Edificio per abitazioni Ina-Casa

Milano (MI)

Indirizzo: Via Giuseppe Pagano Pogatschnig, 40 (Nel centro abitato, isolato) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Edificio con pianta a forma rettangolare, con due addizioni corrispondenti ai corpi dei collegamenti verticali, a struttura portante di pilastri in cemento armato su fondazioni a plinto e murature di chiusura e partizione interna in laterizio forato, con copertura a tetto a due falde asimmetriche.

Epoca di costruzione: 1949 - 1951

Autori: Lingeri, Pietro, progetto; Zuccoli, Luigi, progetto

Descrizione

Giunti alla fermata QT8 della linea rossa, e percorrendo i bordi alberati di viale Salmoiraghi si giunge in pochi minuti sul luogo di uno dei più interessanti edifici del quartiere realizzato a partire dalla seconda metà degli anni Quaranta a nord ovest di Milano. E' la cosiddetta casa per abitazioni economiche, costruita tra il 1951 e il 1952 su progetto di Pietro Lingeri e Luigi Zuccoli.
L'edificio è anche di imponenti dimensioni, ben colte a distanza, attraverso le fronde ombrose degli alberi disseminati nelle ampie zone verdi circostanti. Grandiose appaiono le due facciate principali, ritmicamente composte dall'allineamento delle logge alternate alle finestre a taglio orizzontale, ad est, o piuttosto dalle balconate del fronte esposto ad ovest, dove fanno da contrappunto le poderose linee dei volumi dei collegamenti verticali. Purtroppo la lettura dell'originario disegno dei vuoti e dei pieni risulta molto compromesso dalla episodica chiusura delle logge con impennate di vetro. Del resto, anche lo stesso Bottoni nella guida agli edifici moderni di Milano, non mancava di sottolineare il contributo degli abitanti alla composizione cromatica della facciata, con "il perfetto inquadramento delle macchie di colore degli indumenti e degli stracci permanentemente esposti ad asciugare in questa o quella loggia", un valore aggiunto "di ordine decorativo in luogo del solito disordine proprio del prospetto di una casa popolare".
Ma tant'è, registrato l'inevitabile e diffuso adeguamento dello spazio privato alle esigenze del singolo, l'edificio mantiene una forte caratterizzazione architettonica ergendosi isolato fra case a schiera di altezza minima e aree verdi e destinate alla ricreazione. Orientato secondo l'asse eliotermico, con le testate rivolte a nord e a sud, si eleva su undici piani fuori terra; la struttura portante è in calcestruzzo armato con murature perimetrali in mattoni forati e camera d'aria. Due blocchi verticali, distanziati dal prospetto ad ovest, ospitano le scale e gli ascensori di ampiezza commisurata al trasporto di 8 persone. Attraverso le logge allungate su tutto il prospetto sono ricavati i collegamenti agli alloggi, accessibili tramite tre gradini essendo posti ad una quota superiore ai percorsi di distribuzione, soluzione adottata per evitare la vista all'interno dei singoli appartamenti. Le unità abitative hanno tagli differenziati, di 2, 3, 4, e 5 locali più i vani di servizio.
Al piano terreno, con varchi passanti, si trovano due ingressi principali e le relative portinerie con annesso alloggio. Non manca l'apporto decorativo di opere pittoriche a sottolineare la cura dei dettagli: negli atrii sottoportico sono allestiti mosaici a ceramica di Roberto Crippa, Gianni Dova e Atanasio Soldati.

Notizie storiche

Con la Triennale di Milano del 1947 prende avvio il quartiere sperimentale alle porte di Milano, a nord ovest della città, tra l'asse di viale Certosa e l'ippodromo di San Siro. All'impresa, voluta da Piero Bottoni, commissario straordinario dell'VIII Triennale, e sostenuta in parte con finanziamenti del Ministero dei Lavori Pubblici, sono chiamati molti qualificati architetti a dare il proprio contributo progettuale. Il quartiere sarebbe stato libero, anche se parzialmente, dai vincoli e dai regolamenti applicati nelle altre zone della città. Il piano urbanistico concepito prevedeva non soltanto tipologie edilizie diverse, ma anche servizi pubblici e tanti spazi verdi in un ampio comparto organizzato e autosufficiente, ben collegato alla città. Riflettendo i principi urbanistici del Movimento Moderno, il nascente QT8 avrebbe consentito di affrontare simultaneamente le istanze sociali, il diritto alla casa per tutti, gli aspetti progettuali della casa economica e popolare, i processi costruttivi industriali e di prefabbricazione.
Fra i tipi edilizi promossi dal piano, alcuni edifici di grande dimensione, dallo sviluppo prevalentemente longitudinale e multipiano, soluzione sino a quegli anni ancora poco diffusa in Italia.
L'Istituto autonomo per le case popolari della provincia di Milano affida agli architetti Pietro Lingeri e a Luigi Zuccoli l'incarico del progetto di un edificio di questo tipo, l'Ina-Casa realizzata tra il 1949 e il 1951 in una zona centrale a sud del quartiere, interessata da soluzioni e tipologie edilizie miste.
Un primo progetto è presentato per l'approvazione comunale nell'ottobre 1949: l'edificio, con un volume pieno al piano terreno e due piani-tipo differenziati da replicarsi in elevazione, suscita perplessità per "l'eccessiva monotonia" di una facciata. Prima della fine dell'anno il progetto modificato sulla base delle osservazioni è ripresentato, con i sostanziali aggiornamenti che porteranno alla realizzazione: varchi e porticati al piano terreno, un solo piano-tipo per dieci alloggi. Per recuperare il volume sottratto con le gallerie a quota del terreno, i progettisti adottano la soluzione di un nuovo livello in sommità, arretrato dal perimetro di facciata e con una falda in copertura. La maggiore altezza così raggiunta non risponde però ai parametri di riferimento, che limitano l'altezza a 30 metri e a dieci piani; solo nel 1952 la Commissione consultiva per l'attuazione del piano regolatore approverà la variante, legittimando il progetto così realizzato.

Uso attuale: intero bene: abitazione

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Riferimenti bibliografici

Bottoni P., Antologia di edifici moderni in Milano, Milano 1954, pp. 211-214

Grandi M./ Pracchi A., Milano. Guida all'architettura moderna, La ricostruzione, Bologna 1980, pp. 247-248

Consonni G./ Meneghetti L./ Tonon G., Piero Bottoni. Opera completa, Quartiere sperimentale dll'ottava Triennale QT8 a Milano, 1946-53, Milano 1990, pp. 340-344

Gramigna G./ Mazza S., Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano 2001, pp. 208-209

Pietro Lingeri (1894-1968), Milano 2004, pp. 327-331

Leyla Ciagà G./ Tonon G., Le case nella Triennale. Dal parco al QT8, Milano 2005

Fonti e Documenti

Archivio Civico Milano, Edilizia privata, atti n° 66022/1959

Direzione Regionale dei Beni Culturali della Lombardia, Politecnico di Milano, Master FSE II Livello 2004-2005 Restauro del Moderno, QT8 Quartiere sperimentale della ottava Triennale, Tutor: arch. D. Lattanzi

Percorsi tematici:

Collegamenti

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2007)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

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