365. La Gazzetta dei cappellai

Sottotitolo Rivista mensile della cappelleria italiana ed industrie affini.
Luogo Milano.
Durata 1 giugno 1896 (a. I, n. 1) - maggio 1914 (a. XIX, n. 217*).
Periodicità Mensile (ma alcuni numeri sono doppi).
Direttore Pietro Nebbia.
Stampatore Milano, A. Koschitz poi Stab.Lito-Tipo G. Abbiati poi F.lli Lanzani poi Antonini e C. poi Off. rilievografiche.
Pagine Le pagine hanno una numerazione progressiva a formare un unico volume ogni anno.
Formato (microfilm)
Note Le pagine iniziali e finali sono dedicate alla pubblicità Le pagine iniziali e finali sono dedicate alla pubblicità.

Si tratta di una pubblicazione volta a promuovere lo sviluppo dell'industria dei cappelli in Italia. Tale obiettivo viene perseguito attraverso la riproduzione di "tutto quello che di buono e utile verrà direttamente o indirettamente alla nostra conoscenza, sia commercialmente che tecnicamente parlando" (Ai nostri lettori, 1° giugno 1896). Uno dei problemi maggiormente avvertiti dalla redazione del giornale è il guadagno che l'imprenditore dovrebbe conseguire dalla propria attività. Alla trattazione di tale questione sono, infatti, dedicati svariati articoli, fra i quali si ricordano, ad esempio, Il minimo dell'utile (gennaio 1903) e L'aumento del guadagno (luglio-agosto 1904), dove si afferma che "una delle cause che più deprimono il nostro paese è certamente quella che i guadagni sono troppo ristretti, insufficienti e sproporzionati ai pesi gravanti sulle aziende e sugli individui". D'altra parte, aperte critiche vengono rivolte a commercianti e fabbricanti, accusati di individualismo e di concorrenza sleale, mentre il "solo rimedio ai mali che travagliano l'industria è l'accordo, l'unione fra i partecipanti" poiché "le associazioni sono le armi più potenti della civiltà moderna, poiché convengono ad un fine molte volontà e energie, formando riunite una forza, quale non è più permesso tenere in non cale" (L'unione, 1° ottobre 1896).

Per gli estensori del giornale, un contributo fondamentale al sollevamento delle sorti dell'industria cappelliera in Italia potrebbe venire da una maggiore attenzione del governo, attraverso la detassazione degli investimenti e l'adozione di facilitazioni negli scambi commerciali internazionali. A questo proposito la «Gazzetta dei cappellai» si attesta, infatti, su posizioni liberiste, considerando che "la protezione non è in definitiva che un premio agli incapaci a agli impotenti, qualche volta lo è anche ai capaci prepotenti e invidiosi" (I trattati di commercio, 10 giugno 1901).

Fra i tratti caratteristici di questo periodico è inoltre interessante notare il taglio spiccatamente industrialista e polemico nei confronti delle organizzazioni operaie socialiste, "che predicano la prepotenza in casa altrui, ma una volta in casa propria od in autorità assicurata, praticano ben diverso" (Questioni del giorno, maggio 1905). La trasformazione industriale del settore determina, infatti, forti tensioni fra datori di lavoro e manodopera. Numerosi sono, così, gli interventi dedicati a tali problematiche, e fra questi si ricorda, ad esempio, Per la libertà del lavoro (luglio-agosto 1904) e Balorderia sciopero maniaca (ottobre 1909).

Informazioni relative al mondo del lavoro e all'andamento del mercato vengono, inoltre, fornite nelle rubriche "Echi delle fabbriche", "Echi delle città italiane" e "Echi dall'estero". Notizie di carattere tecnico vengono, invece, inserite nella rubrica "Tra laboratorio e officina", mentre quelle di natura economica vengono segnalate in "Cappelli e cappellai", "Taccuino" e "Mercati". Infine, interessante e originale pare anche la rubrica "Dolenti note", riservata a dissesti finanziari e alla chiusura di attività.

Per scelta della redazione, gli articoli non vengono firmati. Il primo numero di ogni anno, detto "d'esportazione", reca indicazioni circa i maggiori centri e le principali fabbriche di cappelli in Italia (con traduzione in inglese, francese e tedesco)

M.C. Br.

Raccolte: MI120: 1896-1914.