Palazzo Durini - complesso

Arcore (MB)

Indirizzo: Piazza Durini - Arcore (MB)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Il palazzo Durini domina le cinque corti che costituivano l'antico borgo rurale di Bernate ed è costituito da un corpo di fabbrica di pianta rettangolare che si affaccia su piazza conte Durini. Il complesso è articolato da un corpo centrale più alto a tre livelli fuori terra con la presenza al piano terra di un portico (ora tamponato) a tre arcate a tutto sesto e da due ali laterali più basse con copertura a padiglione. L'edificio centrale con pianta rettangolare a blocco, presenta un piano interrato con volte a botte, il piano terra con volte a crociera, a botte ed a padiglione. Il secondo ed il terzo livello si caratterizzano per la presenza di solai in cemento con incannicciato. Le coperture hanno struttura interna lignea a capriate.

Epoca di costruzione: sec. XVI - sec. XVII

Descrizione

Palazzo Durini si dispone al centro di piazza Durini nel piccolo borgo di Bernate, frazione di Arcore.
Date le grosse modifiche impiantistiche e strutturali oggi si conserva poco dell'edificio originale. Il frazionamento del palazzo in abitazioni separate, inoltre, rende estremamente difficile riscontrare i tratti stilistici comuni delle singole parti e rende ancora più difficoltoso fornire un'adeguata descrizione dell'edificio.
Il complesso è costituito da un corpo centrale a cui si affiancano due ali laterali più modeste per forma e dimensioni. Il nucleo principale, di tre piani fuori-terra, si caratterizza per la rigorosa staticità della facciata, il cui unico elemento di pregio è costituito da quattro colonne - sulle quali un tempo poggiava il portico - che compaiono dal tessuto murario.
All'interno dell'edificio sono stati mantenuti alcuni elementi decorativi originali come gli affreschi e le volte a botte a sesto ribassato del piano terra e quelle a botte a tutto sesto della cantina con mattoni faccia-vista.
Gli ambienti attuali sono il frutto della divisione degli ampi saloni originari e conservano gli affreschi del soffitto e la pavimentazione originale. Al secondo ed al terzo livello sono stati conservati i pavimenti in cotto, le porte e le scale originali, sebbene in condizioni di abbandono.
I corpi laterali, più bassi, presentano facciate assai diverse fra loro, soprattutto per la colorazione: l'edificio a sinistra difatti si caratterizza per il rivestimento ad intonaco giallo, quello di destra per un intonaco marroncino-grigiastro.
Un tempo dal palazzo dipendevano cinque corti che, allo stato attuale si presentano modificate al loro interno essendo state adibite a contenere unità abitative e garage.

Notizie storiche

Le vicende storiche di Palazzo Durini sono strettamente connesse allo sviluppo del piccolo paese di Bernate quale centro agricolo. Il paese, difatti, si sviluppa intorno alla chiesetta di San Giacomo ed al Palazzo Durini, edificio nobiliare un tempo di proprietà della famiglia Barbò. Da questo nucleo dipendevano cinque corti rustiche - Corte del Fattore, Corte S. Giuseppe, Corte Maria Teresa, Corte Nuova e Corte del Camparo - ancora visibili nonostante le forti modifiche strutturali subite nel corso degli anni.
Il palazzo, localizzato in una posizione in cui era facile controllare la produzione agricola del piccolo centro, ha origini cinquecentesche. Originariamente di proprietà della famiglia Barbò, a partire dall'inizio del XIX secolo l'edificio principale e le cinque corti rustiche cambiarono proprietari diventando possedimento della famiglia Biffi,e successivamente, nella seconda metà del secolo, della famiglia Pasta. Nel 1904 la contessa Carolina Candiani, moglie del conte Giulio Durini, comperò i possedimenti di Bernate dai Pasta.
Caratterizzato da pianta a blocco rettangolare, il palazzo era composto da un corpo centrale sviluppato su tre livelli e da due ali laterali più basse di un piano. L'ingresso era costituito da un triportico ad archi con volte a crociera da cui si accedeva al salone principale che aveva il soffitto a volte, affrescato con motivi lineari che richiamano finti stucchi. Più elaborati gli affreschi raffiguranti motivi floreali presenti sul soffitto dello studiolo collocato alla destra del salone principale.
Nel 1922, dopo la morte della Contessa Candiani e del figlio conte Carlo Durini, il palazzo fu venduto a molti dei coloni affittuari e, per tale motivo, completamente frazionato determinando forti ed evidenti rimaneggiamenti nonché la scorporazione dell'edificio in tre corpi che oggi presentano tre differenti ingressi e tre colorazioni diverse delle facciate.
Nel 1950 il triportico fu chiuso per ricavare altre stanze, alcune finestre furono tamponate e ne furono aperte altre falsando il ritmo della dislocazione delle aperture.
Nel 1998, dopo l'ultimo restauro in seguito al quale le coperture originali sono state sostituite, sono state riportate alla luce le colonne del portico tuttora visibili in facciata.

Uso attuale: intero bene: abitazione

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Accessibilità: In treno: stazione ferroviaria di Arcore, lungo la linea: Milano-Tirano.

In autobus: autolinee NET sulle linee: Z307 Cologno Nord M2-Burago-Vimercate-Arcore/Z317 Vimercate-Correzzana/Z319 Arcore FS-Vimercate-Ronco Briantino/Z320 Arcore FS-Vimercate-Porto d'Adda. Autolinee Brianza Trasporti sulla linea: Z208 Muggiò-Monza (S.Fruttuoso)-Villasanta-Arcore FS.
Per orari e mappe dei percorsi consultare il sito www.brianzatrasporti.it

In auto da Milano: A51 Tangenziale Est uscita SP13 Monza Concorezzo.Proseguire per SP60, SP45 e SP58.

Il palazzo è di proprietà privata, pertanto è inaccessibile.

Riferimenti bibliografici

Bartesaghi S./ Dal Molin A., La storia di Arcore fra amene ville, signorili giardini, vita contadina e mondo dell'industria, Cinisello Balsamo 1996

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Madoi, Roberta (1995)

Aggiornamento: Falsitta, Nicola (1998); Bresil, Roberto (2009); Raimondo, Valentina (2009)

Descrizione e notizie storiche: Raimondo, Valentina

Fotografie: Bresil, Roberto

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