa, ora Traversi":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-04273/. Degna d'essere visitata è la chiesa contigua, ricca di marmi e adorna di antichi dipinti assai pregevoli. bq. A Lentate, feudo un tempo dei monaci di san Simpliciano, può vedersi un tronco di 1000 metri della strada ferrata da Milano a Como, condotto o esemplare precisione nei fondi del sig. Volta. bq. Carimate va distinto pel suo "castello":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A050-00285/, eretto nel 1345 da Luchino Visconti, e nel 1434 dato in feudo da Filippo Maria a Giorgio Aicardi Visconti. Grandiosi avanzi sussistono di questa rocca, che sorge sull'alto del paese, o offre un ampio e svariatissimo prospetto. Prossimo a Carimate è il casale di Montesolaro, ove i Vismara hanno magnifica villa su bellissimo poggio. In questo casale dimorò lungamente, coll'uffizio di cappellano, Carlo Giuseppe Pellizzone, prete di festivo ingegno e d'animo candidissimo, che levò di sé bel grido poetando nel nostro dialetto. bq. Birago, antico feudo della chiara famiglia dello stesso nome, s'abbella della splendida "villa Raimondi":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-03673/, disegnata dal Cantoni; Copreno delle ville "Clerici":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-03716/ e "Beccaria":http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-03715/. Cesare Cantù, _Milano e il suo territorio_, tip. Pirola, Milano 1844 (ed. consultata, Maestri Arti Grafiche, Milano, novembre 1960, pp. 869-872)

Menu