Edificio per abitazioni Via Giovanni Pacini 23

Milano (MI)

Indirizzo: Via Giovanni Pacini, 23 (Nel centro abitato, integrato con altri edifici) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Edificio con pianta a forma rettangolare, con una addizione rettangolare nel cortile interno, con struttura portante a pilastri in cemento armato su fondazioni a plinto e murature di chiusura e partizione interna in laterizio forato, con copertura in parte a falda, in parte piana.

Epoca di costruzione: 1934 - 1936

Autori: Palanti, Giancarlo, progetto

Descrizione

Nella zona Città Studi, a poca distanza da piazzale Piola, sul quale si innesta con direzione nord est la via Giovanni Pacini, si trova questo interessante edificio residenziale costruito alla metà degli anni Trenta su progetto dell'architetto Giancarlo Palanti.
Il piccolo lotto rettangolare ha consentito l'edificazione di un fabbricato rivolto principalmente alla strada e con un corpo di minori dimensioni nel cortiletto interno. I due corpi di fabbrica sono serviti al centro del sistema dalla medesima scala, con gli alloggi raggiunti dai pianerottoli opposti e quindi posti su livelli sfalsati di mezzo piano.
L'edificio ha struttura portante in cemento armato e murature d'ambito in mattoni forati. Su strada si eleva su sette piani complessivi, con due appartamenti per piano, ed è concluso da una copertura a falda; verso l'interno del lotto, il fabbricato è più basso, con un solo alloggio per piano, e coperto da una terrazza praticabile.
Il prospetto principale è impostato sull'asse di simmetria al quale corrisponde un doppio ordine di logge, in sensibile aggetto, mentre ai lati si allineano finestre singole ad ogni piano. La facciata è rivestita con mattonelle di litoceramica, materiale molto utilizzato in quegli anni e in questo caso risultato particolarmente felice; gradevole l'effetto cromatico generato dalla finitura ad intonaco tinteggiato di bianco delle logge sul fondale del rivestimento in piastrelle di colore verde-azzurro, sintesi della concezione estetica dell'architetto nel consapevole ricorso alla semplicità della composizione.
Unico elemento a differenziarsi è il portale d'accesso, carraio e pedonale, posto a destra, mentre nella porzione di piano che risulta sono organizzate la portineria e l'abitazione del custode.
Accanto ai rivestimenti in marmo Bardiglio della scala principale e ai mosaici dell'atrio, negli alloggi sono utilizzati la graniglia di marmo ed il parquet a pavimento.
Nel corpo verso strada i due alloggi per piano sono identici, con ingressi padronale e di servizio; lo spazio razionalmente distribuito comprende locali di soggiorno e pranzo affacciati alle logge.

Notizie storiche

Giancarlo Palanti apre nel 1931 apre uno studio con Franco Albini e Renato Camus. La loro attività congiunta, accolta con qualche fastidio in un ambiente poco disponibile al confronto con le iniziative professionali dei giovani, si confronta con le esperienze di design, arredamento ed il progetto architettonico, in particolare con l'edilizia popolare partecipando al concorso per il quartiere Baracca a San Siro (1932) e poi realizzando i quartieri dell'IFACP Fabio Filzi (1936-1938), Gabriele D'annunzio e Ettore Ponti (1939).
Sono anni di dibattito culturale attorno al razionalismo, al quale Palanti partecipa, con i colleghi più affiatati nell'ambiente della scuola milanese.
Nel 1934 il progetto dell'edificio fu commissionato all'architetto da Emilio Ceretti, amministratore unico della Società Anonima Immobiliare Milano Ticino, proprietaria di una piccola area edificabile nell'isolato tra le vie Pacini, Ampére, Betteloni e Poggi. La zona in formazione è destinata al maggiore sfruttamento immobiliare derivato dallo spostamento della stazione centrale e dalla conseguente revisione del tracciato ferroviario, con la riorganizzazione funzionale delle attività di servizio a partire dall'insediamento del nuovo Politecnico.
La relativa lunghezza del lotto rispetto alla contenuta larghezza verso strada ha suggerito al progettista un impianto distinto in due corpi di fabbrica, collegati dalla scala centrale a due rampe. Lo schema semplice della costruzione è sottolineato in modo incisivo dal ricorso a pochi e sobri elementi distintivi dell'architettura: dalla razionale distribuzione interna degli spazi all'appropriato uso dei materiali di rivestimento che sottolineano la netta affermazione della architettura di Palanti rispetto alle più consuete ed anonime realizzazioni del tempo. Quasi un termine di paragone per quelle che andavano sorgendo nei nuovi quartieri.
La costruzione dell'edificio, eseguita dall'Impresa Bianchi e Chiorino, è portata a termine nel 1936, un anno e mezzo dopo l'inizio dei lavori.

Uso attuale: intero bene: abitazione

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Riferimenti bibliografici

Casabella, Una casa a Milano, Milano 1935, n. 96 pp. 6-10

Domus, Arch. G.C. Palanti - Casa in via Pacini a Milano, Milano 1936, n. 100 p. 6

Moretti B., Case d'abitazione in Italia, Milano 1939

Cassi Ramelli A., Documenti di Architettura, 1945, n. 1

Grandi M./ Pracchi A., Milano. Guida all'architettura moderna, L'architettura razionale, Bologna 1985, pp. 169, 183

Gramigna G./ Mazza S., Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano 2001, p. 157

Fonti e Documenti

Archivio Civico Milano, Edilizia privata, atti n° 117265/1937

Percorsi tematici:

Collegamenti

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2007)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

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