Cappella Portinari

Milano (MI)

Indirizzo: Piazza S. Eustorgio - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: cappella

Configurazione strutturale: La Cappella è un elegante vano cubico coperto da una cupola ombrelliforme su pennacchi emisferici e tamburo sorta dietro la zona absidale della basilica, si definisce come complesso autonomo seppure collegato al corpo della chiesa

Epoca di costruzione: metà sec. XV

Autori: Solari, Guiniforte, costruzione; Averlino, Antonio detto il Filarete, decorazione

Descrizione

Al corpo gotico della chiesa di S. Eustorgio vennero aggiunte, nel corso del Quattrocento, alcune cappelle gentilizie a testimonianza dell'intenso fervore devozionale che legava le nobili famiglie milanesi all'antica basilica diventata sede dei Domenicani. La più significativa tra queste iniziative mecenatistiche vide protagonista il fiorentino Pigello Portinari, direttore della filiale milanese del Banco dei Medici. Un elegante vano cubico coperto da una cupola ombrelliforme su pennacchi emisferici e tamburo sorse dietro la zona absidale della basilica, sull'area già occupata da una precedente cappella finanziata nel 1441 da Paolino Brivio, definendosi come complesso autonomo seppure collegato al corpo della chiesa dall'ambiente cruciforme della sagrestia.
L'edificio assolveva anzitutto alla funzione di luogo di conservazione e valorizzazione della venerata reliquia della testa di san Pietro martire. Con questo progetto costruttivo Pigello da un lato sosteneva la pietà popolare e gli interessi dei Domenicani, dall'altro, in quanto emissario mediceo a Milano, incontrava il favore politico dei due governi cittadini, che vedevano significativamente sottolineata la loro alleanza, fiorita dopo il lungo periodo delle guerre viscontee. L'edificio annesso a S. Eustorgio assolve peraltro anche la funzione di cappella sepolcrale di Pigello, che venne qui seppellito nell'ottobre 1468, sotto il pavimento davanti all'altare.
Dal punto di vista strutturale, l'architettura della cappella appare come una delle testimonianze d'esordio del linguaggio rinascimentale in Lombardia. Più precisamente l'edificio si propone come una diretta ripresa dello schema costruttivo della brunelleschiana Sagrestia vecchia di S. Lorenzo, modello peraltro già noto in Lombardia negli anni Trenta (chiesa di Villa a Castiglione Olona), declinato entro la tradizione architettonica e decorativa lombarda. Tra le ipotesi attributive più recenti si fa strada quella in favore di Guiniforte Solari (Giordano). Figura di raccordo tra la forte tradizione gotica locale e le moderate istanze rinascimentali che emergono sulla metà del secolo, Guiniforte fu plausibilmente affiancato da un consulente alla decorazione, che è forse possibile identificare nel fiorentino Filarete, che si trova al servizio di Francesco Sforza dal 1451 e di cui sono noti i legami con Pigello, da un lato, e con Vincenzo Foppa dall'altro.
Il nitido parallelepipedo esterno, sostenuto agli angoli da potenti contrafforti con terminazione a edicola sormontate in origine da guglie a cono, sostiene un solido tiburio poligonale a sedici lati che scherma la cupola, in linea con la più schietta tradizione lombarda.
All'interno della cappella la dipendenza dal modello fiorentino di S. Lorenzo è ancora più evidente; la costruzione milanese è tuttavia maggiormente sviluppata in verticale e, soprattutto, qualificata dalla articolata decorazione plastica e pittorica, con una accentuata policromia del tutto originale rispetto all'archetipo toscano.
Il vasto ciclo a fresco diretto dal bresciano Vincenzo Foppa, dedicato ai fatti della vita di san Pietro martire e a episodi mariani, costituisce senza dubbio l'evento guida del rinnovamento della cultura figurativa lombarda in direzione rinascimentale; esso parla apertamente dell'aggiornamento del pittore in senso toscano e specificamente prospettico, portando contestualmente a piena maturazione la sua poetica scelta di adesione alla realtà, luministica e atmosferica, delle cose e della natura e la sua sincera partecipazione alla verità dei sentimenti dell'uomo.
Gli episodi dedicati a san Pietro martire venivano così a sottolineare, ampliandolo, il programma agiografico contenuto in un'opera scultorea già presente in S. Eustorgio, la straordinaria arca marmorea del martire domenicano, capolavoro trecentesco di Giovanni di Balduccio da Pisa, che nel Settecento avrebbe trovato posto proprio al centro della cappella di Pigello Portinari.

Notizie storiche

Fu edificata a partire dal 1462 in luogo di una piccola cappella absidale dove era conservato il capo di S. Pietro Martire, che rimarrà separato dal corpo tumulato nell'arca di Giovanni di Balduccio, fino allo spostamento della stessa nel 1736.
Si è propensi ad ascriverlo alle tendenze rinascimentali locali legate a Guiniforte Solari, decorate poi dal gusto di Filarete e Vincenzo Foppa, entrambi legati ai banchieri fiorentini Portinari, direttore della filiale milanese del Banco dei Medici e impegnati in altre imprese edilizie milanesi come la Villa Mirabello (Viale Arbe)
Fu terminata nel 1468, anno della morte di Pigello Portinari che viene tumulato nel suo sepolcro

Uso attuale: intero bene: cappella

Uso storico: intero bene: cappella

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Ribaudo, Robert (2009)

Aggiornamento: Alinovi, Cristina (2015)

Descrizione e notizie storiche: Balzarini, Maria Grazia; Ribaudo, Robert

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book

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