464. L'Industria tessile e tintoria

Dal gennaio 1931 (a. XXX, n. 1) §Tinctoria§

Sottotitolo Rivista tecnica di tessitura, filatura, preparazione. Candeggio, tintura, stampa, appretto. Organo della Società allievi ed ex allievi della Scuola di tessitura della Società d'incoraggiamento d'arti e mestieri di Milano poi Rivista tecnica, economica, commerciale di tessitura, filatura, preparazione, candeggio, tintura, stampa, appretto poi Rivista tecnica, economica e commerciale di filatura, tessitura, candeggio, tintoria, stampa, appretto della seta, cotone, lana, lino, canapa, juta. Organo degli interessi di filatori, tessitori e tintori poi Rivista tecnica, economica e commerciale di filatura, tessitura, maglieria, passamaneria, candeggio, tintoria, stampa, appretto della seta, cotone, lana, lino, canapa, juta poi Rivista mensile tecnico-economica delle materie coloranti e sostanze ausiliarie, tintura, candeggio, stampa e apparecchiatura poi Rivista mensile tecnico-economica delle materie coloranti, tintura, stampa e finitura delle tessili.
Luogo Milano.
Durata 31 gennaio 1900 (a. I, n. 1) - luglio-dicembre 1944 (a. XLIII, n. 7-12). La rivista riprende le pubblicazioni nel secondo dopoguerra.
Periodicità Quindicinale (con alcuni numeri doppi) poi mensile poi semestrale poi mensile
Direttore G.M. Berliat e Vezio Vender poi G.M. Berliat e Aldo Bolis poi Aldo Bolis poi Osiris Bizioli
Gerente Annibale Martignoni poi Alfredo Baroni poi, nessuno
Editore Nessuno, poi Casa Editrice "Aracne"
Stampatore Milano, Tip. F.lli Lanzani poi Officine tipo litografiche IGAP poi S.A. "La Grafica sociale" poi S.A. Tipografia Aracne poi "Gamma" Grafica editrice.
Pagine Da 6 a 592.
Formato 33x24 cm poi 32x23 cm.
Note Contiene numerose pagine di pubblicità. In parecchi numeri la rivista contiene disegni e allega a completamento di un articolo specifico dei piccoli campioni di tessuto o filato colorato.

Gli intenti del periodico erano così indicati nel numero iniziale: “Un progresso profondo e duraturo nelle industrie non si può conseguire senza che un grado più elevato di coltura e una maggior diffusione delle cognizioni teoriche e tecniche riguardanti la loro industria si diffondano nei tecnici, nei capi, negli operai: ed a questi pure è particolarmente diretto il nostro periodico, come a continuare ed allargare il campo delle cognizioni acquistate nella scuola e nell’opificio. Con questi concetti faremo ogni sforzo per tenerci al corrente delle ricerche, dei perfezionamenti, delle nuove applicazioni, partendo dal punto di vista elevato di formare di ogni trovato la base di nuovi perfezionamenti” (Ai nostri lettori, 31 gennaio 1900).

Rivista tecnica, come recita il frontespizio “fondata e pubblicata col concorso dei signori e delle ditte: Amman dott. Edoardo, Banfi & Frua, Borghi, ing. Pio, Castelli avv. Francesco, De Angeli comm. Ernesto, Dubini cav. Francesco, Gavazzi comm. Egidio, Gavazzi comm. Pio, Gavazzi cav. ing. Piero, Lanificio Rossi, Linificio e Canapificio nazionale, Mylius comm. Giorgio, Osnago Luigi di Ambrogio, Ponti cav. Ettore, Rusconi Mario, Sormani Carlo”, esplica i suoi “intendimenti eminentemente pratici” in varie sezioni separate e distinte. Dedicata alle fasi della filatura e della tessitura e diretta dal prof. G.M. Berliat, a sua volta direttore della Scuola di tessitura della Società d’incoraggiamento d’arti e mestieri di Milano, è «L’Arte tessile», il cui primo proposito è quello di seguire l’evoluzione tecnologica del macchinarlo tessile, in particolar modo dei telai. Attraverso accurate descrizioni supportate da dettagliati disegni, si prefigge di migliorare la conoscenza delle parti della macchine e del loro funzionamento, sia a vantaggio dell’industriale, che prima dell’acquisto deve poter considerare l’“efficienza commerciale” di un apparecchio rispetto ad un altro, sia ad uso del tecnico e anche dell’operaio, al fine di metterlo nella condizione di poter riparare da sé i piccoli danni che possono verificarsi quotidianamente.

Inerente invece le lavorazioni finali dei manufatti tessili, tintura, stampa, appretto e candeggio, è la sezione “Il colorista”, diretta dal dott. Vezio Vender, che qui si propone di continuare e di rendere più completo l’omonimo mensile nato nel 1899 a Milano e da lui diretto nel suo unico anno di pubblicazione. Questa sezione fornisce informazioni sulle materie coloranti e i processi chimici più innovativi in uso nelle fasi di finissaggio dei tessuti; e le notizie sono spesso corredate da campioni di stoffa esemplificativi, risultato di prove eseguite dalla stessa redazione della rivista, che disponeva di un proprio laboratorio per eseguire perizie tecniche (da una réclame che appare per la prima volta sul numero del 16 gennaio 1904 si apprende infatti che uno dei servizi forniti dalla direzione ai lettori del periodico, è anche quello di eseguire analisi di filati, tessuti, coloranti, prodotti chimici; preventivi, ragguagli e informazioni tecniche su ogni ramo delle industrie tessili e tintorie; la redazione “studia inoltre patenti e s’incarica di lanciarle; mette in comunicazione gli industriali fra loro e dà consigli in esportazioni e argomenti affini, anche privatamente”.

La parte commerciale, infine, accanto alle “Notizie” provenienti dai maggiori distretti tessili italiani, europei ed extracontinentali, alle tabelle periodiche sulla produzione e il commercio nazionali di seta, lana, cotone, canapa e lino, alla pubblicazione di estratti dalle relazioni annuali delle associazioni tessili dei vari paesi, nonché all’andamento del prezzo di grezzi, filati e tessuti sulle maggiori piazze italiane ed estere, riporta - anche attraverso l’analisi della produzione delle più importanti ditte straniere - preziose indicazioni riguardo ai colori, ai disegni e alle stoffe che rappresentano le maggiori novità-moda della stagione.

Nel 1904, in seguito ad un mutamento nella struttura direttiva del giornale, rilevato ora da Aldo Bolis, fin qui redattore della sezione chimico tintoria, la parte economico-commerciale della testata viene ulteriormente ampliata e approfondita, grazie all’istituzione di un più vasto e completo servizio di corrispondenza; regolarmente, e a intervalli non maggiori di un mese, vengono infatti pubblicate corrispondenze da Como, Biella, Lione, Roubaix, Manchester, Elberfeld, Crefeld, Greiz, New York, Trantenau, Belfast, nonché un riassunto quindicinale della piazza di Milano, “La quindicina tessile italiana”. Inoltre, in concomitanza con lo sviluppo delle lotte operaie nei tradizionali bacini tessili, si segue l’andamento dei numerosi scioperi, fornendo dettagliate informazioni sul personale impiegato nello stabilimento, le retribuzioni percepite, le richieste delle maestranze e le risposte padronali.

Oltre agli scritti tecnici di Vezio Vender, G.M. Berliat, Aldo Bolis e Alfredo Baroni, «L’Industria tessile e tintoria» è largamente debitrice alla stampa estera specializzata, dalla quale trae numerosi articoli”; le traduzioni dal «Textile Manufacturer», dal «Leipziger für Textilindustrie», da «La Industrie textile» e dal «Textile World Record», grazie alla superiorità tecnologica, meccanica e chimica raggiunta dai paesi di edizione di queste testate, contribuiscono a rendere il giornale “il più esattamente, riccamente e dettagliatamente informato nel ramo filati e tessuti di ogni giornale specialista che si pubblichi in Italia” (Ai lettori, 30 novembre 1904).

Nonostante la sua indole essenzialmente tecnica, la rivista, soprattutto a partire dalla direzione di Berliat, come portavoce degli interessi degli industriali tessili prende posizione sulle più importanti questioni relative alla vita economico-politica del paese, poiché si tratta di avvenimenti di cui “non può in verun modo tacere”; definisce così lo sciopero generale del 1904: “un grave avvenimento che ha interrotto la vita economica dell’Italia in generale e di Milano in particolare, ... per cui viene spontaneo il pensiero di contrapporre all’organizzazione delle camere del lavoro l’organizzazione industriale” (A. Baroni, Il tema d’attualità, 16 ottobre 1904; e, sempre in riferimento alle agitazioni operaie: Lo sciopero di Torino e l’industria cotoniera, 15 maggio 1906; L’industria cotoniera e gli scioperi, 31 maggio 1906). E ancora, anni dopo, il periodico sostiene la necessità del padronato cotoniero di disporre di organizzazioni imprenditoriali a carattere regionale con funzioni politiche e sindacali da opporre al sempre meglio organizzato movimento operaio (G. Germiniani, Alcuni problemi dell’industria cotoniera italiana, 16 gennaio 1914). Spesso vengono poi presi in esame molti dei problemi e delle difficoltà che i diversi rami dell’industria tessile si trovavano a dover affrontare: riguardo ai settori più “moderni” della produzione v. ad esempio A. Sansone, Il futuro della stampa dei tessuti in Italia (15 novembre 1901) e L. Caberti ? G. Tagliani, Lo stato dell’industria tintoria in Italia (30 aprile 1906). Sulla crisi del settore serico e sulle “conseguenze dell’aver voluto produrre ad un prezzo al quale era impossibile seguendo le vecchie tradizioni e consuetudini” (G.M. Berliat, Bisogna ritornare all’antico, 1° agosto 1903) v. anche: La crisi serica (15 aprile 1904) e Osservazioni sulla carica della seta (30 aprile 1904), entrambi di A. Bolis; C. Vannoni, Situazione e ordinamento economico dell’industria della trattura e torcitura della seta in Italia (16 agosto 1908); Pietro Pinchetti, Le condizioni attuali dell’industria serica e la necessità dell’istruzione (31 marzo 1912).

La convinzione che il progresso dei paesi europei più industrializzati sia dovuto in buona parte all’efficace educazione industriale e quindi alla perizia del personale tecnico che quelli avevano saputo creare con le loro istituzioni scolastiche, fa sì che e una particolare attenzione venga sempre indirizzata a tutto ciò che concerne lo sviluppo dell’istruzione professionale. Oltre alle frequenti relazioni sull’andamento delle più importanti scuole tecniche, commerciali e professionali sia italiane che straniere, si segnalano: A. Sansone, L’educazione tecnico?industriale in Italia, 16 giugno 1905; A. Baroni, Alcune proposte per limitare l’emigrazione italiana, 30 giugno 1907; L’insegnamento tecnico e le esigenze del dopoguerra, 15 settembre 1915.

Con le sue oltre 20.000 copie di tiratura (dato dei 1905) il periodico costituisce un efficace organo di pubblicità per tutti i prodotti e i macchinari attinenti le industrie tessili e tintorie (dalle 4 pagine iniziali di réclame passa infatti in alcuni periodi alle oltre 40); costituendo le inserzioni “un elemento necessario non solo all’esistenza ma anche all’interesse tecnico di un giornale professionale moderno”, su ogni numero vengono inseriti gli indici degli inserzionisti sia in ordine alfabetico che suddivisi per categorie. Alla fine di ogni annata gli abbonati possono poi contare sulla pubblicazione di indici per autore e per materie trattate.

Superati con difficoltà gli anni della Grande guerra, segnati dall’interruzione dei rapporti con le testate straniere specializzate e con molte delle case fabbricanti che fornivano i principali materiali di studio, nel suo ultimo decennio di pubblicazione la rivista ritorna ad occuparsi pressoché esclusivamente di questioni di tecnologia, meccanica e chimica tessile, lasciando in secondo piano i temi economici, fiscali, doganali, commerciali e sindacali, che trovano la loro logica trattazione nelle pubblicazioni corporative: diminuiscono le pagine, scompaiono gli articoli a carattere “politico” e tutte le rubriche subiscono notevoli riduzioni.

Perduto il ruolo di “unica, grande rivista tecnica tessile e tintoria nazionale”, la sospensione delle pubblicazioni viene infine decisa nel 1929, a fronte del “numero esuberante di riviste tessili, che pur essendo un indizio di vitalità, non v’ha dubbio costituisce un frazionamento di energie e iniziative […] che riuscirebbero assai più efficienti ai fini della cultura tecnica nazionale se venissero conglobate in un grande sforzo comune” (Ai lettori, 1° gennaio 1930).

Le pubblicazioni riprendono tuttavia nel gennaio 1931 con il nuovo titolo «Tinctoria», una veste nuova e la dichiarazione di voler essere "l'ideale tratto di unione tra gli uomini del laboratorio e gli uomini della fabbrica"; la rivista intende svolgere un compito "di informatrice, di ricercatrice, di animatrice" per il settore dell'industria tintoria in piena crescita, in quanto "rappresenta nel suo complesso sette milioni di chilogrammi annui di materie coloranti consumate, trentamila persone addette, decine di milioni di salari pagati" ed è "l'industria che rifinisce e valorizza i prodotti di un'altra, la tessile, che è la spina dorsale dell'economia produttiva italiana" (gennaio 1931).

La testata, in effetti, dopo trent'anni, avverte la necessità di adeguarsi alle grandi riviste estere, riunendo in un solo fascicolo tutte le informazioni finora sparse in diverse pubblicazioni. Nella sua nuova veste è pubblicata sotto gli auspici del R. Istituto e delle RR. Scuole industriali di Bergamo e fa parte dell'Associazione della stampa tecnica. Ciò è una conferma dell'indirizzo ben preciso che contraddistingue il mensile, come dimostrano il contenuto delle pagine e le inserzioni pubblicitarie.

Ogni numero, infatti, è formato da alcuni articoli di carattere tecnico, inizialmente raggruppati sotto la voce "Rubriche tecniche", che trattano dei procedimenti e dei macchinari di lavorazione del settore; da altri scritti di carattere scientifico che si basano su una rassegna delle notizie tratte da riviste scientifiche e suddivise per argomenti (tintoria, prodotti chimici, stampa, tessili artificiali, apparecchiatura, candeggio, ecc.); da altri ancora di carattere pratico, rubricati prima "Nel mondo dei tintori" poi nel "Taccuino dei tintori", che forniscono una serie di informazioni pratiche (dalle segnalazioni di nuovi coloranti all'indicazione di libri utili per la professione, dagli indirizzi delle aziende del settore a note sull'organizzazione del lavoro, dai prezzi delle materie prime alla descrizione delle normative di legge, dalla presentazione dei contratti di lavoro degli operai ai suggerimenti per la prevenzione della salute). Sotto la voce "Rubriche economiche" inizialmente vengono poi pubblicati articoli di carattere economico, che descrivono la situazione di mercato dell'industria tintoria in Italia e all'estero. In ogni numero, inoltre, compare un editoriale, che esprime il punto di vista della direzione sull'andamento del settore.

Dal 1934 la rivista cambia il sottotitolo in "Rivista mensile tecnico-economica delle materie coloranti, tintura, stampa e finitura delle tessili" e comincia a dedicare saltuariamente qualche numero a un argomento in particolare, come, ad esempio, le tintorie italiane per conto terzi o il fiocco di rayon.

Forte del fatto che in Italia, secondo il censimento industriale del 1937-1940, "1195 esercizi e 49.232 addetti riflettono le industrie della tintoria, candeggio, stampa e affini: cioè quasi un nono delle imprese tessili, con un undicesimo degli addetti" (aprile 1942) «Tinctoria» prosegue con competenza e regolarità il suo compito di informazione, sostenuta da parecchi inserzionisti di settore.

A causa dei bombardamenti aerei dell'agosto 1943, che distruggono gli uffici e lo stabilimento tipografico di Milano, la direzione è costretta a ridurre le uscite da mensili a semestrali. Nel gennaio 1946, però, la rivista, che esce ancora oggi, ritorna ad essere pubblicata ogni mese e diventa l'organo ufficiale della Associazione nazionale industriali tintori, stampatori e finitori.

C. Ro.

Raccolte: MI120: 1900-1944.