Chiesa di S. Vincenzo - complesso

Gravedona (CO)

Indirizzo: Via Roma (Nel centro abitato, isolato) - Gravedona (CO)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: Il complesso architettonico è composto dalla chiesa con annessa sacrestia sul lato meridionale, dalla cripta dedicata a S. Antonio e dai due oratori dedicati a S. Marta e a S. Michele ai quali si accede dal portico che cinge il sagrato. La chiesa si sviluppa con pianta longitudinale ad unica navata con cappelle laterali terminata da profondo presbiterio poligonale. Nell'area sottostante è collocata la cripta a tre navate divise da colonne e terminate da altrettante absidi semicircolari. Gli oratori, quello di S. Marta sul lato nord e quello di S. Michele sul lato sud del portico, hanno entrambi accesso laterale e si sviluppano con pianta rettangolare. Le strutture murarie dell'intero complesso sono in pietra locale e mattoni; le coperture sono a tetto con struttura lignea e manto in lastre di pietra

Epoca di costruzione: sec. XI

Autori: Bianchi Pietro, chiesa, decorazione; Carloni Carlo Innocenzo, chiesa, decorazione; Tagliaferri Luigi, chiesa, decorazione

Comprende

Descrizione

La chiesa parrocchiale di San Vincenzo si trova fuori dall'abitato nei pressi del lago, a fianco della chiesa di S. Maria del Tiglio, e fu eretta nel corso dell'XI secolo sul luogo dove esisteva un edificio di culto più antico come sembra testimoniare il ritrovamento di due are pagane di epoca romana. L'attuale aspetto della chiesa è frutto della radicale trasformazione dell'edificio romanico avvenuta nel corso del XVII secolo. La facciata scandita da semplici lesene e sormontata da un timpano triangolare, è preceduta da un portico su colonne che si sviluppa su tre lati e collega la chiesa con due corpi di fabbrica perpendicolari che ospitano gli oratori di S. Marta e di S. Michele, sedi delle confraternite di S. Marta e del Ss. Sacramento. Nella parte inferiore della facciata e sui fianchi della chiesa le pareti non intonacate mostrano evidenti tracce della struttura romanica. L'interno, a navata unica con cappelle laterali, presenta un ricco apparato decorativo risalente in gran parte al XVIII secolo ed una decorazione. La prima cappella a sinistra è dedicata a S. Francesco e conserva un dipinto su tavola del XVII secolo che raffigura S. Francesco che riceve le stimmate. La successiva cappella presenta una Crocifissione tra i disciplini. La terza cappella ospita una tela raffigurante S. Girolamo attribuita al pittore veronese Alessandro Turchi. Nella parte terminale della navata si trova il pulpito ligneo a cui corrisponde l'organo sul lato opposto. La zona del presbiterio conserva il ciclo decorativo più interessante. Sulle pareti laterali sono collocate due tele di Michelangelo Bellotti del 1735 che raffigurano S. Vincenzo davanti al Sultano e il Martirio di S. Vincenzo. La parete absidale invece ospita una tela con la Gloria di S. Vincenzo eseguita dal pittore intelvese Carlo Innocenzo Carloni al quale vengono assegnate anche le quadrature e la decorazione della volta absidale. Completano l'arredo della zona presbiteriale l'altare in marmi policromi e il coro ligneo che furono realizzati alla fine del XVIII secolo. Sul lato destro della navata la prima cappella è dedicata a S. Biagio e conserva una tela con il Miracolo di S. Biagio risalente al XVII secolo. La cappella successiva, dedicata alla Vergine, presenta un altare in scagliola. L'ultima cappella di S. Giuseppe conserva una tela con la Sacra Famiglia attribuita a Giovanni Baglione. Sul fianco sinistro della chiesa in corrispondenza della zona presbiteriale è possibile accedere alla sottostante cripta, dedicata a S. Antonio come testimoniano i lacerti di affresco conservati nella parte absidale. La cripta, un tempo divisa in sette navatelle con tre absidi, è stata ridotta a seguito della realizzazione del soprastante presbiterio. Attualmente è composta da tre ambienti interni che corrispondono alla porzione principale delle cinque navate centrali, suddivise da colonne con capitelli altomedievali e romanici, alla navata destra ed all'abside principale nella quale si conservano lacerti di affreschi risalenti al XIV secolo.

Notizie storiche

La chiesa parrocchiale di San Vincenzo fu eretta nel corso dell'XI secolo, la consacrazione risale al mese di settembre del 1072, sul luogo dove probabilmente esisteva un edificio di culto più antico, come testimonia il ritrovamento di due are pagane di epoca romana e di una lapide paleocristiana, ora murata all'interno della chiesa, che reca una doppia epigrafe funeraria ad Angela ed Onoria, morte rispettivamente nel 502 e nel 508.L'edificio romanico, di cui restano in evidenza la cripta e alcune porzioni di muratura sui fianchi, può essere desunto dalla descrizione della visita pastorale prima della radicale trasformazione avviata nel XVII secolo. All'epoca la chiesa presentava tre navate coperte da un soffitto a cassettoni e tre absidi terminali di cui quella centrale sopraelevata. La cripta, sorretta da trenta colonne in marmo, era invasa dall'acqua a causa del livello ribassato e della vicinanza del lago. Nulla resta dell'apparato decorativo di questa fase ad eccezione di alcuni lacerti di affresco nella cripta, dedicata a S. Antonio, con un'iscrizione che riporta la data 1304. Nel 1486, come testimoniano documenti d'archivio, fu commissionata un'ancona lignea a Giacomo del Maino e nel 1516 fu stipulato un contratto con Bernardino Luini e Francesco De Donati per un'altra ancona lignea, ma di entrambe le opere non resta alcuna traccia. Nel 1582 venne completata l'edificazione della sagrestia come risulta dalla visita pastorale del 1593. A partire dal XVII secolo ebbe inizio la radicale trasformazione della chiesa con la riduzione delle tre navate ad una sola con cappelle laterali, il rialzo della pavimentazione e delle pareti esterne, la realizzazione di un nuovo presbiterio a pianta rettangolare in sostituzione delle tre absidi e la conseguente modifica e mutilazione della cripta, l'edificazione di una nuova facciata con l'aggiunta di un portico a tre lati e di due corpi di fabbrica in cui erano collocati gli oratori di S. Marta e S. Michele destinati alle confraternite di S. Marta e del Ss. Sacramento. Le cappelle laterali della chiesa furono arredate e decorate a partire dal XVII secolo grazie ai lasciti ed alle donazioni delle più importanti famiglie gravedonesi. Dopo la prima fase dei lavori di ammodernamento la chiesa fu nuovamente consacrata nel 1627 dal Vescovo Carafino. Negli anni seguenti fu completata la decorazione della sacrestia con l'arredo ligneo eseguito da Raffaele Falilela e l'affresco con la Gloria di S. Vincenzo realizzato nel 1697 dal pittore comasco Pietro Bianchi nel medaglione della volta. Il portico in facciata fu aggiunto nel 1726 quando presero avvio anche i lavori per la costruzione del coro, affidati al capomastro Antonio Cometto. La fase di decorazione del presbiterio iniziò nel 1735 con l'incarico al pittore Michelangelo Bellotti per la realizzazione di due tele raffiguranti episodi della vita di S. Vincenzo. La pala d'altare, con la Gloria di S. Vincenzo, e la decorazione della pareti e della volta del coro, invece, furono affidati successivamente, probabilmente dopo il 1740, al pittore intelvese Carlo Innocenzo Carloni come testimoniano documenti conservati nell'Archivio parrocchiale. Nel corso del XIX secolo furono eseguiti lavori di sbancamento e abbassamento del terreno nell'area sul fianco settentrionale, nel corso dei quali fu ritrovata un'ara romana, e fu quindi aggiunta una scala per consentire l'accesso alla porta laterale. La decorazione della chiesa fu completata nel 1889 dal pittore Luigi Tagliaferri che realizzò gli ornati lungo la navata e il dipinto sulla volta del presbiterio. In quella occasione fu eseguito anche un intervento generale di restauro della chiesa che comprese il rinnovamento dell'intonaco, il rifacimento del pavimento, la riduzione di ampiezza delle finestre e la sostituzione degli infissi in legno.

Uso attuale: chiesa: chiesa

Condizione giuridica: proprietà ente religioso cattolico

Riferimenti bibliografici

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Credits

Compilazione: Catalano, Michela (2007); Leoni, Marco (2007)

Aggiornamento: Galli, Maria (2009)

Descrizione e notizie storiche: Leoni, Marco

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