Compreso in: Città bastionata - complesso, Sabbioneta (MN)
Città bastionata - complesso
Sabbioneta (MN)
Indirizzo: Sabbioneta (MN)
Tipologia generale: architettura fortificata
Tipologia specifica: mura difensive
Configurazione strutturale: La rocca medievale (scomparsa nel 1794) con le mura e con l'antico borgo diviene il nucleo più antico della successiva rifondazione rinascimentale voluta dalla signoria di Vespasiano Gonzaga: è un'operazione urbanistica di una "citta ideale", con tessuto ortogonale, racchiusa in fortificazioni ad andamento stellato, tracciate a forma di poligono irregolare.
Autori: Gonzaga Vespasiano e Cattaneo Girolamo, progetto della cittadella; Bottaccio Giovan Pietro, direzione lavori
Comprende
- Mura difensive e bastioni di Sabbioneta, Sabbioneta (MN)
- Antiche Mura (resti), Sabbioneta (MN)
- Porta Imperiale, Sabbioneta (MN)
- Porta della Vittoria, Sabbioneta (MN)
Descrizione
Degli interessi artistici di Vespasiano, e delle sue collezioni, per la verità, non sappiamo molto. Il tema della raccolta di Vespasiano, squisitamente rinascimentale, è quello degli esempi di virtù antica, da tenere come monito, e da esibire come termine di paragone orgoglioso per le proprie qualità di saggezza politica e di cultura raffinata, e da accostare, eventualmente, ai ritratti degli avi, per ricostruire una ideale discendenza. Così era per i principi rinascimentali, che usavano spesso il tema degli uomini illustri per ornare i propri studioli; e così è per Vespasiano, che sovente lo ripete nelle decorazioni, assai discontinue per qualità, dei suoi palazzi. Nella sala detta 'degli Antenati' in Palazzo Ducale, ad esempio, ai busti in stucco degli antenati di Vespasiano, posti in riquadri nella fascia immediatamente sotto la volta, sono accostati rilievi, pure in stucco, che narrano le storie di Cincinnato e di Muzio Scevola, di Marco Curzio e di Orazio Coclite, modelli celebri della virtù di Roma antica; e nei riquadri a fresco della volta sono ritratti, di profilo, quattro imperatori romani (Ventura, 1997). Ancora, nella prima decorazione del Corridor Grande, ai busti antichi di imperatori e uomini illustri, posti sulle mensole, si alternavano ritratti di uomini illustri.
Degli artisti che, a detta delle fonti, hanno lavorato per Vespasiano Gonzaga, ci è rimasto talvolta solo il nome. Sono pochi, invece, gli artisti di qualche notorietà: i romani Alessandro e Giovanni Alberti, specialisti in prospettive, che lavorano tra il 1586 e il 1587 agli affreschi del Corridor Grande (Carpeggiani, 1972; Bazzotti, 1993); e poi Bernardino Campi, Leone Leoni, artisti che erano stati entrambi assai cari al cugino di Vespasiano, Ferrante Gonzaga, al tempo in cui questi era governatore di Milano, tra il 1546 e il 1554.
A Leone Leoni Vespasiano commissionò, non sappiamo esattamente quando, la statua in bronzo che lo ritrae seduto, in vesti di condottiero vagamente classicheggianti; il gesto di clemenza allude, non a caso, al modello celebre del Marco Aurelio, come se Vespasiano volesse affermare una sua discendenza ideale dall'imperatore filosofo; e l'impressione è confermata dalla presenza dei due emblemi della spada e del libro, le armi, cioè, e la vita militare, e le lettere, la vita contemplativa (Groz, 1993; Ventura, 1996). La statua, classicamente tornita e cesellata con finezza nei dettagli, al modo consueto di Leone, fu collocata davanti al palazzo ducale nel 1588, e spostata poi, per volere di Vespasiano, all'interno della chiesa dell'Incoronata dove, secondo le disposizioni testamentarie del duca, dopo la sua morte doveva essere costruito un monumento funebre in marmo. La figlia di Vespasiano, Isabella, rispetterà la volontà del padre e nel 1592 chiamerà, per la realizzazione del monumento, lo scultore Giovanni Battista Della Porta (Carpeggiani, 1972).
La chiesa dell'Incoronata, costruita tra il 1586 e il 1588, era destinata a essere, infatti, nelle intenzioni di Vespasiano, la sua chiesa personale, e soprattutto il suo mausoleo privato: così si spiega forse la scelta del disegno ottagonale della pianta, ricca di citazioni dall'architettura lombarda del Rinascimento, e di richiami, non casuali, all'antichità classica.
Notizie storiche
Era stato assai breve, in effetti, il tempo dello splendore di Sabbioneta, meno di cinquant'anni: quanto era durata, esattamente, la signoria di Vespasiano Gonzaga Colonna, unico erede di un ramo cadetto dell'antica famiglia mantovana.
Prima dell'intervento di Vespasiano, Sabbioneta, che dal 1429 era entrata a far parte dei possedimenti dei Gonzaga, era solo un piccolo borgo: poche case "disunite e mal concie", come dice Ireneo Affò, biografo di Vespasiano (1780), riunite attorno alla rocca, e nient'altro, o quasi.
Vespasiano, non appena divenne signore di Sabbioneta, decise subito di mettere mano al volto urbanistico della città.Sabbioneta è, fin dall'inizio, urbs condita, città di fondazione del nuovo potere politico dell'ambizioso Gonzaga, e non, come spesso si è detto, città ideale, frutto di un sogno privato del duca, che voleva realizzare in Sabbioneta l'utopia che era stata degli intellettuali del Rinascimento, una idea, peraltro, ormai del tutto anacronistica, a quelle date.
La tesi tradizionale vuole che il rinnovamento urbanistico di Sabbioneta sia stato interamente progettato da Vespasiano Gonzaga, come suggerisce, del resto, Ireneo Affò nella Vita di Vespasiano scritta nel 1780, accennando al grande interesse del duca per l'architettura, e alla sua profonda conoscenza degli autori antichi. Il solo nome che ricorre costantemente nelle fonti e nei documenti è quello di Giovan Pietro Bottaccio, ingegnere responsabile dei lavori dal 1557 al 1584; ed è difficile credere, a giudicare dalla serrata sequenza di campagne militari che impegnò Vespasiano tra il 1555 e il 1557, e poi ancora tra il 1568 e il 1578, durante i lunghi anni passati al servizio dell'imperatore Carlo V, che il signore di Sabbioneta abbia potuto seguire personalmente l'andamento dei lavori.
La prima fase della ricostruzione di Sabbioneta si svolse probabilmente in tempi abbastanza rapidi: negli anni, probabilmente, che Vespasiano passò in Italia tra il 1559 e il 1564, la fisionomia urbanistica, ispirata alle antiche città romane, ma anomala, per il decumano dall'andamento spezzato e per l'assenza del cardo, almeno, doveva già essere ben definita, anche se il solo edificio di rappresentanza avviato era il Palazzo Ducale. E a buon punto era certamente anche il disegno a stella delle fortificazioni, tracciate a forma di poligono irregolare, quando nel 1562 Vespasiano emanò l'editto che imponeva a tutti i cittadini dello Stato di Sabbioneta l'obbligo di risiedere entro la cerchia delle mura e di svolgere in città tutti i propri commerci, i mercati, le attività artigianali (Mozzarelli, 1993). Era stata costruita, infine, la prima delle due porte della città, la Porta della Vittoria, che risulta già conclusa nel 1562.
Nel 1578, dopo il definitivo ritorno in Italia di Vespasiano, cominciò per Sabbioneta la seconda fase edilizia, la più intensa: venne eretto l'ultimo dei bastioni delle mura, il sesto (Marani, 1977) e, nelle vicinanze, venne aperta la seconda porta, la Porta Imperiale, in direzione di Mantova; ripresero i lavori al Palazzo Ducale e, attorno al 1580, fu avviato il cantiere della nuova chiesa parrocchiale, intitolata a S. Maria Assunta (Carpeggiani, 1972). Negli stessi anni, probabilmente, Vespasiano decise di costruire una residenza piccola e raccolta, destinata al suo riposo, il cosiddetto 'palazzo del Giardino'; e poco dopo, verso il 1583-84, volle anche una sua galleria privata, destinata a ospitare parte delle sue raccolte d'arte, il Corridor Grande (Carpeggiani, 1972).
Uso attuale: intero bene: abitazione
Uso storico: intero bene: difensivo, sede della signoria
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
Accessibilità: Per informazioni rivolgersi alla Pro Loco:
Tel. / fax +39 0375 52039
e-mail: iat@sabbioneta.org
www.sabbioneta.org/
La sede della Associazione si trova nel centro storico di Sabbioneta, in Palazzo Giardino, Piazza d¿Armi 1.
Sabbioneta si trova in Provincia di Mantova (Lombardia); dista circa 33 km dal capoluogo, 45 km da Cremona, 28 km da Parma.
E¿ facilmente raggiungibile in auto dalla autostrada A1 (casello di Parma centro), o dalla A22 (caselli di Mantova). E¿ collegata a Mantova, Parma e Cremona da linee di autobus, la stazione ferroviaria più vicina è a Casalmaggiore (circa 6 km).
I monumenti sono aperti (la biglietteria chiude mezzora prima la sera):
Da Ottobre a Marzo: 10.00 - 13.00/14.30 - 17.30 (18.00 nei giorni festivi). Chiuso il lunedì, eccetto festivi e prefestivi, il 25 Dicembre e il 1 Gennaio. Il 24 e 31 Dicembre 10.00 - 12.30.
Da Aprile a Settembre: feriali 10.00 -13.00/14.30 - 18.00 sabato, domenica e festivi 10.00-13.00/14.00/19.00. Chiuso il lunedì, eccetto festivi e prefestivi.
Per altre informazioni:
www.mantovasabbioneta-unesco.it
Riferimenti bibliografici
Conti F./ Hybsch V./ Vincenti A., I castelli della Lombardia, Novara 1992, [vol. 3], pp.156-157
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Carabelli, R. (1999)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2009)
Descrizione e notizie storiche: Monaco, Tiziana
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A060-00481/
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