Palazzo Isimbardi - complesso

Milano (MI)

Indirizzo: Corso Monforte 33 - 35 (Nel centro abitato, integrato con altri edifici) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Palazzo Isimbardi presenta una lunga facciata settecentesca su corso Monforte con larghe cornici a stucco che legano le finestre del piano terreno, del mezzanino e del piano nobile; all'interno vi è un cortile cinquecentesco porticato oltre il quale, a nord, si apre un giardino, in origine "all'italiana", poi rimodellato nell'Ottocento. Le strutture verticali dell'edificio sono in mattoni pieni, mentre i solai sono a volta in mattoni nei sotterranei e in legno ai piani superiori. Il tetto è a doppia falda con orditura in legname e copertura in tegole a canale. Ad est si articola un nuovo corpo di fabbrica in stile funzionalista che affaccia su via Vivaio, opera di Giovanni Muzio, con muratura in cemento armato e solai in latero-cemento

Epoca di costruzione: sec. XVIII - sec. XX

Autori: Tazzini, Giacomo, rifacimento; Alemagna, Emilio, rifacimento; Reggiori, Ferdinando, rifacimento; Muzio, Giovanni, rifacimento

Comprende

Descrizione

Palazzo Isimbardi, oggi sede della Città Metropolitana di Milano, si affaccia su Corso Monforte con una lunga facciata articolata su due livelli inframmezzati da un piano mezzanino, modificata più volte nel corso dei secoli fino alla forma attuale, risalente alla fine del XIX secolo. Cornici in stucco collegano in verticale le finestre sovrapposte dei tre piani, due più grandi di forma rettangolare e una più piccola al mezzanino. Il grande portale centrale, l'unico conservato degli interventi settecenteschi, introduce al cortile porticato del XV secolo - con rimaneggiamenti ottocenteschi - scandito, al piano terra, da archi su colonne. Oltre la corte d'onore, il fabbricato si apre su un giardino, in origine esteso fino agli orti dei Cappuccini di Porta Orientale e allestito "all'italiana", poi rimodellato nel XIX secolo secondo il gusto romantico. Il prospetto che vi si affaccia fu ridisegnato in stile neoclassico dall'architetto Giacomo Tazzini, allievo del Canova. Diventato sede della Provincia di Milano dagli anni Trenta, il palazzo fu ampliato (1940) su progetto di Giovanni Muzio con un nuovo corpo di fabbrica verso via Vivaio, coerente con lo stile funzionalista. All'interno dell'edificio sono conservate rilevanti testimonianze della storia secolare dell'edificio e dei suoi proprietari: opere d'arte, affreschi, dipinti, oggetti d'arte e un'importante collezioni di orologi. Si segnalano in particolare la Sala degli affreschi, con opere del Morazzone e la Sala del Consiglio con il grande telero con L'apoteosi di Angelo della Vecchia di Tiepolo.

Notizie storiche

Il nucleo originario di palazzo Isimbardi è costituito da una dimora di campagna costruita nel XV secolo fuori dalle mura cittadine lungo una delle vie che conducevano al contado, nel cosiddetto viridarium di Milano. La villa fu acquistata nel 1497 dalla famiglia Pallavicino di Novara i quali la vendettero nel 1552 al conte Francesco Taverna, ambasciatore degli Sforza prima, e collaboratore del governatore spagnolo Ferrante Gonzaga poi. Ai Taverna si deve la realizzazione dell'ampio cortile d'onore abbellito da decorazione ad affresco oggi solo in parte conservate. Le volte a crociera del porticato furono aggiunte nell'Ottocento in sostituzione degli originali soffitti a cassettoni. Morto senza eredi l'ultimo conte Taverna, nel XVIII secolo, il palazzo fu venduto a Gesualdo Lambertenghi che vi apportò notevoli modifiche secondo il gusto imperante all'epoca del barocchetto lombardo. Furono aggiunte due ali laterali a un solo piano e sulla strada si aprirono un balconcino e tre eleganti portali, e sul prospetto principale furono applicate cornici in stucco intorno alle finestre. I marchesi Isimbardi, nobile famiglia pavese di cui il palazzo conserva il nome ancora oggi, acquisirono e riadattarono l'edificio a partire dal 1775. Nel 1918, estinto il ramo Isimbardi il palazzo fu ceduto all'industriale legnanese Gian Franco Tosi e la distribuzione interna subì ancora sostanziali modifiche. Acquisita negli anni '30 dalla Provincia di Milano per farne la propria sede, fu sottoposta ad un lungo intervento di restauro affidato all'architetto Ferdinando Reggiori. Ultimi atti significativi della storia edilizia plurisecolare di palazzo Isimbardi risalgono, il primo al 1940 quando fu costruita la palazzina verso via Vivaio su progetto dell'architetto milanese Giovanni Muzio e il secondo ai lavori di ricostruzione e restauro dopo i danni causati dai bombardamenti del 1943, eseguiti negli anni Cinquanta su progetto dell'architetto Reggiori.

Uso attuale: intero bene: uffici

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Riferimenti bibliografici

Mezzanotte P./ Bascapè G.C., Milano nell'arte e nella storia, Milano 1948

Bascapè G.C., I palazzi della vecchia Milano, ambienti, scene, scorci di vita cittadina, Milano 1977

Celona T., Palazzo Isimbardi, Milano 1980

Guida d'Italia del Touring club italiano. Milano e laghi (compreso Canton Ticino), Milano 1967, pp. 213

Mezzanotte P./ Bascapè G.C., Milano nell'arte e nella storia, Milano 1948

Bascapè G.C., I palazzi della vecchia Milano, ambienti, scene, scorci di vita cittadina, Milano 1977

Celona T., Palazzo Isimbardi, Milano 1980

Guida d'Italia del Touring club italiano. Milano e laghi (compreso Canton Ticino), Milano 1967, pp. 213

Fonti e Documenti

A.S.Mi - Sala consultazione mediateca - Archivio digitale - Catasto Lombardo Veneto - 1866 - 1887 - fg 16

A.S.Mi - Sala consultazione mediateca - Archivio digitale - Pianta Vallardi Milano città - 1878 - fg 1

A.S.Mi - Sala consultazione mediateca - Archivio digitale - Nuovo Catasto Terreni (Cessato Catasto) 1894 - 1902 - fg 19

A.S.Mi - Sala consultazione mediateca - Archivio digitale - Catasto Teresiano (Iconografia della città e castello di Milano) - 1722 - fg. 1

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Andreoli, Ombretta (2007)

Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2011); Marino, Nadia (2016)

Descrizione e notizie storiche: Nava, Valentina

Fotografie: Marino, Nadia

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