Le Photomètre Normal - fotometro fotografico - Industria, manifattura, artigianato

Degen E.

Le Photomètre Normal - fotometro fotografico - Industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Questo esposimetro ha forma parallelelepipeda. Da una delle due sezioni trasversali è possibile estrarre due culatte costituite da telai rettangolari nei quali sono inseriti dei filtri costituiti da prismi in vetro colorato (verde scuro) di vario spessore. Ciascun filtro ha un tempo di posa diverso. Su una parete dell'esposimetro è inserita una finestrella dalla quale si vede, in controluce, il vetro colorato dei prismi. Su una culatta sono segnati i tempi di posa e sull'altra le aperture del diaframma e la durata dello scatto dell'otturatore lungo scale graduate poste longitudinalmente. I tempi di posa si possono leggere su tre scale: da 1,5 a 500 secondi, da 1 a 80 secondi, da 1/2 a 1/250 di secondo. Le aperture del diaframma su tre scale: da f/1 af/64 nella scala standard, da 2 a 96 per apparecchi Goertz e da 2 a 200 per apparecchi Zeiss.

Funzione: Il fotometro è uno strumento utilizzato per il calcolo del tempo di esposizione e del diaframma da impostare durante una ripresa fotografica. Questo fotometro permetteva di determinare il tempo di posa per lastre extra-rapide come le Lumière etichetta azzurra e le Jougla etichetta rossa (da leggera sulla scala denominata Extra-rapido), il tempo di posa per lastre ultra-rapide come le Lumière Sigma, per lastre lente come le Jougla etichetta gialla, per lastre molto lente come le Lumière etichetta gialla (da leggere sulle rispettive scale Ultra-rapide, Lente, Molto Lente), il tempo di posa per lastre autocrome e onnicolorate utilizzando i tempi di posa per le extra-rapide e moltiplicando i valori per 30 o per 60 rispettivamente. Era inoltre possibile utilizzare questo fotometro per determinare tempi di posa più lunghi o più corti di quelli marcati sulle scale (utilizzando le apposite scale Pose Extra rapide, Pose Lunghe) o per determinare il tempo di posa in caso di riproduzione o ingrandimenti. Questo fotometro poteva essere inoltre utilizzato, con tempo di posa fissato, per determinare l'apertura del diaframma.

Modalità d'uso: Per determinare i tempi di posa, fissato il diaframma: si tira la culatta dei diaframmi e si posiziona il cursore in corrispondenza del diaframma fissato. Poi si posiziona il fotometro stando vicino all'apparecchio fotografico, si estra l'altra culatta e si guarda attraverso la striscia contenentele i prismi , nella direzione del soggetto da fotografare. Si fa scorrere la culatta fino a che il soggetto sparisce. Si legge, sulla scala dei tempi di posa prescelta, il tempo di esposizione consigliato. Per determinare l'apertura del diaframma, fissato il tempo doi posa: si posiziona il cursore delle pose sul tempo desiderato, si guarda il soggetto attraverso i prismi e si trira la culatta dei diaframmi fino al punto di sparizione del soggetto. I diaframmi sono indicati secondo i sistemi più utilizzati (Standard, Goerz, Zeiss).

Notizie storiche: Prima dell'avvento degli esposimetri elettrici, agli inizi degli anni '30, venivano usati due strumenti di misura dell'intensità luminosa: gli actinometri e i fotometri ad estinzione. Gli actinometri utilizzavano carta fotografica che veniva esposta alla luce in prossimità del soggetto da fotografare: cronometrando i tempi impiegati dalla carta per annerirsi a vari livelli, si ricavavano i tempi di esposizione. I fotometri ad estinzione erano costruiti in modo da poter variare la quantità di luce che li attraversava. L'esposizione veniva considerata corretta nel momento in cui la luce diveniva visibile attraverso il fotometro. I fotometri ad estinzione rimase a lungo popolari anche dopo l'introduzione degli esposimetri elettrici, almeno fino a quando questi non divennero competitivi nel prezzo.

Autore: Degen E. (costruttore) (notizie prima metà sec. XX)

Datazione: ca. 1900 - ca. 1949

Tipologia: fotometro normale

Materia e tecnica: metallo; vetro; cartone; stoffa

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 2 cm x 12,5 cm x 2 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2008)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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