Piazza Ducale - complesso

Vigevano (PV)

Indirizzo: Piazza Ducale - Vigevano (PV)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: portici

Configurazione strutturale: Spazio architettonico unitario rettangolare di 134 x 48 metri circondato su tre lati da portici ad arcate, sorretti da 84 colonne con capitelli lavorati con diverse fatture. Finestre a centina si aprono nel piano nobile e oculi illuminano il piano superiore. Sotto i porticati si affacciano negozi e bar che un tempo ospitavano botteghe di drappi di lana. Sul lato orientale fa da sfondo la maestosa facciata barocca del Duomo che con la sua forma concava abbraccia la grande piazza. Dietro il lato sud si eleva imponente la Torre del castello.

Epoca di costruzione: 1490 - sec. XVII

Autori: Bramante, Donato, progetto; Guglielmo da Camino, direzione lavori; De Curtis, Ambrogio, completamento lavori; Caramuel de Lobkowitz, Juan, rifacimento facciata chiesa e lato corto

Comprende

Descrizione

Concepita, oltre che come spazio pubblico, di attività civili, come elemento di decoro urbano e insieme come parte integrante della residenza signorile - al punto da assumere essa stessa la denominazione di 'ducale' -, la piazza veniva a incidere radicalmente sulla forma urbis di Vigevano, riqualificando una vasta zona aperta e in parte porticata nelle vicinanze del palazzo comunale e della chiesa principale, dove si svolgeva abitualmente, come era consuetudine nelle città medievali di area padana, una intensa attività commerciale. In una lettera del 3 maggio 1492 Ludovico il Moro legava la volontà di accrescere il decoro urbano di Vigevano alla necessità di "in medio ipso loco plateam extollere"; ne conseguì l'ordine di espropriare e far demolire alcune case per impostare un ampio spazio rettangolare limitato su tre lati da edifici a due piani sopra il pianterreno porticato formato da una sequenza regolare di archi a pieno centro su solide colonne in serizzo. È evidente qui l'intento, tipico del Rinascimento maturo, di contrapporre al tessuto della città medievale preesistente il modello di una città astratta, ispirata a rigorosi principi geometrici.
La scelta del serizzo per le colonne dei portici è assai meno scontata di quanto si possa credere e conferma l'ingente impegno finanziario e le ambizioni riposte nel progetto dal duca. Sul lato settentrionale, il perimetro delle colonne integrava completamente il palazzo comunale, visualizzando la volontà di primato del duca sulle istituzioni del potere civico. Altrove si interrompeva invece in più punti: all'altezza dell'accesso al Castello, costituito da una rampa che saliva alla torre conferendole grande rilevanza visiva; in corrispondenza della facciata, posta di sbieco, della chiesa maggiore, che chiudeva il quarto lato della piazza; infine, di fronte alla chiesa e al Castello, nei punti di inserzione di due archi trionfali che segnavano lo sbocco delle vie del borgo sullo spazio della piazza stessa. Una ricca ornamentazione a fresco con motivi all'antica trasfigurava illusionisticamente le pareti di questa straordinaria piazza-salone, con trabeazioni, fregi e colonnine a candelabra che furono oggetto di pesanti ridipinture nel Novecento. In epoca barocca, per iniziativa del vescovo Caramuel, alcuni interventi strutturali contribuirono ad accrescere l'unità formale della piazza e la sua capacità quasi teatrale di coinvolgimento visivo, falsando però la percezione del suo assetto originario e della relazione con la residenza ducale.
La questione dell'attribuzione del progetto della piazza resta sostanzialmente fissata alle posizioni assunte a inizio Novecento da Francesco Malaguzzi Valeri, che riconosceva al Bramante la paternità dell'intero intervento, con molte successive conferme. È comunque probabile che l'architetto urbinate fosse impiegato nei lavori in affiancamento a maestranze locali, cui si può forse pensare fosse affidata la realizzazione degli apparati decorativi della piazza. Sulla volontà di imprimere all'intervento una forte connotazione umanistica e classicista, non sembrano esserci dubbi: la magnifica 'stanza urbana' di Vigevano è stata spesso letta come la declinazione rinascimentale della tipologia antica, imperiale, del foro urbano, con riferimento a una cultura letteraria che spazia dal De Architectura di Vitruvio ai trattati quattrocenteschi dell'Alberti e del Filarete, in cui il tema architettonico della piazza cittadina è assai rilevante. All'Alberti richiama anche, peraltro, l'idea dell'arco trionfale a fornici ripreso dal prospetto del S. Andrea di Mantova. A queste suggestioni si può forse aggiungere, sulla scorta di Giordano (1992), il precedente concreto della piazza grande di Pavia, aperta a partire dal 1376 da Gian Galeazzo Visconti, che con quella di Vigevano presenta più di una affinità strutturale e organizzativa.

Notizie storiche

Commissionata da Lodovico il Moro a partire dal 1490, demolendo il vecchio tessuto medioevale, fu immaginata come corte del suo palazzo.
Rappresenta il primo esempio, realizzato di spazio architettonico unitario, secondo le riflessioni già dibattute dal Brunelleschi a Firenze e da Leonado e Bramante a Milano, sullo spazio aperto della "Piazza", come nuova elaborazione laica dei chiostri medioevali. E tutta laica è questa complessa operazione urbanistica intesa a trasformare l'abitazione e lo spazio circostante in un tutt'uno.
Alle maestranze locali si deve l'esecuzione artigianale (volte, archi, capitelli), forse dirette dall'ing. ducale Guglielmo da Camino, o secondo un documento del 1492, da Ambrogio de Curtis.
Nel 1680, in pieno spirito barocco, il cardinale Juan Caramuel, fa demolire la rampa di collegamento alla torre del Castello, per costruire la nuova facciata della cattedrale. Il lato orientale diviene la quinta su cui si affaccia l'intero complesso. In tal modo la piazza allungandosi in asse con la chiesa, diviene il sagrato della chiesa, sconvolgendone i valori.
Nel XIX sec. si ha la risistemazione del selciato.
Nel 1902 si ha il rifacimento della decorazione pittorica delle facciate dei palazzi che si affacciano sullo spazio, sulla base di alcuni lacerti di precedenti pitture.

Uso attuale: intero bene: piazza

Uso storico: intero bene: corte del palazzo ducale

Condizione giuridica: proprietà mista pubblica/privata

Accessibilità: Come raggiungere la piazza:
in auto da Milano:
da Lorenteggio, imboccare la nuova vigevanese SS494, in prossimità del centro posteggiare: la piazza è chiusa al traffico veicolare.

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Vergani, Cristina (2005)

Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2009); Marino, Nadia (2014)

Descrizione e notizie storiche: Balzarini, Maria Grazia; Ribaudo, Robert

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book; Marino, Nadia

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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