Villa del Balbiano - complesso

Ossuccio (CO)

Indirizzo: Piazza Cardinal Durini - Ossuccio (CO)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: villa

Epoca di costruzione: ante 1778

Comprende

Descrizione

La facciata, dalle linee semplici e sobrie, scandite da motivi ornamentali in pietra grigia con un portale a bugnato, si affaccia direttamente sullo specchio d'acqua antistante dove il Durini aveva fatto erigere una torre-faro per i naviganti, andata distrutta nel secolo scorso, con campane e orologio. Tutto intorno lo sguardo spazia sul giardino dove fanno bella mostra di sé le statue e le fontane del cardinale. Provenendo dalla strada Regina, un ninfeo fiorito di iris azzurre conduce al viale d'accesso delimitato da siepi di bosso sui cui lati crescono i platani e i cipressi per cui la villa va tanto celebre.
Ai tempi del Durini, il Balbiano era solito ospitare la società galante e frivola di fine Settecento: feste, conviti e danze si succedevano senza sosta in quei saloni dove si alternavano a riunioni arcadiche con recita di versi, esecuzione di concerti e discussioni letterarie. All'interno si possono ancora osservare gli scenografici affreschi barocchi commissionati da Marco e Carlo Gallio ai fratelli Recchi nel 1630 con medaglioni, putti ed effetti trompe l'oeil che campeggiano sulle pareti dipinte dal Torricelli. Nel padiglione con loggiato, il Cardinale aveva sistemato la sua ricca biblioteca, nota a tutti gli eruditi del tempo che vi convenivano, insieme col Parini, per incontrarsi e per discutere. Nelle immediate vicinanze, dove il torrente Perlana si getta nel lago, si possono ancora ammirare i lavori di canalizzazione che il Durini aveva voluto per arginare il corso delle acque.

Notizie storiche

Già nel 1559 Paolo Giovio parlava del luogo dove la sua famiglia possedeva case e terreni coltivati a gelsi e ulivi: "A Balbiano, già suburbio dell'isola, possediamo reliquie de' maggiori nostri, un fondo e case ruinose di singolar magnificenza ...". Sul finire del secolo la proprietà, all'epoca di Ottavio Giovio, fu ceduta al cardinal Tolomeo Gallio che per lunghi anni fece progettare un edificio da Pellegrino Tibaldi su cui poi Marco Gallio andò ad intervenire, nel 1637, modificando la facciata e spianando il terreno verso monte, ottenendo così spazio utile per realizzare il giardino all'italiana. Nel 1778, gli eredi del Gallio, i duchi d'Alvito, cedettero l'intera proprietà a Giambattista Giovio che, nel 1787, la rivendette al cardinal Angelo Maria Durini, nunzio pontificio, cultore delle arti e delle lettere, mecenate e collezionista. Egli fece della villa un autentico luogo di delizia ampliando la casa e il giardino, erigendo statue e fontane e aprendo nuovi viali fra siepi e pergolati.
Il Durini poté godere la dimora solo per un solo decennio, fino al 1796, anno della sua morte.
Dopo un periodo di abbandono, nel 1872 il palazzo fu acquistato da una famiglia di industriali tedeschi, i Gessner, che fecero della sala da ballo nell'ala ovest una filanda, andata poi distrutta nel 1930. Nel secondo dopoguerra, la villa del Balbiano fu acquistata da Hermann Hartlaub di Monaco che la fece restaurare dall'ingegnere svizzero Vuillomenet. Nel parco vennero introdotte palme, glicini e nuovi arbusti come la profumatissima Olea fragrans. La villa appartiene oggi alla famiglia Canepa.

Condizione giuridica: proprietà privata

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Catalano, Michela (2005)

Aggiornamento: Galli, Maria (2010)

Descrizione e notizie storiche: Limonta, Tommaso; Paci, Giovanna

Fotografie: Mussi, Lorenzo

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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