Monastero Olivetano di S. Vittore al Corpo (ex) - complesso

Milano (MI)

Indirizzo: Via S. Vittore, 21 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: monastero

Configurazione strutturale: Il complesso, costruito sui resti dell'antico Monastero Olivetano di S. Vittore al Corpo e organizzato intorno a tre cortili, si sviluppa su un profondo lotto che da via S. Vittore arriva fino a via Olona. L'edificio museale è l'esito della ristrutturazione del monastero preesistente in muratura continua in mattoni pieni con ambienti voltati. L'edificio degli uffici del Museo è stato realizzato ex novo rispettando il carattere architettonico settecentesco della facciata su via S. Vittore. Il Padiglione Trasporti ferroviari ha struttura metallica con pilastri in ghisa e tamponamento in blocchi di calcestruzzo forato, mentre il Padiglione Trasporti Aerei e Marittimi presenta pilastri portanti in cemento armato cruciformi e pareti di tamponamento in tavelle di laterizio. La Basilica di S. Vittore al Corpo è frutto del rifacimento barocco. L'interno è a tre navate, divise da pilastri, con transetto i cui bracci si curvano in due nicchioni, alta cupola e profondo presbiterio absidato

Epoca di costruzione: inizio sec. XVI - inizio sec. XVIII

Autori: Mastro Giuliano, costruzione primo chiostro monastero; Mastro Vincenzo, costruzione secondo chiostro monastero; Alessi, Galeazzo, ampliamento; Seregni, Vincenzo, ampliamento; Richini, Francesco Maria, costruzione scalone dell'appartamento abbaziale; Castelli, G.A., ampliamento cenacolo; Portaluppi, Piero, restauro e cambio d'uso a sede museale; Reggiori, Ferdinando, restauro e cambio d'uso a sede museale; Griffini, Enrico Agostino, restauro e cambio d'uso a sede museale; Madonini, Filippo, rifacimento museo; Gallo, Mario, rifacimento museo; Pica, Agnoldomenico, primo progetto di restauro e riuso

Comprende

Descrizione

Sorge in una zona sacra pagana, fulcro di una cittadella originariamente imperiale, poi cimiteriale protocristiana attigua alla basilica di S. Vittore, collocata all'esterno delle nuove mura medievali e della cerchia dei navigli.
Il complesso, costruito sui resti dell'antico Monastero benedettino di S. Vittore (inizio XI sec.) ricostruito dagli Olivetani (XVI sec.), comprende, oltre alla Basilica di S. Vittore al Corpo, il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, coi relativi Uffici, il Padiglione Trasporti ferroviari, e il Padiglione Trasporti Aerei e Marittimi.
Il complesso monastico si sviluppava intorno a tre chiostri, il primo dei quali, di origine benedettina e rimaneggiato nel '700, venne sacrificato con l'apertura di via S. Vittore. Gli altri due invece, divisi da un corpo di fabbrica centrale, risultano identici, con un loggiato inferiore destinato a magazzino (ora chiuso) e uno superiore, lungo il quale si aprivano le stanze dei monaci.
Il primo chiostro (1508-25) a sud-est della chiesa benedettina e sopraelevato rispetto al piano del giardino, è arricchito sul lato adiacente la chiesa da un elegante loggiato pensile di impronta bramantesca, con incorniciature settecentesche delle finestre, arcate riquadrate su piedritti. Il chiostro è attraversato dalle fondazioni del recinto fortificato che racchiudeva il mausoleo imperiale.
Il secondo chiostro, in asse con il primo (1553-1578), separato da questo tramite un corpo di fabbrica più alto ospitante al piano superiore l'antica biblioteca cinquecentesca (ora "sala delle colonne") ripete la forma quadrangolare del precedente ma manca della loggetta al piano superiore presente nel primo. A esso fu aggiunto a inizio '700 l'edificio del noviziato e un lungo refettorio, ora sala convegni.
Il Museo della Scienza e della Tecnologia è il più grande in Italia, uno dei più importanti nel mondo. Il materiale, esposto su una superficie di 40.000 mq, è rappresentativo di tutto il prodotto dell'ingegno scientifico e tecnologico dell'uomo. L'attrattiva centrale è l'esposizione permanente dedicata a Leonardo, cui è adibita un'intera galleria.
La Basilica di S. Vittore al Corpo (secondo quarto sec. XVI) è frutto del rifacimento barocco, con orientamento opposto rispetto a quella medioevale. La facciata, che secondo il progetto dell'Alessi doveva essere preceduta da un porticato, si eleva su un'alta scalinata ed è caratterizzata da due ordini distinti: quello inferiore, scandito da dodici lesene corinzie, e quello superiore, con da quattro paraste che reggono un frontespizio triangolare. In alto, il grande finestrone termale, suddiviso da regoli che terminano in teste di cherubini.
L'interno è a tre navate, divise da pilastri, con transetto i cui bracci si curvano in due nicchioni, alta cupola e profondo presbiterio absidato. Nel presbiterio e nei transetti le calotte absidate sono scavate da unghie divise da costoloni piani di maniera michelangiolesca. La navata maggiore è coperta da volta a botte a cassettoni, le minori, divise da pilastri, da volte a vela suddivise in eleganti riquadri. Il tiburio, all'incrocio dei bracci, fasciato da un ordine di colonne ioniche, ha nicchie e finestre. Disposte lungo le navate laterali si trovano sei cappelle per parte
Al di sotto del capocroce vi è la cripta, a tre navate con volte a crociera rette da colonne toscane in granito.
Sotto la scalinata d'accesso sono visibili le fondazioni del mausoleo imperiale, in seguito divenuto cappella di S. Gregorio, all'interno del quale si ritiene che siano stati sepolti gli imperatori Graziano, Valentiniano e Teodosio.
Il campanile è riquadrato da paraste laterizie e termina con la cella campanaria in cui si aprono quattro bifore; la struttura è illuminata da una lanterna ottagonale bassa e larga.
Gli interni si caratterizzano per una ricchissima decorazione a stucco, con affreschi risalenti alla fine del '500 e ai primi del '600.

Notizie storiche

Secondo la leggenda la chiesa sorge sul luogo dove è avvenuto il martirio di S. Vittore (303 d.C.). Dopo il 313 viene eretta la chiesa di S. Vittore a forma basilicale romana, costituita da tre navate divise da colonne, con la centrale chiusa da un'abside semicircolare. L'edificio, coperto da travi a vista, era orientato a est e secondo alcuni studiosi l'ingresso era preceduto da un quadriportico. Intorno al 1000 un monastero benedettino viene annesso alla chiesa. L'ordine intraprende l'edificazione di un cenobio e il rifacimento della chiesa per meglio adattarla alle proprie esigenze di culto.
Nel suo nuovo aspetto la chiesa si presenta con una struttura tipica del romanico lombardo, a tre navate con volte a crociera sorrette da pilastri a fascio e un'unica abside.
Nel sec. XII vi vengono traslati i corpi dei SS. Vittore e Satiro, di qui la dedicazione a S. Vittore al Corpo, apposizione, questa, che deriva dal nome della località dove sorge l'edificio, l'antica area cimiteriale detta "ubi ad corpus dicitur".
A partire dal 1507 i monaci Olivetani, prendono possesso del convento ormai in declino, apportando sostanziali modifiche.
Il primo chiostro viene realizzato dal 1508 al 1525 e attribuito da taluni critici a fra Giuliano detto il fra del Castellazzo. Il secondo chiostro, in asse con il primo, viene realizzato fra il 1553 e il 1578.
Nel 1560 inizia la realizzazione della nuova chiesa al posto dell'antica basilica medioevale e nell'ambito del più vasto programma di lavori vengono progettati ulteriori ampliamenti.
Al rifacimento del monastero concorsero diverse personalità del tempo, fra cui Vincenzo Seregni e Galeazzo Alessi, autore del progetto definitivo, che edifica la chiesa ex-novo, con la navata centrale coperta a botte e capocroce sormontato da cupola a pennacchi e tamburo. Nel 1576 le nuove costruzioni si possono considerare terminate e inizia il programma di decorazione della basilica. Nel primo decennio del '700 al secondo chiostro viene aggiunto l'edificio del noviziato e un lungo refettorio affrescato.
Nel '700 gli Olivetani rimaneggiano e ampliano il monastero alterando il piano superiore con un cornicione e finestre di tipo barocco e costruendo un ampio Cenacolo.
Nel 1772 gli austriaci istituiscono nel convento un carcere. Saccheggiato dalle truppe francesi nel 1790, nel 1798 diviene un ospedale. Con la soppressione Napoleonica (1804) l'edificio viene confiscato dal Demanio e inizia un periodo di decadenza, divenendo prima ospedale, poi caserma. Nel 1807-08 le arcate dei chiostri vengono chiuse, il piano terra ridotto a stalle e le varie sale adattate a dormitori e magazzini.
Nel 1927 la caserma viene ceduta al Comune dando il via a una serie di studi per il riuso, dai progetti del Portaluppi a quelli del Pica, soprattutto dopo i danni gravi subiti dai bombardamenti del 1943.
Il Provveditorato alla opere pubbliche della Lombardia delibera l'esecuzione del primo lotto di interventi per destinare l'edificio a Museo della Scienza e della Tecnica che si esaurisce nelle opere di copertura e consolidamento strutturale del complesso.
Nel 1950 viene avviato un secondo lotto di lavori per il consolidamento dei muri pericolanti, la ricostruzione delle volte e dei pavimenti crollati, la riapertura delle arcate, il restauro del Cenacolo e degli affreschi.
Fra il 1950 e il 1953, nel corso delle indagini condotte dalla Sovrintendenza, viene scoperto il Recinto di S. Vittore, di forma ottagonale schiacciata, interpretato come struttura difensiva a protezione del Mausoleo imperiale.
Viene aperto al pubblico come sede museale nel 1953, curato dagli architetti Piero Portaluppi e Ferdinando Reggiori con l'aiuto di Enrico Griffini.
Dal 2007 è stato avviato un intervento di restauro conservativo delle superfici interne della Basilica che ha interessato il presbiterio e la navata centrale, le superfici decorate e alcune tele che completano l'apparato decorativo, accompagnato dall'installazione di nuovo impianto.

Uso attuale: intero bene: museo

Uso storico: intero bene: monastero olivetano; intero bene: Caserma

Condizione giuridica: proprietà persona giuridica senza scopo di lucro

Accessibilità: Per informazioni:
Tel. 02 48 555 558
Fax. 02 48 010 055
mercoledì - venerdì
9.30 - 17.00
sabato, domenica e festivi
9.30 - 18.30

Chiuso lunedì e martedì non festivi, 25 dicembre, 1 gennaio

Per approfondimenti:
www.museoscienza.org

Riferimenti bibliografici

AA.VV., Cinque anni del Museo 1953-1958, Milano 1988

Curti O., Un museo per Milano., Garbagnate Milanese (Milano) 2000

Credits

Compilazione: Bosani, A. (2002)

Aggiornamento: Bianchini, Fabio (2015)

Descrizione e notizie storiche: Bianchini, Fabio

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