Villa Mylius, Oggioni - complesso

Burago di Molgora (MB)

Indirizzo: Via Marconi, 1 (Nel centro abitato, in posizione dominante) - Burago di Molgora (MB)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: villa

Configurazione strutturale: Edificio costituito da muratura continua, con ambienti voltati e ambienti con solaio a travatura lignea

Epoca di costruzione: fine sec. XVIII

Descrizione

Lungo l'itinerario stradale da Caponago a Burago di Molgora, il tracciato storico sfiora la vasta tenuta della Villa Trivulzio di Omate e borda i residui campi coltivati approssimandosi all'abitato.
Improvvisa, sullo sfondo, appare l'imponente mole di Villa Milyus Oggioni, dalla forte caratterizzazione architettonica accentuata dalla posizione in leggera altura sul piano di campagna.
Vi si giunge in un attimo, avvicinando dapprima il vasto parco che, subito dopo una curva, lascia spazio all'edificio.
Il monumentale complesso è articolato da edifici minori e fabbricati di pertinenza addossati alla villa padronale, impostata sullo schema planimetrico ad U con le ali allungate a sud-ovest e il parco esteso verso ovest.
L'ingresso è marcato da una cancellata in ferro a lance tra massicci pilastri che seguono, in leggera curva, la forma di una esedra sghemba.
Sul cortile d'onore si elevano scenografici i prospetti della dimora, quello centrale su tre piani concluso da un timpano triangolare, e quelli laterali su due piani, seppur il fabbricato a destra presenti un ulteriore livello, arretrato in modo da risultare celato alla vista dal suolo. L'impianto ad U risulta perfetto, ovviando a quel rapporto di proporzioni costretto dalle contenute dimensioni del lotto su cui insiste il fabbricato.
Contribuiscono all'equilibrio complessivo le due facciate laterali, aperte sulla corte da portici simmetrici su cinque arcate a tutto sesto sostenute da colonne di pietra.
La facciata est, verso il parco, ha immagine del tutto diversa, composta secondo uno schema che evoca Simone Cantoni, autore, tra le altre, della comasca Villa Olmo della quale si colgono riferimenti.
La presenza del parco su questo lato ha determinato scelte progettuali inconsuete, di fatto caratterizzando l'edificio con una nuova immagine architettonica rispetto al prospetto principale. Limitato a nord dalla proprietà, ora pubblica, di Villa Penati Ferrerio, il parco è sviluppato ad est, con alberature addensate ai bordi e radure centrali dalle quali un canale prospettico lascia libera la vista sulla facciata.
Elevata su tre piani, è organizzata sul piano terra finito a bugna piatta e sull'ordine superiore che ha nella porzione centrale la maggiore caratterizzazione entro una composizione ritmata da sei lesene corinzie che inquadrano il primo ed il secondo piano. L'apporto decorativo di stucchi a rilievo, con teste di montone, fasce marcapiano e cornice sottogronda a dentelli è concluso in copertura da un coronamento con vasi.
All'interno la villa conserva notevoli ambienti, caratterizzati da soffitti con decorazioni a grisaglia, affreschi a soggetto di genere e paesaggio di ispirazione romantica, arredi e finiture d'epoca tardo neoclassica.

Notizie storiche

La villa fu edificata nel Settecento al margine sud dell'abitato di Burago, a quel tempo strutturato da un minuto tessuto edilizio a cortina su strada e aperto su cortili interni.
Il sito era già edificato nel 1721 quando fu rilevato in occasione delle misurazioni condotte sul territorio del Ducato di Milano, avviate sotto il dominio austriaco dall'imperatore Carlo VI e concluse più tardi con l'entrata in vigore del Catasto Teresiano durante la reggenza di Maria Teresa d'Austria. Le mappe di campagna di Burago, rappresentano il luogo con le forme dell'originario nucleo della villa, identificata come una casa con giardino di proprietà del conte Giacinto Alari.
Alla metà del secolo successivo la villa aveva acquisito la sua configurazione definitiva, ampliata sulla base di un progetto voluto da Enrico Mylius (1769-1854), uomo d'affari, imprenditore e mecenate originario di Francoforte sul Meno.
Cresciuto in una agiata famiglia, si stabilì a Milano dove insediò una filiale della ditta paterna, affermandosi come imprenditore nel settore tessile e divenendo una delle personalità più ricche ed influenti della città. Cultore delle arti, la sua vita fu intessuta dei rapporti con i maggiori letterati dell'epoca, da Alessandro Manzoni a Carlo Cattaneo, da Wolfgang Goethe a Massimo D'Azeglio.
Fu tra i primi ad introdurre innovazioni tecnologiche nelle proprie filande lombarde e a promuovere, comprendendone il valore, l'istruzione e la preparazione dei lavoranti, fondando la Società d'Incoraggiamento d'Arti e Mestieri.
Proprietario di altre ville a Menaggio, a Varese e a Sesto San Giovanni, Mylius aveva trasformato la villa di Burago in una sontuosa dimora di villeggiatura con un vasto parco, un complesso di fabbricati che comprendeva gli edifici di servizio all'azienda agricola con le dimore dei contadini e i rustici con ghiacciaia, tinaia, torchio, granai e scuderie.
Con la scomparsa di Sophie Vonwiller, consorte del nipote Giorgio Melchior, si chiuse alla fine dell'Ottocento la storia lombarda della casata Mylius.
La dimora di Burago passò poi di proprietà quando, nel 1921, fu acquistata dalla famiglia Oggioni alla quale tutt'ora appartiene.

Uso attuale: intero bene: abitazione

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Accessibilità: In treno: Stazione di Arcore a 8 Km; Stazione di Carnate a 10 Km

In autobus: Linee NET (Nord est trasporti - www.nordesttrasporti.it)
Z 307
Z 312
Z 315
Z 321
Z 322

Per orari e mappe dei percorsi consultare il sito www.nordesttrasporti.it

Riferimenti bibliografici

Bagatti Valsecchi P.F./ Cito Filomarino A.M./ Süss F., Ville della Brianza. Lombardia 6, Milano 1978

Beni architettonici ed ambientali della provincia di Milano, Milano 1985

Cazzani E., Burago Molgora. Vicende civiche ed ecclesiastiche, Saronno 1987

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Ferrario Mezzadri, Elisabetta (1993)

Aggiornamento: Salerni, Patrizia (1998); Morandi, Claudia (2002); Bresil, Roberto (2009); Garnerone, Daniele (2009)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

Fotografie: Bresil, Roberto; Garnerone, Daniele

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