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Edificio per abitazioni e negozi in via Fatebenefratelli 10
Milano (MI)

Indirizzo: Via Fatebenefratelli, 10 - Milano (MI) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni e uffici

Caratteri costruttivi:

  • strutture: pilastri e travi di colmo e perimetrali in cemento armato; solette del tipo misto in laterizio e travette e solette in cemento armato
  • facciata: pietra bianca
  • coperture: piana con terrazzo praticabile; a falde
  • serramenti: in legno, con avvolgibili

Cronologia:

  • progettazione: 1949 - 1952
  • esecuzione: 1949 - 1952
  • data di riferimento: 1949 - 1952

Committenza: società Molino Vecchio

Autori:

Uso:

  • (attuale) abitazione/ negozio/ ufficio
  • (storico) abitazione/ negozio

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

L'edificio, raffinato esempio di architettura residenziale del dopoguerra, sorge su un lotto rettangolare stretto e lungo compreso tra via Fatebenefratelli, via Borgonuovo e via dell'Annunciata. Per la chiarezza dell'impostazione progettuale e per l'equilibrio compositivo che lo caratterizzano si distingue - insieme alla vicina casa del Cedro, che lo fronteggia - tra l'edilizia borghese dell'intorno. Un basamento a negozi scandito da una sequenza regolare di pilastri sostiene un volume puro di cinque piani residenziali, interrotto solamente dal blocco sporgente di tre campate su via Fatebenefratelli e dalle bucature dell'ampio loggiato all'ultimo piano. Il calibrato rapporto tra pieni e vuoti, le eleganti proporzioni delle aperture e la continuità del reticolo strutturale che dal basamento riemerge sulla sommità, esprimono una profonda adesione alla cultura architettonica del primo razionalismo italiano. Il fronte principale, su via Fatebenefratelli, è contraddistinto dal grande volume a bow-window dei soggiorni, che aggetta rispetto alla superficie compatta e uniforme dell'edificio consentendo una vista straordinaria sulla zona absidale della chiesa di San Marco. Sul fronte secondario, in via dell'Annunciata, il reticolo strutturale della loggia-terrazzo si estende anche al piano inferiore, creando un rapporto privilegiato tra lo spazio architettonico e il cielo, mentre ai piani sottostanti una fitta sequenza di aperture ricavate in una superficie intonacata identifica la presenza dei locali di servizio. Sulla testata verso via Borgonuovo, dove sono disposte le camere da letto, il rivestimento nobile in pietra bianca del fronte principale risvolta per due campate verso via dell'Annunciata, rivelando la differenziazione funzionale degli ambienti interni. Tale capacità di esprimere con razionalità il racconto di una dimensione domestica si ritrova anche nel trattamento del bow-window su via Fatebenefratelli, dove il telaio strutturale è reso evidente dalle ampie superfici vetrate che danno luce ai soggiorni, esplicitando il concetto di "spazio primario" - nucleo centrale della poetica di Carlo De Carli - nel superamento della distinzione tra interno ed esterno. Nel progetto di architettura si svela il continuo tentativo di ordinare lo spazio fisico in base alle esigenze degli abitanti e alla continuità con l'ambiente naturale: in questo edificio i primi tre piani si ripetono uguali tra loro, poi, al quarto e al quinto piano, l'idea di unità architettonica si arricchisce di sistemi più complessi, lasciando spazio all'aria e alla luce con il tema della loggia-terrazzo. Un unico vano scala con ascensori posizionato in corrispondenza dell'ultima campata di via dell'Annunciata - a cui si accede a piano terra dal profondo atrio con ingresso da via Fatebenefratelli - distribuisce in origine un unico appartamento per piano, con ingresso autonomo di servizio. Sempre nell'ultima campata sul retro è collocata la rampa carrabile che dà accesso alle autorimesse interrate.

Notizie storiche

L'edificio è costruito in continuità alla cortina edilizia compatta che segue l'andamento della cerchia interna dei Navigli, l'anello stradale centrale che dal 1929 ricopre le acque della fossa interna. Poco più avanti le acque del Naviglio della Martesana, provenienti dal fiume Adda, vi si immettevano dopo aver superato la Conca dell'Incoronata - tuttora visibile con il sistema di chiuse quattrocentesche - e dopo essere confluite nel laghetto di San Marco, anch'esso ricoperto insieme alla fossa interna dei Navigli. È inoltre interessante il singolare rapporto che l'edificio di via Fatebenefratelli 10 e la celebre Casa del Cedro - costruita negli stessi anni su progetto di Giulio Minoletti e Giuseppe Chiodi - istituiscono con la zona absidale della chiesa di San Marco. Entrambe le case, che ospitano residenze alto borghesi, considerano l'edificio sacro come un'evidenza monumentale da rispettare e valorizzare: la prima attraverso la soluzione del grande bow-window e della loggia sommitale come affaccio privilegiato sul monumento, la seconda attraverso un arretramento del corpo edilizio che, lasciando spazio al grande cedro del Libano, consente la vista dell'abside e del campanile della chiesa a chi proviene da piazza Cavour. Il contrasto cromatico tra il bianco dei materiali di rivestimento delle due case e il colore bruno rossastro del laterizio della chiesa contribuisce a rafforzare l'idea di rispetto dell'edificio monumentale.

Documentazione allegata

Fonti archivistiche

Archivio Civico, Milano - scheda fondo vedi »

Fondo Carlo De Carli. Politecnico di Milano, Area Servizi Bibliotecari di Ateneo, Archivi Storici - scheda fondo vedi »

Bibliografia

Ottolini G. (a cura di), Quaderni del Dipartimento di Progettazione dell'Architettura del Politecnico di Milano,, Carlo De Carli e lo spazio primario, Roma-Bari 1997, n. 20

Ottolini G./ Bucci F./ Rizzi R. (a cura di), Carlo De Carli. Lo spazio primario, Napoli 2011

Ottolini G., Spazio primario e architettura negli scritti di Carlo De Carli, Bologna 2012

Credits

Compilatore: Suriano, Stefano (2016)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea