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Ristrutturazione e ampliamento di palazzo Borromeo d'Adda
Milano (MI)

Indirizzo: Via Alessando Manzoni 41, 41A - Milano (MI) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni e uffici

Caratteri costruttivi:

  • strutture: travi e pilastri in cemento armato, solai in laterizi armati tipo Excelsior
  • facciata: ceppo; intonaco
  • coperture: a quattro falde; piana a terrazzo praticabile con pensilina (via Manzoni 41A)
  • serramenti: in legno verniciato, con persiane

Cronologia:

  • progettazione: 1945 - 1948
  • esecuzione: 1945 - 1948
  • data di riferimento: 1945 - 1948

Committenza: Conte Carlo Borromeo d'Adda; Immobiliare Giardini Manzoni

Autori:

Uso: abitazione/ ufficio

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

La ristrutturazione di Palazzo Borromeo d'Adda, elegante residenza neoclassica gravemente danneggiata dalle incursioni aeree del 1943, costituisce uno dei capisaldi di un'originale metodologia progettuale che nell'operare all'interno della città storica ricerca un dialogo con il manufatto antico, anticipando molti temi tipici dell'architettura residenziale milanese degli anni Cinquanta. L'intervento si compone di due parti separate ma unitarie nell'economia complessiva del progetto: il ripristino dell'ala del cortile d'onore verso il giardino e la realizzazione di un nuovo condominio di otto piani con ingresso dal cortile minore, adiacente e in diretto collegamento con il nucleo principale del palazzo. Se all'interno del cortile d'onore la scelta progettuale è quella di ripristinare l'immagine ottocentesca del portico con la sostituzione delle parti distrutte nel rispetto dei materiali e delle forme originali, nel lato verso il giardino il corpo di fabbrica viene allargato e integralmente ricostruito con la creazione di due volumi simmetrici caratterizzati dall'esibizione della griglia strutturale interamente rivestita in lastre di ceppo. I due volumi racchiudono tra loro - come un frammento del palazzo storico - il triportico centrale, disposto in asse con l'ingresso monumentale su via Manzoni. La composizione dei prospetti, con la maglia strutturale che inquadra una serie di sfondati intonacati in cui si inserisce una sequenza regolare di aperture, si riferisce senza dubbio ai più celebri esempi del razionalismo italiano. Tuttavia l'integrazione con brani di architettura storica e il ricorso a proporzioni più vicine a quelle della tradizione milanese nell'impaginato delle facciate testimoniano una sensibilità che è frutto di un'evoluzione rispetto all'ortodossia del moderno e che apre la strada ad una singolare "via milanese" negli interventi all'interno del tessuto urbano centrale; in questo caso il passo delle campate del triportico centrale viene adottato per determinare la misura del reticolo strutturale di facciata, considerando la preesistenza come parte integrante ed essenziale del progetto. Al primo piano dell'ala ricostruita vengono ricavati nel volume a nord-est dei locali a uso ufficio e in quello a nord-ovest l'appartamento del proprietario, il Conte Carlo Borromeo: l'ingresso avviene tramite lo scalone d'onore da cui si entra in una prima galleria che conduce a uno sfarzoso atrio circolare. Da questo ambiente si accede al salotto e a una seconda galleria che distribuisce le camere da letto affacciate sul giardino interno. La zona pranzo e il salone sono ricavate sopra il triportico, nel volume compreso tra il cortile d'onore e il giardino. Il piano terreno ospita altri uffici, mentre il terzo e il quarto piano sono destinati ad appartamenti signorili di cinque o sei locali. Il nuovo condominio di otto piani, nella parte nord-est del giardino Borromeo, è destinato ad appartamenti per una committenza alto borghese ed è collegato al corpo più basso da una piccola fascia su quattro livelli che a piano terra ospita il portico d'ingresso e al quarto piano una terrazza. L'edificio, con un appartamento per piano, è caratterizzato dalla sequenza verticale di terrazzi con i soggiorni affacciati sul giardino interno, dalla presenza di una grande pensilina a coronamento del volume e dalla sobrietà del linguaggio architettonico utilizzato nel disegno dei fronti. La disposizione dei locali interni, anche se personalizzata per i vari piani, segue una regola generale: tutte le zone giorno sono rivolte verso il giardino, mentre le camere e gli studi si attestano per lo più verso il cortile interno; il vano scala, i bagni e i locali di servizio si aprono invece su un ampio cavedio realizzato in aderenza all'edificio esistente sul lato nord-est. Gli interni sono improntati alla massima signorilità: l'architetto Vito Latis si occupò in molti casi non solo del progetto architettonico ma anche dell'arredamento degli appartamenti.

Notizie storiche

Il palazzo Borromeo d'Adda, di origini settecentesche ma interamente riformato tra il 1820 e il 1825 dall'architetto Gerolamo Arganini, aveva uno dei più importanti giardini privati della città; prima dell'apertura, nel 1940, di via dei Giardini - che già dal toponimo evoca la quantità di aree verdi presenti nella zona - era tutt'uno con il giardino Perego, a cui si accedeva dall'omonimo palazzo di via Borgonuovo. Oggi la superficie a verde è notevolmente ridotta, ma risulta comunque considerevole per la sua posizione nel centro della città. Nel 1936 il Ministero della Pubblica Istruzione ha dichiarato il giardino di notevole interesse pubblico. Dopo il secondo conflitto mondiale il palazzo è inserito nell'elenco dei 183 edifici monumentali bombardati tutelati ai sensi della legge 1089 del 1939. Il primo progetto di ricostruzione dell'architetto Vito Latis è datato 6 maggio 1946 e viene approvato subito dopo. Nelle tavole di progetto si può notare la precisione con cui nelle sezioni sul cortile sia effettuato uno studio delle altezze: una linea ideale sta a dimostrare come il nuovo corpo di fabbrica costruito sul giardino non dovesse essere percepito da chi si trovasse all'interno del cortile d'onore. Una forma di rispetto del manufatto storico che nel fronte verso il giardino si tradurrà in un riuscito tentativo di dialogo con l'ambiente naturale.

Documentazione allegata

Fonti archivistiche

Archivio Civico, Milano - scheda fondo vedi »

Archivio Vito e Gustavo Latis, Milano - scheda fondo vedi »

Bibliografia

Perogalli C., Atrii di case, Milano 1960, pp. 128-129

Gramigna G./ Mazza S., Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca, Milano 2001, p. 210

Auletta Marrucci R./ Negri M./ Rastelli A./ Romaniello L., Bombe sulla città: Milano in guerra 1942-1944, Milano 2004, pp. 296-297

Capitanucci M.V. (a cura di), Vito e Gustavo Latis. Frammenti di città, Milano 2007, pp. 74-77

Credits

Compilatore: Suriano, Stefano (2016)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea