Monumento ai Caduti

Erba (CO)

Indirizzo: Largo Clerici (Nel centro abitato, in posizione dominante) - Incino, Erba (CO)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: tempio civico

Configurazione strutturale: Complesso costituito da una scalinata monumentale in pietra, con attacco circolare alla base, dalla quale si accede al sacrario ed alla terrazza superiore, cui fa da fondale una quinta ad esedra in pietra, aperta da portali arcuati ed architravati. La copertura del sacrario è piana, su di essa si allunga il prato a livello della terrazza.

Epoca di costruzione: 1926 - 1932

Autori: Terragni Giuseppe, progetto

Descrizione

Il monumento sorge nel punto in cui convergono alcune strade, vicino a Villa Clerici, dimora storica, e non lontano dalla chiesa parrocchiale e da villa Majnoni, dove ha sede il municipio.
Attraverso un'ampia scalinata in pietra, orientata da ovest ad est, si sale alla sommità del colle, dove lo spazio del monumento è organizzato attorno alla doppia scala che cinge il sacrario.
La scalinata supera un dislivello di circa venticinque metri; è costituita da quattro rampe lineari cadenzate sul passo di tre pianerottoli, lungo il pendio naturale del luogo. La scala è un inserimento netto che interrompe la coltre erbosa, come fosse una dura concrezione che emerga dalla leggerezza del prato. Due filari di cipressi affiancano la scalinata accompagnando la salita alla terrazza superiore, dove si apre il sacrario. Ancora è sottolineato il rapporto del monumento con il paesaggio collinare.
Raccogliendo la consuetudine degli spazi e delle architetture rurali, la scala è costruita con gradini in pietra e ciottoli di fiume.
La terza rampa, in cima alla scalinata, si conclude di fronte all'edificio cilindrico dove si trova la cripta del sacrario, elevato sulla terrazza che domina il paesaggio. Due rampe di scala si allungano ad emiciclo attorno al sacrario e salgono alla terrazza, sulla quale fa da fondale un'esedra in pietra, aperta fra due ali e traforata da portali ad architrave e ad arco.
Un disegno complessivo che si articola nella contrapposizione di elementi curvilinei, concavi (l'esedra) e convessi (il sacrario e le scale ad emiciclo).
Una scritta campeggia nella cornice curvilinea del sacrario, al di sopra dei portali di accesso alla cripta; vi si legge: "per quelli che furono, per quelli che sono, per quelli che saranno".
La terrazza è ricoperta dal manto erboso, con due tracciati ortogonali in pietra che marcano ad un tempo gli assi cartesiani, con le direzioni dei punti cardinali, e il simbolo della cristianità. L'architettura è semplice, priva di ornamenti, severa nella composizione come nella scelta dei materiali e degli effetti cromatici, in un bel rapporto e contrasto tra la durezza della pietra e la morbidezza e lucentezza del verde, sia esso il prato, siano essi gli alberi che cingono e marcano l'inserimento del monumento nel paesaggio.
L'opera di Terragni si discosta non poco dalla più vasta teoria di monumenti celebrativi ai caduti del dopoguerra, suscitando la reazione polemica degli artisti migliori. Il progettista non cede alla retorica della celebrazione diretta degli eventi, ma ricorre ad un linguaggio molto semplice e comprensibile ai più, utilizzando nella sua trama gli elementi del luogo che si riflettono nel paesaggio circostante, al quale inevitabilmente tutta la composizione e lo spazio così organizzato si riferisce.

Notizie storiche

Erba, località a sud del lago di Como, definita da Cesare Cantù "la più gioconda della Brianza", è costituita da piccoli centri abitati tra le colline, immersi nel paesaggio trapuntato da cascinali nella campagna e dimore storiche con parchi e giardini.
Un paesaggio ordinato da regole di simmetria e coni prospettici, organizzato attorno alle masse arboree dei boschi e ai filari di cipressi a delimitare le dimore storiche, dei gelsi a segnare la tessitura dei campi.
Giuseppe Terragni nel progetto del Monumento ai Caduti interpreta il paesaggio particolare della Brianza erbese, cogliendone gli aspetti più significativi ed esaltandoli in una composizione di grande suggestione.
Progettato nel 1926 e realizzato tra il 1928 e 1931, il monumento è posto in posizione d'altura, elevato sulla località a dominare il tessuto edificato e la campagna.
Il tema che Terragni qui rappresenta è dunque l'ascesa, dal basso verso l'alto; tema del resto ripreso dall'architetto in altri progetti, dove l'emblematico uso della scala diventa occasione per rappresentare, non solo simbolicamente, il collegamento tra la vita della comunità, con il suo spazio cittadino, e il luogo della memoria.
Nella cripta in origine era collocato un pannello in bronzo ad altorilievo di Lucio Fontana, rappresentante la Vittoria. In una notte del 1936 il pannello, poco amato dalle autorità, fu rimosso per ordine del podestà, custodito per qualche tempo in una soffitta del palazzo comunale e quindi distrutto in fusione per ricavarne bronzo.
Quando è costruito il monumento di Terragni, sulla cima del colle e poco distante dal sacrario, è già realizzato un giardino, organizzato attorno ad un teatro all'aperto, il Licinium, derivato dal nome dell'antico insediamento romano sulla strada che conduceva da Como a Bergamo. Importante farvi riferimento perché il Monumento ai Caduti, di fatto, crea un nuovo accesso al giardino e ne costituisce una sorta di continuazione e completamento.
Del giardino del Licinium il monumento di Terragni riprende non solo il legame tra linee rette e curvilinee ma anche il rapporto tra segni incisi nel suolo e strutture in elevazione, in un continuo confronto tra natura e classicità.
In una lettera del 1932, il progettista scrive a Bardi affermando che la sua opera "non è l'ultima parola sul razionalismo però è, nonostante i sei anni trascorsi, il primo monumento moderno fatto in Italia".

Uso attuale: intero bene: spazio celebrativo

Uso storico: intero bene: spazio celebrativo

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Riferimenti bibliografici

Zevi B., Giuseppe Terragni, Bologna 1980, pp. 5, 14-19, 42-45

Cavadini L., Il Razionalismo Lariano. Como, 1926-1944, Milano 1989, pp. 5, 8, 11, 14-19, 120, 121

Ciucci G., Giuseppe Terragni 1904-1943, Milano 1996, pp. 307-310

Damia G., Giuseppe Terragni. Oltre il razionalismo, Como 2003

Cavadini L., Architettura razionalista nel territorio comasco, Como 2004, pp. 5, 18, 19, 26, 27, 114, 116

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Catalano, Michela (2005); Garnerone, Daniele (2005)

Aggiornamento: Galli, Maria (2009)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

Fotografie: Garnerone, Daniele; Leoni, Marco

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