Bicocca degli Arcimboldi

Milano (MI)

Indirizzo: Viale Sarca, 214 (Nel centro abitato, isolato) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: villa

Configurazione strutturale: L'edificio, su tre piani, si sviluppa su una pianta rettangolare delle dimensioni di 40 x 13 m. Presenta un porticato a colonne verso levante su cinque arcate a tutto sesto, in posizione non simmetrica, con soffitto a capriate lignee; l'ultimo piano è costituito da un loggiato (altana) che occupa tutta la superficie della villa, coperto con capriate lignee che sostengono le falde del tetto; una cantina, voltata a crociera, si estende solo parzialmente su un'area quadrata. Le restanti strutture orizzontali sono realizzate con solai a travi lignee. All'estremità della facciata meridionale, è presente un piccolo avancorpo con la scala che immette al primo piano e al loggiato: unico collegamento verticale prima del novecentesco scalone interno a tre rampe. La struttura verticale è presumibilmente costituita da pareti portanti in laterizio.

Epoca di costruzione: seconda metà sec. XV

Descrizione

La villa, riparata da una fitta vegetazione, alle porte di Milano, appare "un oggetto di antiquariato" nascosto che, privato all'inizio del XX secolo, di rustici e cascinali è, ancora oggi, volutamente isolato; nell'immediato intorno l'era post-industriale ha reinterpretato l'area dello stabilimento Pirelli con le moderne forme terziarie che determinano oggi il paesaggio della "nuova Bicocca".
La dimora, su tre livelli, dalla volumetria a blocco compatto, si affaccia sul verde attraverso un portico a nord: atrio signorile e riparo. Un piccolo avancorpo, nell'angolo sud-ovest, con una scala e aperture ad oculo sfalsate, conduce all'altana, vastissimo belvedere sopra il piano nobile, con un susseguirsi di bifore e capriate lignee, dal quale lo sguardo spaziava sul territorio in tutte le direzioni.
Se l'altana è vicina a modelli fiorentini, il colore e la scelta dei materiali sono uno degli aspetti più lombardi della villa, animata dall'uso della terracotta con una modellazione tipica dell'architettura rinascimentale locale. Le superfici esterne sono infatti ravvivate da aperture, disposte asimmetricamente, con archi strombati a tutto sesto e a sesto acuto dalle elaborate cornici e sottogronda in cotto (ad archetti, a tortiglione e con testine) e decorate da motivi fitomorfi graffiti nell'intonaco, tecnica che si ritrova anche in alcuni ambienti interni.
La villa rappresenta oggi una testimonianza di architettura e arte quattrocentesca, conservatasi 'integra', per il costante interesse suscitato nel corso del XX secolo; quasi interamente decorata, custodisce, in due ambienti, un ciclo di affreschi che riflette l'ideale di vita e lo stile del periodo di Ludovico il Moro. I piaceri del vivere in villa sono rappresentati sulle pareti dello scalone che conduce al piano nobile e si rifanno ai modi stilistici di Bonifacio Bembo e alla tradizione iconografica degli arazzi nordici, ricamati con gli svaghi delle classi agiate.
Un esempio rarissimo di rappresentazione della vita femminile in una dimora aristocratica si ha invece nella "sala delle dame", al piano nobile, dove sono affrescate le prime ore della giornata della padrona, dal gioioso levarsi accompagnata dalla musica, all'esercizio dell'intelletto nel gioco degli scacchi, fino alla preparazione del letto nuziale. Gli influssi stilistici sono da ricercare, per le acconciature, gli abiti e il muoversi aggraziato, nel gotico cortese di Masolino da Panicale.

Notizie storiche

La villa fu costruita nella seconda metà del XV secolo su commissione degli Arcimboldi, come casino di caccia e per la villeggiatura della famiglia. Gli studi condotti sino ad oggi hanno individuato due date come termini di riferimento per la costruzione: il 1464, anno della realizzazione del Banco Mediceo di Milano da cui deriverebbe, per affinità culturale o perché di riuso, il fregio marcapiano sotto l'altana con il motto "droit semper" e il 1488, data della missione in Ungheria, presso la corte di Mattia Corvino, di Guido Antonio Arcimboldi che, a memoria dell'evento, commissionò la decorazione del portico, ora nascosta da graffiti posteriori.
Dopo l'estinzione degli Arcimboldi nel 1732, la villa, passata in proprietà a varie famiglie, tra cui anche gli Arconati, fu degradata a cascina rustica fino all'intervento di restauro del primo decennio del XX secolo: diresse i lavori probabilmente Luca Beltrami, mentre Ambrogio Annoni, architetto della Soprintendenza, eseguì l'intervento. Sotto il ballatoio e le aperture rettangolari, dovute ad incaute trasformazioni documentate dalle foto d'epoca, riapparvero tracce della decorazione architettonica originale, delle arcate del portico e di affreschi nelle sale interne. Secondo un concetto di restauro, all'epoca ritenuto valido, la Bicocca "rinacque": si seguì infatti, per esterni ed interni, il criterio della ricostruzione in stile sulla base delle tracce originali, o per analogia con edifici lombardi coevi. Con "licenza" furono inseriti ex novo, sull'altana, alcuni camini e un campanile a vela, con orologio, sulla fronte orientale.
Nel 1918 la Pirelli acquistava il bene; la villa divenne sede del museo della gomma e di una scuola materna per i figli delle maestranze: una delle aule, al piano terra, fu affrescata con il motto "sempre el dovere", ripetuto insistentemente su tutte le pareti.
Nel 1933 Annoni diresse un secondo restauro che coinvolse, con ampie integrazioni, la decorazione della "sala delle dame", scoperta nel primo intervento.
Piero Portaluppi inserì la sua "cifra" stilistica con un nuovo restauro negli anni '50 che comportò la progettazione di uno scalone d'onore e modifiche nella distribuzione degli spazi, motivate da necessità funzionali. Da allora sino ad oggi, infatti, la Bicocca, è sede di rappresentanza della Pirelli; dopo un nuovo intervento, condotto negli anni '90 su giardino e arredi, con la direzione di Piero Castellini, continua ad essere un palinsesto degli stili del passato e degli approcci all'architettura storica.

Uso attuale: intero bene: sale rappresentanza, riunioni, mensa dirigenti

Uso storico: due sale: museo storico delle industrie della gomma; intero bene: abitazione; intero bene: scuola materna/ biblioteca; intero bene: cascina

Condizione giuridica: proprietà privata

Accessibilità: Come arrivare
tram 11.
autobus 723; 724; 727.

Note
Di proprietà privata. Ospita la sede di rappresentanza e l'archivio della Pirelli.

Riferimenti bibliografici

Sant'Ambrogio D., Lega Lombarda, Noterelle d'arte, Milano 1905

Annoni A., La Bicocca degli Arcimboldi. L'edifico quattrocentesco della Bicocca presso Milano, Milano 1922

Annoni A., Di alcuni dipinti della Bicocca degli Arcimboldi, Roma-Milano 1934

Annoni A., Scienza e Arte del Restauro architettonico, La villa Mirabello di A. Annoni, Milano 1946, pp. 51-52 tav. X, XI, XII

Mezzanotte P./ Bascapè G.C., Milano nell'arte e nella storia, Milano 1948, pp. 804-805

Modesti R., Rivista Pirelli, La Bicocca degli Arcimboldi, 1959

Langé S., Ville della provincia di Milano. Lombardia 4, Milano 1972, pp. 54-65

Grassi L./ Cogliati Arano L., La Bicocca degli Arcimboldi, Milano 1977

Binaghi Olivari M.T./ Süss F./ Bagatti Valsecchi P.F., Le ville del territorio milanese, Milano 1989, v. I pp. 22, 26; v. II pp. 85, 135

La Bicocca degli Arcimboldi, Milano 2000

Fonti e Documenti

Archivio di Stato di Milano, mappe del catasto teresiano, 3367, foglio 1 (1721)

Archivio di Stato di Milano, mappe del catasto lombardo veneto, allegato, 5107, foglio 1 (1855-7)

Archivio di Stato di Milano, mappe del catasto lombardo veneto, 2729 , foglio 3 (1865-87)

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Piccolo, Olga (2006); Varalli, Francesca (2006)

Descrizione e notizie storiche: Piccolo, Olga; Varalli, Francesca

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