Chiesa di S. Antonio Abate (ex)

Breno (BS)

Indirizzo: Piazza S. Antonio (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Breno (BS)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: Il bene, collocato nel centro storico integrato con altri edifici, si compone dell'edificio destinato alla chiesa (ora sconsacrata), dei locali di servizio e di un campanile; all'esterno è presente un piccolo sagrato con selciato e una fontana in pietra. La chiesa, con struttura in muratura portante continua, ha uno sviluppo longitudinale ed è a pianta rettangolare irregolare, con navata unica coperta con due volte a crociera. Il presbiterio a pianta rettangolare è coperto da una volta a crociera completamente affrescata. La pavimentazione dell'intero bene è prevalentemente in piastrelle ceramiche posate a formare motivi geometrici. Le pareti interne sono in parte affrescate e in parte intonacate e tinteggiate, quelle esterne sono intonacate.Il tetto è a due falde simmetriche. Il campanile, con pianta regolare, ha struttura portante in muratura continua in pietra; la cella campanaria è coperta da una cupola in rame

Epoca di costruzione: sec. XI - sec. XX

Autori: Giovanni Pietro da Cemmo, decorazione; Romani, Girolamo detto il Romanino, decorazione

Descrizione

La chiesa di Sant'Antonio è ubicata nella parte più antica del centro storico di Breno. Ha origini medioevali con successive trasformazioni documentate tra la fine del '400 e l'inizio del '500. L'esterno si caratterizza per la smussatura dell'angolo nord-ovest, dove si apre un grandioso portale di gusto rinascimentale. Il campanile, in muratura con copertura a cipolla settecentesca, si innalza nell'angolo sud-ovest. La parte originaria dell'immobile è individuabile nell'unica finestra ad ogiva, inserita nel prospetto principale, nella soprastante apertura a croce greca e negli archetti pensili del sottogronda, che troviamo sui tre lati visibili dell'edificio. L'interno presenta una navata di due campate, coperte da volte a crociera, come l'ampio presbiterio quadrangolare. Sulle pareti di quest'ultimo, troviamo opere notevoli come il ciclo delle Storie del profeta Daniele, affrescato da Girolamo Romanino tra il 1536 e il 1537 e la grande pala di Callisto Piazza del 1527, che raffigura una Madonna in trono con Bambino tra i SS. Sebastiano, Rocco, Antonio abate e Siro. Nell'intradosso dell'arco trionfale sono raffigurati dodici profeti, con copricapi orientaleggianti, di autore non identificato, forse di ambito foppesco. Sul lato destro della prima campata è ancora conservato un dipinto trecentesco, raffigurante la Madonna in trono tra i SS. Giovanni Evangelista, Antonio abate e Caterina d'Alessandria. Sul lato sinistro della navata, nel corso dell'ultimo restauro, sono stati riportati alla luce alcuni affreschi e una sinopia di Giovanni Pietro da Cemmo, che ha dipinto negli ultimi anni del '400 anche gli evangelisti e i padri della chiesa raffigurati nella volta presbiteriale.

Notizie storiche

La costruzione originaria viene ricondotta al XII secolo. La data 1372, leggibile sull'affresco della parete destra della prima campata, potrebbe confermare la realizzazione dell'edificio attuale attorno alla metà del XIV secolo. Anche il portale principale conserva, graffita nell'angolo in basso a destra, la data 1488, e questo darebbe ragione all'ipotesi di un ampliamento verso la fine del XV secolo. Di questo periodo sono gli affreschi di Pietro da Cemmo, che decorano la volta del presbiterio e il lato sinistro della navata; la pala di Callisto Piazza è invece del 1527, mentre le pareti del presbiterio sono state dipinte da Girolamo Romanino tra il 1536 e il 1537. Nella visita pastorale del 1578 monsignor Giorgio Celeri descrive l'immobile in ordine e ben utilizzato. Nella metà del XVIII secolo viene sistemato il tetto e alzato il campanile con la cupola bombata. Nel 1819 viene rifatto il pavimento in seminato alla veneziana, come documenta l'iscrizione visibile nel presbiterio. Tra la metà dell'Ottocento e i primi anni del Novecento l'edificio viene utilizzato per ospitare reparti militari di passaggio, ma anche un cinematografo. Tale riuso porta a notevoli tensioni tra le diverse autorità locali e nazionali, che si risolvono nel 1910 a seguito della notifica del Vincolo Monumentale. Tra il 1911 e il 1914 vengono effettuati i primi lavori di restauro. A partire dalla metà del Novecento vengono realizzati diversi interventi, come il rifacimento della copertura nel 1964 e nel 1978, la sistemazione del campanile nel 1975 e, nel 1999, il restauro degli affreschi a cadenza decennale fino all'ultimo nel 2000.

Uso attuale: intero bene: esposizioni temporanee

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Accessibilità: Orari da lunedì a domenica: 08.00 - 18.00
Per informazioni:
tel. 030.322611

Riferimenti bibliografici

AA. VV., Arte in Val Camonica, Breno 2004, v. V pp. 123-145 v. V ff. 129-130, 133-145, tt. XII-XVII

Pedersoli G.S./ Ricardi M., Guida di Val Camonica e valli confluenti, Esine 1998-1999, pp. 198-201 ff. 15-16

Ferri Piccaluga G., Il confine del Nord: microstoria in Vallecamonica per una storia dell'Europa, Darfo B.T. 1989, pp. 112-113

Fontana E., Terra di Valle Camonica, Brescia 1984, p. 60

Putelli R., Altre e minori vestigia di arte in Valle Camonica. Proposte di aggiunte all'elenco ministeriale. Saggio per Breno, Breno 1921, pp. 11,17-20

Canevali F., Elenco degli edifici monumentali e opere d'arte e ricordi storici esistenti nella Valle Camonica, Milano 1912, pp. 88-98

Credits

Compilazione: Ravelli Damioli, Michela (2004)

Aggiornamento: Morandini, Lucia (2014)

Descrizione e notizie storiche: Morandini, Lucia

Fotografie: Morandini, Lucia

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).