Collezioni del Museo Civico di Crema e del Cremasco

Definizione: collezione

Tipologia: artistico

Datazione: 1959

Istituto di conservazione: Museo Civico di Crema e del Cremasco, Crema (CR)

Consistenza

La sezione archeologica, ubicata al piano superiore del Museo, raccoglie reperti emersi per lo più in modo fortuito dai fiumi o durante lavori agricoli e, solo in rari casi, frutto di scavi sistematici. Prende avvio dalle faune fossili recuperate nei fiumi e risalenti al Paleolitico (resti di cervidi e bisonti), per poi passare al Neolitico, all'Età del Bronzo (corredo tombale proveniente da Spino d'Adda), all'età romana (tesoretto di Camisano) e tardo romana (mosaici della villa di Palazzo Pignano) con le testimonianze antropiche caratterizzanti il territorio. I Celti, i Romani e, in seguito, i Longobardi hanno lasciato numerose tracce dei loro insediamenti: monete, corredi tombali con scudi e armi, mosaici e anche una coppia di splendidi speroni in argento ageminato. Particolare rilevanza riveste la sezione di archeologia fluviale allestita nei dismessi magazzini comunali, dove sono esposte quattro delle tredici piroghe monossili di proprietà del museo, databili tra il III e il XIII secolo d.C .
La pinacoteca rappresenta il nucleo fondante del museo con le sue due sezioni (antica e moderna) e permette un excursus tra i maggiori artefici del panorama cremasco e lombardo dal XV al XX secolo: Vincenzo Civerchio, Aurelio Buso, Carlo Urbino, Tommaso Pombioli, Gian Giacomo Barbelli, Giovan Battista Lucini, Mauro Picenardi, Angelo Bacchetta, Eugenio Giuseppe Conti, cui si aggiungono Alessandro Magnasco e Clemente Spera, Gaetano Previati. Dalla distrutta chiesa di Sant'Agostino provengono le maestose pale d'altare di Jacopo Palma il Giovane e Fra' Sollecito Arisi. Mentre da Palazzo Benzoni, ora sede della Biblioteca comunale, proviene una serie di 93 tavolette da soffitto. Una nutrita raccolta di sculture testimonia l'attività di Enrico Girbafranti, Achille Barbaro ed Amos Edallo.
La sezione storia presenta una significativa collezione cartografica relativa al territorio cremasco con particolare riferimento alla dominazione veneta (1449-1797), cui si affiancano documenti, medaglie, sigilli, timbri, armi, divise che vanno dal XV al XX secolo ed un nutrito nucleo di reperti risorgimentali e garibaldini donati dal comm. Borgato di Milano.
La sezione dedicata al teatro ed alla musica raccoglie testimonianze relative all'attività della Cappella musicale della Cattedrale, all'importanza dell'arte organaria cremasca, ma anche di musicisti e compositori come Francesco Cavalli, Giovanni Bottesini e Giovanni Vailati (celebre mandolinista cieco), di attori e scenografi attivi per il Teatro di Crema.
Rilevante il settore grafica che raccoglie un nucleo di un migliaio di fogli con studi e progetti architettonici di Luigi Manini (1848-1936), scenografo del Teatro alla Scala, divenuto uno dei più apprezzati architetti attivi in Portogallo.
La sezione etnografica, attraverso l'allestimento della Casa cremasca, conserva suppellettili, oggetti e strumenti necessari alla vita lavorativa e quotidiana nelle campagne di fine Ottocento. Parte della storia industriale della città è invece testimonianza dalla sala Restelli, dedicata alla produzione di macchine per scrivere, attività ampiamente diffusa a Crema nel corso del XX secolo attraverso le ditte Serio ed Olivetti.
Nei chiostri del convento hanno trovato collocazione una serie di ferri battuti, antiche casseforti, lapidi, stemmi e monumenti scultorei che ricordano musicisti e notabili personaggi di Crema.

Notizie storico critiche

Istituito alla fine del 1959, il Museo di Crema è caratterizzato da un nucleo di opere di proprietà dell'amministrazione comunale, da depositi da parte di chiese cittadine, degli Istituti Ospedalieri e della Soprintendenza per i Beni Archeologici, cui si sono aggiunte numerose donazioni di privati cittadini che con grande generosità hanno voluto contribuire a dare testimonianza del patrimonio culturale cremasco. Le diverse sezioni costituenti il museo- archeologiche, storiche, artistiche ed etnografiche- illustrano la storia e la cultura del Cremasco dalla preistoria ai giorni nostri.