Palazzo Via Paolo da Cannobbio 33

Milano (MI)

Indirizzo: Via Paolo da Cannobbio, 33 (Nel centro abitato, integrato con altri edifici) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Edificio riconducibile allo schema a L , su griglia di pilastri in calcestruzzo armato e muri di tamponamento in laterizio; solaio in latero-cemento; copertura piana.

Epoca di costruzione: 1949 - 1950

Autori: Asnago, Mario, progetto; Vender, Claudio, progetto

Descrizione

La pianta segue l'irregolare forma del lotto, risvoltando per un breve tratto sulla via Albricci. Morfologia dell'area e, forse, condizionamenti della committenza obbligano i progettisti a soluzioni spaziali e distributive prive del particolare rilievo architettonico che, invece, caratterizza l'adiacente palazzo Zanoletti (via Albricci 8).
Costruito con una gabbia strutturale in cemento armato e muratura di tamponamento in laterizio, l'edificio occupa un'area di 450 mq, per un volume complessivo pari a 12.300 mc, distribuito su sette piani fuori terra. Nel sottosuolo è ricavato un piano cantinato.
Quattro negozi di differente superficie occupano il piano terreno e parte del livello seminterrato, abitabile. Ai piani superiori lo spazio è destinato ad uffici. La copertura è piana, con una terrazza praticabile.
Come per il contiguo palazzo di via Abricci 8, il rivestimento della fascia basamentale, sino al secondo piano, è in marmo perlino bianco; dal terzo all'ultimo livello, le facciate presentano una tessitura litoceramica di colore marroncino. Nel confronto, appaiono ampliate le vetrine dei negozi, le finestre ricavate nello sviluppo dei prospetti hanno taglio diversificato su via Paolo da Cannobio, mentre sulla testata sono identiche per dimensione alle aperture del contiguo palazzo di via Albricci.
I serramenti sono realizzati con differenti materiali: per le vetrine dei negozi al piano terra è scelto l'alluminio anodizzato, profilati di ferro per gli infissi a bilico verticale dei piani primo e secondo. Ai livelli superiori i serramenti installati sono in legno di larice.
L'atrio di ingresso, di forma trapezoidale, è in parte occupato dalla scala principale, allineata in sghembo alla parete. Oltre il vano dei due ascensori, si trova l'accesso alla guardiola e all'alloggio del portiere.
Lo spazio di tutti i livelli superiori è organizzato con cinque uffici per piano, di piccolo taglio, distribuiti da un corridoio centrale che disimpegna una stretta fascia di locali di servizio.
L'edificio è oggi interessato da un intervento di ristrutturazione, con denuncia di inizio di attività del 2003, su progetto dell'arch. Giancarlo Marzorati. I lavori, eseguiti dall'impresa Valsie S.r.l. di Roma, sono diretti dall'ing. Sandro Beltrami.

Notizie storiche

Committente è ancora il commendator Ferdinando Zanoletti, per il quale Mario Asnago e Claudio Vender hanno già progettato gli edifici milanesi di via Euripide 7 (1934) e 9 (1935), la casa a corte della Tenuta Castello a Torrevecchia Pia (1937), il palazzo di via Albricci 8 (1939-43); nell'anno dell'incarico, 1949, è in costruzione per lo stesso cliente l'edificio di piazza Velasca 4.
Con un decreto del ministro dei Lavori Pubblici, il 28 febbraio 1949 è approvato il piano di ricostruzione della porzione dell'area delimitata dalle vie Paolo da Cannobbio e Generale Albricci. Un anno dopo il piano è reso esecutivo; la convenzione tra il comune di Milano, proprietario del terreno, e la Società Immobiliare Alpaca è siglata l'1 marzo 1950. L'impegno sancito prevede la costruzione dell'edificio al n° 33 di via Paolo da Cannobio nei successivi due anni.
Nell'atto congiunto è specificato che lo stabile deve avere caratteristiche tali da creare un armonico rapporto architettonico con l'edificio contiguo, affacciato alla via Albricci, di proprietà della Società Alfe.
I vincoli esposti riguardano altresì l'altezza, che deve essere uguale per l'intero sviluppo dei prospetti su strada, e gli elementi architettonici delle facciate, con l'utilizzo omogeneo dei materiali di rivestimento.
La costruzione è realizzata dall'impresa Sogene, con la direzione dei lavori affidata agli stessi Asnago e Vender.
Il progetto, presentato all'esame della commissione edilizia privata il 22 marzo 1950, pare tener conto delle prescrizioni ed è approvato il 28 agosto dello stesso anno.

Uso attuale: intero bene: abitazione/ uffici

Uso storico: intero bene: abitazione/ uffici

Condizione giuridica: proprietà privata

Riferimenti bibliografici

Bottoni P., Antologia di edifici moderni in Milano, Milano 1954, pp. 60-62

Irace F., Milano Moderna. Architettura e città nell'epoca della ricostruzione, Moretti a Milano, Milano 1996, pp. 119-121

Cadeo F./ Lattuada M./ Zucchi C., Asnago e Vender. L'astrazione quotidiana, architetture e progetti 1925-1970, Milano 1999, pp. 112-113

Grandi M./ Pracchi A., Milano. Guida all'architettura moderna, Architettura, città e regime, Bologna 1980, p. 187

Boriani M./ Morandi C./ Rossari A., Milano contemporanea. Itinerari di architettura e urbanistica, Milano 1986, p. 203

Consalez L./ Peirone S., Asnago e Vender. L'isolato di via Albricci a Milano, Firenze 1994, pp. 16, 19-21, 24-26, 30-31

Fonti e Documenti

Archivio Asnago-Vender, AV114, Edificio per abitazioni e uffici via Paolo da Cannobio 33, Milano 1949

Archivio Civico del Comune di Milano

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2005)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

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