Villa Saporiti - complesso

Como (CO)

Indirizzo: Via Borgovico, 150 - Como (CO)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: villa

Configurazione strutturale: Edificio in muratura con impianto di forma rettangolare sviluppato su due piani di altezza con un corpo convesso sopravanzante dal prospetto fronte lago corrispondente ad un ambiente voltato a doppia altezza. Tetto a padiglione con copertura in coppi.

Epoca di costruzione: 1791 - 1793

Autori: Pollack, Leopoldo, progetto villa; Cagnola, Luigi, scalone d'onore; Fuentes, Giorgio, decorazioni Salone d'Onore; Gaggini, Bernardo, decorazioni dell'esedra

Comprende

Descrizione

Di forte impronta neoclassica, la villa introduce tuttavia alcuni elementi dell'architettura settecentesca dell'Europa centrale che ne addolciscono l'aspetto, come ad esempio l'inserimento nel corpo centrale di una sala ellittica (Salone d'Onore), che muove il prospetto sul lago e funge da baricentro alla composizione. La tradizionale impostazione centrifuga delle dimore barocche viene grazie a questa soluzione abbandonata a favore di un impianto centripeto, inusuale nell'architettura lombarda dell'epoca. Il corpo principale, disposto su duplice livello, viene affiancato da due ali laterali simmetriche. Esso presenta due prospetti completamente diversi: più sobrio quello su via Borgovico, monumentale e brioso sul lago. In quest'ultimo, infatti, prevale il motivo dell'esedra, sulla quale si concentra il maggiore sforzo decorativo: colonne e lesene in stile dorico sono sovrastate da un coronamento di statue in pietra arenaria raffiguranti Giove, Giunone, Marte, Venere, Apollo e Nettuno, mentre gli spazi tra le colonne sono ritmati da medaglioni contenenti raffigurazioni di divinità fluviali. Questa parte prospiciente il lago immette nel giardino, originariamente all'inglese.
Il prospetto opposto, ad ovest, offre una sequenza di aperture rettangolari, la cui serialità è interrotta al centro da un'apertura a tre fornici incorniciata da paraste ioniche sulle quali è impostato il balcone e la parte superiore con timpano lievemente aggettante.
Alla severità dell'esterno fa da contrappunto la ricchezza decorativa degli interni, in particolar modo del Salone d'Onore, il cui volume scenografico è impreziosito da stucchi e sculture. In questo ambiente lo spazio si dilata fino a comprendere in altezza due piani dell'edificio. Il soffitto a volta è decorato con rilievi in stucco e lunette: la cupola ribassata è enfatizzata dal gioco in prospettiva di rosette via via digradanti verso la sommità, mentre nell'anello perimetrale ai piedi della calotta motivi di ninfe danzanti si alternano alle lunette recanti medaglioni che raffigurano uomini illustri, molti dei quali membri della famiglia committente. La scelta di queste rappresentazioni, unitamente alla tematica mitologica delle statue poste sopra gli ingressi, risponde perfettamente ad un preciso programma iconografico encomiastico dei Doria Sforza Visconti. La cupola è impostata su un architrave la cui ornamentazione a volute di vegetali è intervallata da piccole aquile poste in corrispondenza delle sottostanti semicolonne corinzie, scanalate con capitelli dorati, che ripropongono il modello della tav. XIV degli Ornamenti diversi di Giocondo Albertolli.
La decorazione del Salone viene riproposta in scala minore nel Salottino d'angolo a pianta ellittica, che presenta un motivo di paraste binate con capitelli con testa di medusa. L'ambiente è influenzato dal gusto per l'antichità romana rintracciabile nel mosaico pavimentale e nei busti marmorei di imperatori romani sopra le aperture.
Il Salone dell'Imperatore si divide a mezzo di una parete in due sale distinte per tipo di decorazione: la più ragguardevole delle quali è la Sala Etrusca, che riprende la tendenza dell'ornato delle Logge Vaticane con pareti dipinte con tecnica simile all'encausto e volta a crociera con pergolato e decorazioni a grottesche.
L'atrio della villa, sovrastato da volta lunettata, inquadra sullo sfondo, per mezzo di un arco a tutto sesto, lo scalone d'onore progettato dal Cagnola. Esso si sviluppa tramite una prima rampa dritta che si diparte in due rampe curvilinee simmetriche, che sembrano idealmente racchiudere uno spazio ancora una volta ovale.
Il ruolo svolto da Eleonora Villani nella realizzazione della villa resta eternato in una lapide posta sulla parete destra dell'atrio.

Notizie storiche

La villa è ubicata sulla sponda occidentale del lago di Como, in una zona appena fuori del centro storico caratterizzata dalla presenza di altre dimore gentilizie risalenti al XVIII e XIX secolo.
Il sedime dell'edificio insisteva su un'area appartenente all'Ordine dei padri Filippini e delle monache di S. Agostino e ad essi alienata in seguito alle riforme religiose promosse da Giuseppe II d'Asburgo alla fine del XVIII secolo, grazie alle quali molti beni fondiari furono nuovamente immessi nel mercato a prezzi vantaggiosi.
A beneficiare di ciò, nel caso in questione, furono i marchesi Villani, che nel 1783 acquistarono alcuni ettari di terreno per la costruzione di una villa per la villeggiatura. L'area si prestava particolarmente per la compresenza di alcuni requisiti, tra i quali la vicinanza ai luoghi della villa cinquecentesca di Paolo Giovio. La contessa Eleonora Doria Sforza Visconti non si limitò ad essere la principale committente dell'opera, edificata tra il 1790 ed il 1793, ma contribuì anche alla prima idea progettuale, portando dai suoi viaggi un disegno preliminare, successivamente modificato dai tecnici incaricati della direzione dei lavori: Leopold Pollack e l'architetto Bianchi. Alcune divergenze con l'architetto viennese Pollack condussero i marchesi alla decisione di revocargli l'incarico a lavori già intrapresi e a rivolgersi a Luigi Cagnola per l'esecuzione della scala d'onore e la risoluzione di problemi tecnici.
Portata a termine la realizzazione, la villa si impose per la sua eleganza ed ospitò personaggi di rilievo, tra i quali si annovera Napoleone Bonaparte nel 1797. Nel 1858 divenne di proprietà del marchese Apollinare Rocca Saporiti (da cui l'attuale denominazione). Tra il 1950 e il 1953 fu sottoposta a lavori di restauro da parte dell'Amministrazione provinciale di Como, che ne acquisì la proprietà con l'intenzione di farne la propria sede.

Uso attuale: villa: uffici amministrativi

Uso storico: villa: abitazione

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Riferimenti bibliografici

Provincia di Como, Saporiti, Gallia e Amalia. Ville storiche della Provincia di Como, Como 2000

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Catalano, Michela (2004)

Aggiornamento: Paci, Giovanna (2006); Galli, Maria (2010); Leoni, Marco (2014)

Descrizione e notizie storiche: Paci, Giovanna

Fotografie: Mussi, Lorenzo

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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