Villa Visconti d'Aragona De Ponti

Sesto San Giovanni (MI)

Indirizzo: Vicolo De Ponti, 6 (Nel centro abitato, integrato con altri edifici) - Sesto San Giovanni (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: villa

Configurazione strutturale: L'edificio si sviluppa intorno a un ampio cortile su quattro lati. Il corpo principale si eleva su due piani; ai lati, un'ala di un solo piano (ora adibita a teatrino) e una che si sviluppa, in seguito ad interventi di riuso, su tre livelli; il quarto lato, a chiusura della corte, presenta livelli sfalsati (con una parte più alta). Le strutture verticali sono realizzate in muratura portante con tessitura varia, se si eccettua la parte adibita a biblioteca, che presenta pilastri in cemento armato; nella stessa ala, sono stati rifatti i solai, realizzati, nella maggior parte della villa, in legno con cassettoni (è presente anche una volta nel piccolo locale affrescato, l'alcova; la scala è coperta a cupola). Il portico è sostenuto da colonne in granito. La copertura è a falde variamente articolate con rivestimento in coppi. Sono presenti due scaloni ed una scala di servizio.

Epoca di costruzione: sec. XVI - sec. XVIII

Autori: Santagostino, Agostino, affreschi piano nobile: galleria

Descrizione

Nel centro storico di Sesto un lungo vicolo, stretto tra le case e la chiesa barocca di Santo Stefano, conduce alla villa Visconti d'Aragona. Tra i racemi di un cancello in ferro battuto si scorge un portico con colonne di ordine dorico: primo apparire del corpo nobile. Rimesse e depositi sul lato sud, un porticato sul lato opposto, che prosegue lungo il piano terra del corpo di accesso, definiscono un impianto articolato, distribuito su livelli diversi (uno, due, tre piani), e sviluppato intorno all'ampia corte rettangolare, chiusa sui quattro lati. Frontale, non perfettamente simmetrica, con il portale allineato sull'asse del vicolo d'accesso, la facciata dell'ala padronale denuncia la sua funzione, con la sobria, ma distinguibile veste architettonica. Fino alla fine dell'Ottocento, un portichetto di servizio animava la fronte verso il giardino, articolata, come tutta la villa, su volumetrie semplici.
Maggior ricchezza ostentano gli interni: una cupola ovale, decorata con quadrature, è lo scenografico soffitto della scala che conduce al primo piano. Salendo si accedeva ad una cappella privata, ora adibita a ufficio, preceduta da un ambiente di passaggio con pergolato a trompe l'oeil.
Una donna vestita di bianco che sparge gioie e denari, la Liberalità, è una delle virtù affrescate nella Galleria: salone rappresentativo affacciato sul cortile e decorato con quadrature e vedute paesistiche, intervallate da rappresentazioni allegoriche. In una notte oscura la Sapienza con, ai piedi, il Cigno dei Parravicini, indica che la Galleria fu commissionata in occasione delle nozze, avvenute nel 1681, tra Giovanni Antonio Parravicini, ideatore della decorazione della villa, e Francesca Castiglioni. Per le analogie con il ciclo profano della villa Casati Stampa di Cinisello Balsamo gli affreschi sono attribuiti ad Agostino Santagostino e rivelano il linguaggio di un artista legato al tardo manierismo, timidamente aperto alle novità barocche. Soffitti lignei cassettonati, con decorazioni "a passasotto", abbelliscono la maggior parte delle sale del corpo nobile. Un insolito tema iconografico contraddistingue l'alcova contigua alla Galleria con affreschi eseguiti ante 1721: all'ombra di un edificio classico diroccato riposa la Sacra Famiglia con i Magi in adorazione, sul lato opposto le colonne che si infrangono indicano che al mondo pagano subentra l'era cristiana.

Notizie storiche

Le prime testimonianze di una casa padronale con corte, pozzo e orto, risalgono al 1532. Nel Seicento il complesso, che, secondo le fonti dell'epoca, conteneva anche un locale per l'allevamento del baco da seta e un torchio, diviene residenza di campagna del conte Carlo di Belgiojoso e luogo per attività agricole.
Risulta tutt'ora integro l'archivio storico della villa; le carte della "famiglia De Ponti", dal nome degli ultimi proprietari, permettono di seguirne le vicende.
Alla metà del Seicento la villa è residenza di campagna della famiglia Parravicini, con la quale si arricchisce degli affreschi del piano nobile e di una pinacoteca, per iniziativa di Giovanni Antonio. Deputato della Cà' Granda di Milano, figlio di banchieri e fratello del tesoriere del Papa, collezionista intelligente e aggiornato, con un preciso orientamento culturale, allestisce nella villa un cabinet di paesaggi, nature morte e soggetti di genere, opere di fiamminghi, olandesi e - nome illustre - di Caravaggio.
Nel secondo decennio del XVIII secolo la villa passa in eredità ai Visconti Borromeo e, successivamente, alla famiglia dei Visconti d'Aragona che, nel 1867, è costretta a cederla, prima in affitto poi in vendita, ai suoi fattori, i fratelli De Ponti, per estinguere i debiti della casa. Con i De Ponti la villa in parte conserva il carattere di abitazione padronale, con alcuni locali in affitto, in parte è adibita a filanda, una delle prime di Sesto, precoce manifestazione della sua vocazione industriale. Fino all'acquisto, avvenuto nel 1967, da parte del Comune, che ne fa la sede della Biblioteca civica e dell'Assessorato alla cultura.
Un progetto di recupero e di ristrutturazione si è concluso con l'inaugurazione del 1981: il complesso si trovava in condizioni statiche precarie, l'intonaco delle pareti appariva fortemente compromesso dall'umidità e si decise di procedere allo strappo degli affreschi e alla loro ricollocazione in situ su un nuovo supporto. L'intervento di restauro ha diminuito la capacità illusionistica di dilatazione spaziale degli affreschi, realizzati, con una ripartizione specialistica di compiti, da un quadraturista, un pittore di figure e un pittore di paesaggi.
Il monumento, un tempo isolato, è oggi circondato da un'edificazione intensa e una porzione del giardino, perduta l'originaria configurazione, è pubblica.

Uso attuale: intero edificio: servizi: uffici comunali/biblioteca

Uso storico: intero edificio: abitazione

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Accessibilità: Come arrivare
In auto da Milano: percorrere l'intero Viale Monza
Ferrovia Treno FS da M2 Garibaldi o Lambrate, fermata Sesto San Giovanni.
Metropolitana M1 Sesto San Giovanni.
Autobus: ATM (723) da M2/M3 Centrale.
Info Utili
visite guidate mar>ven orario concordato con la biblioteca.
Note
Al piano terra sono visitabili la biblioteca e il cortile del 1600. Il primo piano, dove si possono ammirare numerosi affreschi, è visitabile solo su prenotazione previo accordo con la biblioteca.

Riferimenti bibliografici

Lincoln Cadioli P., Sesto S. Giovanni. Quindici secoli di storia sestese, Sesto San Giovanni 1954, pp. 47-48

Lincoln Cadioli P., Sesto San Giovanni dalle origini ad oggi, Sesto San Giovanni 1964, pp. 68-69

Langé S., Ville della provincia di Milano. Lombardia 4, Milano 1972, pp. 542-543

Immagini di Sesto antica, Sesto San Giovanni 1980, pp. 41, 43, 48, 63, 98-99

Da privato a pubblico. Acquisizione di ville, palazzi, cascine e giardini nei comuni della provincia di Milano, Milano 1980, pp. 150-153

Geminiani A./ Geminiani A./ Macchi R., Sesto S. Giovanni immagini di una storia, Sesto San Giovanni 1981, p. 310

Chirici C., Villa Visconti d'Aragona-biblioteca civica. Storia, recupero e riuso pubblico di un monumento sestese, Sesto San Giovanni 1982

Geminiani A./ Nicolini T., Cultura e paesaggio a Sesto. Le ville, Milano 1984, pp. 62-73

Binaghi Olivari M.T./ Cereghini B./ Coppa S., Affreschi a Sesto San Giovanni. Cicli decorativi nelle ville del territorio, Sesto San Giovanni 1988, pp. 117-165

Binaghi Olivari M.T./ Süss F./ Bagatti Valsecchi P.F., Le ville del territorio milanese, Milano 1989, v. II pp. 95, 145, 146

Sesto San Giovanni storia arte cultura, Cinisello Balsamo 1989, pp. 154-159

Azzi Visentini M./ Cassanelli R./ Langè S./ Malovini C., Ville di delizia nella provincia di Milano, Milano 2003, p. 256

Enciclopedia Sesto San Giovanni, 2000, pp. 104-108

Fonti e Documenti

ASMi, Catasto, Mappe del Catasto Teresiano, 3441, f. 13

ASMi, Catasto, Mappe del Catasto Lombardo Veneto, 2814, f. 5

ASMi, Catasto, Mappe, Nuovo Catasto Terreni, 427, f. 5

ASMi, Fondo Eredità Giulini, famiglie diverse, cart. 30

Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio, Sesto San Giovanni, archivio famiglia De Ponti, sezione prima, fondi antichi, b. 1, f. 1

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Susani, Elisabetta (1991)

Aggiornamento: Salerni, Patrizia (1999); Laviscio, Raffaella (2006); Piccolo, Olga (2006); Varalli, Francesca (2006)

Descrizione e notizie storiche: Piccolo, Olga; Varalli, Francesca

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).