Villa Stanga, Borromeo Arese - complesso
Carate Brianza (MB)
Indirizzo: Piazza San Martino, 1 (Nel centro abitato, in posizione dominante) - Carate Brianza (MB)
Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi
Tipologia specifica: villa
Configurazione strutturale: Edificio costituito da muratura continua, con ambienti voltati e ambienti con solaio a travatura lignea.
Epoca di costruzione: primo quarto sec. XVIII - primo quarto sec. XIX
Descrizione
A Carate Brianza la memoria della stagione del dimorare agreste è ancor viva nonostante la scomparsa del paesaggio agrario storico, disconosciuto fra i principi ordinatori dei recenti insediamenti. Il respiro degli spazi "naturali" va cercato lungo la valle del Lambro.
Lasciato alle spalle il centro comunale, si discende con andamento sinuoso al fiume, varcato ad Agliate. La strada risale quindi repentina inquadrando la Basilica dei Ss. Pietro e Paolo e, svoltando a destra all'altezza di Villa La Rovella, si giunge ben presto alla monumentale Villa Stanga Borromeo Arese.
La poderosa murata in pietra delimita il parco dal quale emerge, oltre le fronde degli alberi, il grande edificio. La piazza aperta al convergere delle strade della frazione è scenografica: vi affacciano la chiesa di San Martino e, arretrata oltre la corte d'onore, la villa. Lo spazio pubblico, in sensibile pendenza, offre occasione per rappresentare il ruolo della dimora il cui ingresso è ricavato nell'esedra posta in asse, con l'elaborato cancello in ferro battuto, i pilastri scanalati su cui sono posti vasi in pietra arricchiti da decorazioni in ferro e la muratura divisa in specchiature e sormontata da cimase mistilinee.
Le alberature della corte d'onore, tra cui un cedro gigante, celano in parte la vista sulla villa ed esaltano la verticalità misurata delle pilastrate di cinta ed accentuata della facciata della chiesa. E' un sistema perfetto anche lo spazio pubblico, al quale la dimora partecipa consapevolmente con un insieme articolato che comprende la villa, la corte d'onore delimitata sul lato est da un edificio quadrangolare a corte chiusa e un fabbricato a cortina sulla strada, al limite sud-est della proprietà.
L'impianto a corpo rettangolare della villa la riconduce all'epoca neoclassica, quando fu interessata da un intervento che modificò l'originaria struttura. Il prospetto rivolto a sud è quello principale, sebbene l'opposto sia non di meno rilevante per l'affaccio sul giardino. Elevato su due piani, è ordinato simmetricamente in tre parti da ampie lesene. Al piede si apre un portico a tre fornici ad arco, quello centrale più ampio, sovrastato dal maggiore dei tre balconi del piano nobile. Le finestre presentano cornici neobarocche a fasce intonacate in leggera sporgenza e coronate da un cartiglio in chiave al piano terreno e da elaborate cimase con puttini al piano nobile.
Identicamente lo schema è ripetuto sulle testate e sulla facciata a nord, questa con la variante della limitata porzione ad est, di fatto estranea all'ordine simmetrico prevalente e per questo priva delle elaborate mostre alle finestre, rimaste forse allo stato originario.
Negli ambienti interni rimangono testimonianze del passato splendore soprattutto al piano nobile, peraltro recentemente modificato e posto in vendita come unità immobiliare, con settecenteschi soffitti a passasotto e dipinti che riproducono paesaggi incorniciati da modanature.
Nel vasto parco che si estende a nord, in massima parte tenuto a prato con alberature di bordo, assume particolare rilievo il giardino all'italiana, disegnato nelle elaborate forme di aiuole, con statue e carpinate a galleria, impostato su un asse passante dall'ingresso alla villa alla cancellata nel parco, oltre la quale si allunga un rettifilo alberato verso il vertice nord-est della proprietà.
Notizie storiche
Dal XVI secolo il territorio di Carate fu improntato dalle forme delle ville di delizia ed eletto come una delle mete preferite dalla nobiltà milanese. Nel Settecento il luogo per erigere una splendida dimora fu scelto con grande senso del paesaggio, sul costone elevato sul fiume Lambro dal quale godere della sottostante valle, del nucleo storico del borgo ad ovest, del lontano scenario delle Prealpi, verso nord. Non v'è certezza sulla configurazione della villa a quell'epoca, ma il sito era già edificato nel 1721 e censito al tempo della grandiosa indagine sullo stato del territorio del Ducato di Milano, promossa sotto il dominio austriaco dall'imperatore Carlo VI ed entrata a regime più tardi col Catasto Teresiano, reggente Maria Teresa. Le mappe di campagna di Costa Lambro rappresentano il luogo con le forme di un grande edificio, ancora privo delle sistemazioni a giardino che così fortemente caratterizzeranno in seguito il complesso.
Un primo significativo intervento di modifica fu eseguito tra la fine del XVIII secolo e i primi anni del successivo, quando la proprietà era dei marchesi Calderara, detentori di ampie possessioni nell'intorno. A questi subentrò il barone Giacomo Ciani, banchiere e patriota legato d'amicizia con Federico Confalonieri e Giuseppe Mazzini, rimanendo nel vasto palazzo sino alla metà dell'Ottocento, quando si trasferì a Lugano nella villa di famiglia.
La dimora, già organizzata con l'impianto giunto sino a noi, è rilevata nella carta dei Contorni di Milano, disegnata e incisa nell'Istituto Geografico di Milano dell'I. R. Stato Generale Maggiore, datata anteriormente al 1827. La distinta rappresentazione dei fabbricati, della villa padronale e del giardino allungato verso nord sarà quindi confermata dal Tenente Giovanni Brenna nella Carta del 1838.
L'edificio ed il parco furono quindi acquistati nel 1856 dalla marchesa Maria Stanga Trecchi, discendente della famiglia Attendolo Bolognini che abitava nella villa edificata ai margini del nucleo storico di Briosco. A quel tempo risalgono le opere di restauro avviate dal figlio della marchesa, Ferdinando, che affidò l'incarico al cavaliere Carlo Bazzero Mazzei. Le fonti documentarie rivelano anche che la villa fu "modernata" negli stessi anni dall'architetto milanese Gaetano Besia (1791-1871), accademico di Brera e membro della Commissione d'Ornato, assai noto nella prima metà del secolo.
L'immagine di Villa Stanga fu rinnovata con l'aggiunta delle decorazioni neorococò alle finestre volute dal marchese Ferdinando Stanga Trecchi e dalla consorte Ida Busca, la cui sorella Antonietta Sola Cabiati Busca promoveva a quel tempo un analogo intervento sulle facciate della vicina Villa Beldosso. Appartiene a questo momento anche l'ampliamento delle aperture al piano terra, collegando in un cannocchiale prospettico l'ingresso su strada e il giardino passando per le due monumentali cancellate.
Alla metà degli anni Settanta del Novecento la proprietà è ancora dei discendenti Borromeo Arese che, verso la fine del secolo la lasciarono definitivamente, avviando di fatto il successivo frazionamento proprietario della storica dimora.
Uso attuale: intero bene: abitazione
Uso storico: intero bene: abitazione
Condizione giuridica: proprietà privata
Accessibilità: In treno: La stazione ferroviaria di Carate è la Carate-Calò. della ferrovia Monza - Molteno. Lo scalo è situato in via della stazione, a pochi minuti sia dal centro di Carate Brianza che da quello di Calò, frazione di Besana Brianza.
In autobus: linea Brianza Trasporti: Z221 Sesto S.G. (M1-FS)-Monza-Carate B.-Giussano-Mariano C. (FNM)
Z231 Carate B.-Giussano-Seregno-Desio
Z232 Desio-Seregno-Carate B.-Renate/Besana B (FS)
Z233 Triuggio-Albiate-Seregno FS
Per orari e mappe dei percorsi consultare il sito www.brianzatrasporti.it
Riferimenti bibliografici
Bagatti Valsecchi P.F./ Cito Filomarino A.M./ Süss F., Ville della Brianza. Lombardia 6, Milano 1978
Beni architettonici ed ambientali della provincia di Milano, Milano 1985
Mauri M./ Ronzoni D.F., Ville della Brianza, Missaglia 2003, v. II
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Bonini, Michele (1995)
Aggiornamento: Mozzi, Attilio (1998); Bresil, Roberto (2009); Garnerone, Daniele (2009)
Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele
Fotografie: Bresil, Roberto; Garnerone, Daniele
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MI100-01661/
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