Modello Leybold 532 01 Baur 1 - amplificatore di correnti - Fisica

E. Leybold's Nachfolger AG

Modello Leybold 532 01 Baur 1 - amplificatore di correnti - Fisica

Descrizione

Lo strumento ha forma parallelepipeda e poggia su quattro piedini in gomma. Superiormente è presente una maniglia in gomma per il trasporto. Il pannello frontale è interamente occupato da manopole di regolazione e boccole per i collegamenti. In basso, al centro, è situato l'interruttore di accensione. A sinistra sono collocate una boccola coassiale d'entrata per la misura di tensione, una per la misura di corrente/carica e una presa per la messa a terra (mediante boccola da 4mm). La manopola al centro è un commutatore dei campi di misura e permette misure di corrente da 3·10exp-11 a 3·10exp-7 A (5 campi di misura), misure di tensione da 3 a 300 V (3 campi di misura), misure di carica di 3·10exp-9, 3·10exp-8, 3·10exp-7 As (3 campi permisure balistiche, 2 per misure stazionarie). Nella parte destra del pannello sono posizionate due boccole d'uscita da 4 mm, un correttore di punto zero e un regolatore di sensibilità. Nella faccia posteriore sono inseriti un selettore per la regolazione della tensione di alimentazione (110, 130, 150, 220, 240V), la presa per il collegamento alla rete elettrica di alimentazione, una boccola da 4 mm per la messa a terra. Sono inoltre presenti due etichette riportanti il nome dell'azienda costruttrice e dati tecnici dello strumento. Sulla faccia superiore sono presenti delle prese d'aria. Mancano sia il cavo di misura schermato per la boccola coassiale che il cavo di collegamento alla rete.

Funzione: Questo strumento è un amplificatore di correnti continue. Usato, in combinazione con uno strumento a bobina mobile di basso valore ohmico o con un galvanometro a specchio come apparecchi di indicazione, questo strumento permette la misura di correnti, tensioni e cariche con resistenza d'entrata molto alta (elevata impedenza d'ingresso).

Notizie storiche: Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano. L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente. Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti. Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale. Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica. I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori. Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti. Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china. I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione. Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali. Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione. Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario. Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.

Autore: E. Leybold's Nachfolger AG (costruttore) (1870/ 1967)

Datazione: ca. 1960 - ca. 1984

Tipologia: amplificatore di misura ad alta impedenza d'ingresso

Materia e tecnica: metallo; plastica; gomma

Categoria: fisica

Misure: 23 cm x 33 cm x 27 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Fisica apparecchi "Fisica : apparecchi di fisica per l'insegnamento : Leybold PH 58 I-2", Milano 1968, p.157

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2008); Reduzzi, Luca (2008)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).