Raccolte di Palazzo Besta

Definizione: raccolta

Tipologia: artistico

Datazione: post 1915

Istituto di conservazione: Teglio (SO)

Consistenza

La raccolta comprende tutte le decorazioni ad affresco e le boiseries che decorano i vari ambienti del palazzo; vi sono pure mobili d'epoca e quadri che, sebbene non provengano dalla dimora, vi sono in seguito giunti grazie a donazioni private o dai depositi della Soprintendenza. A questi si aggiungono gli affreschi staccati provenienti da altre dimore valtellinesi e qui riallestiti. Al piano nobile, negli spazi un tempo usati come cucina e dispensa, è esposta una piccola sezione etnografica.

Notizie storico critiche

Poco rimane degli arredi originali del palazzo a causa delle pessime condizioni in cui versava a seguito dello smembramento della proprietà tra diverse famiglie di contadini che qui si installarono a partire dal 1880.
Il palazzo venne acquistato dallo Stato nel 1913, anche se la consegna definitiva alla Soprintendenza ai Monumenti è del 1915. A seguito della prima campagna di restauri (1921-1927) giunsero anche i primi beni estranei al palazzo, come la "camera a baule" proveniente da Ponte in Valtellina.
Nel 1920 Giuseppe Bagatti Valsecchi restituì al palazzo due inferriate della facciata (seconda e terza di sinistra), da lui acquistate negli anni precedenti per la sua residenza milanese di via S. Spirito (come da documentazione d'archivio della Soprintendenza).. Già in precedenza il Bagatti Valsecchi si era speso in prima persona affinchè il barone Ceriana Mayneri di Torino restituisse il camino del Salone d'Onore; il barone rifiutò e trattenne il manufatto nel suo palazzo di Torino, ma nel 1919 concesse l'esecuzione del calco sull'originale, quale vediamo ancora oggi a Teglio. Pare sia errata l'informazione che vuole il camino conservato nei depositi del Victoria and Albert Museum di Londra (come da recentissimi studi della dott.ssa Novani della Soprintendenza).
Dopo i restauri degli anni Venti la nobil donna Francesca Ambrosetti Visconti Venosta di Ardenno donò al palazzo di Teglio le quattro grandi tele ad olio del XVIII secolo con eroine bibliche e della storia romana. Nel frattempo si fece strada la proposta di utilizzare il palazzo quale sede del Comune di Teglio, cui però non fu dato seguito. Sembrava più concreta l'ipotesi di allestirvi un museo di arte valtellinese, per questo nel secondo dopoguerra furono installati, in due stanze del secondo piano, gli affreschi staccati provenienti da casa Grolli di Teglio (camera del falcone, inizio XV secolo) e da casa Dall'Oro già Vertemate di Traona (camera picta, 1534). Però negli anni Cinquanta un'analoga collezione locale venne istituita a Sondrio e dunque il palazzo di Teglio rimase sostanzialmente museo di se stesso.
Nel 1972 alcune stanze del pianterreno furono concesse alla Soprintendenza Archeologica per ospitare la raccolta di reperti archeologici ritrovati sul territorio tellino.