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Edificio per abitazioni e uffici in viale Filippetti 3
Milano (MI)

Indirizzo: Viale Filippetti 3 - Milano (MI) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni e uffici

Caratteri costruttivi:

  • strutture: travi e pilastri in calcestruzzo armato; solai del tipo a doppia soletta con laterizi speciali per l'incorporazione dei pannelli radianti, gettati in opera
  • facciata: in tesserine di ceramica martellate (originali) sostituite con tesserine in pasta di vetro lisce; color verde acqua per le parti sporgenti e il fianco; grigio chiaro per gli sfondati e lo zoccolo
  • coperture: piana a terrazzo praticabile; a falde con tegole
  • serramenti: in legno douglas naturale, con avvolgibili

Cronologia:

  • progettazione: 1955
  • esecuzione: 1956 - 1957
  • data di riferimento: 1955 - 1957

Committenza: Guazzoni, Luigi; Immobiliare CRIVAN

Autori:

Uso: abitazione/ ufficio

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

L'edificio, situato all'angolo tra viale Filippetti e via Cassolo - ove un tempo sorgevano i Bastioni di Porta Vigentina - è posto a conclusione di un breve tratto di edilizia in cortina e si distingue per la raffinatezza delle soluzioni di facciata e l'accurata esecuzione costruttiva. Come evidenziato dalla planimetria generale approvata nel giugno 1955 dall'Ufficio Tecnico di Piano, l'intervento comprendeva due fabbricati tra loro ortogonali, progettati inizialmente in maniera unitaria, il primo attestato su viale Filippetti e il secondo su via Cassolo. Questa prima proposta, di cui esistono disegni a firma dell'ingegner Carlo Agular, verrà superata nella soluzione definitiva e i due edifici saranno realizzati separatamente ma mantenendo lo schema generale della prima proposta progettuale. La progettazione del fabbricato su viale Filippetti sarà affidata all'architetto Gian Carlo Malchiodi e allo stesso ingegner Carlo Agular. Elemento distintivo del progetto è la straordinaria modernità della facciata, in cui un blocco sporgente rivestito da tesserine color verde acqua si stacca dal volume di base consentendo la creazione di una serie di logge su cui affacciano gli ampi soggiorni degli appartamenti; al terzo e al quinto piano i loggiati, scanditi da esili montanti metallici, si estendono lungo l'intero profilo della facciata, mettendo in evidenza il sapiente ed equilibrato gioco dei volumi anche nel fronte laterale, dove in corrispondenza del lato sinistro la superficie svuotata delle logge, insieme a quella del basamento arretrato, crea un originale disegno del prospetto. La finezza nel disegno dei serramenti, l'eleganza nell'uso del vetro temperato per le balaustre e il nitore complessivo delle superfici contribuiscono a dare ai fronti un carattere di forte astrazione. Un unico vano scala centrale distribuisce due appartamenti per piano, ciascuno con ingresso padronale e ingresso di servizio raggiunti rispettivamente da un ascensore. Le piante sono progettate con rigore e razionalità, utilizzando con sorprendente semplicità le corrispondenze tra gli elementi portanti e quelli di tamponamento. Tutti i locali di servizio si affacciano sul fronte interno e su quello laterale; sul fronte rappresentativo verso i Bastioni sono presenti soltanto i soggiorni e alcune camere da letto. Il piano rialzato e il seminterrato sono invece occupati da uffici. L'atrio, ambiente di straordinaria eleganza, è disposto su due livelli grazie a una singolare soluzione spaziale: le due rampe di scale all'ingresso - quella che sale al piano rialzato e quella che scende al seminterrato - sono parallele alla strada e perpendicolari all'entrata. In questo modo le visuali e gli effetti prospettici si moltiplicano, consentendo a chi è al piano rialzato di dominare lo spazio dell'ingresso come da una balconata interna. Una vetrata fissa a tutt'altezza alla destra dell'ingresso consente una vista anche all'esterno dell'edificio, creando un rapporto tra lo spazio dell'atrio e lo spazio della città. La ricchezza e l'eterogeneità dei materiali (granito grigio nelle scale; marmo Cristal bianco e legno Macoré a rivestire pareti e pilastri; alluminio, cristallo e formica azzurra nei parapetti; cristallo temperato lucido e metallo bianco per le impennate fisse) non si traducono mai in un'idea di sovrabbondanza decorativa ma restituiscono sempre un'immagine di raffinata e asciutta essenzialità. La scala principale, considerata elemento esclusivamente di servizio, si raggiunge dal piano rialzato e ha lo sbarco ai piani verso il fronte interno dell'edificio. Alla sinistra dell'ingresso pedonale, ma comunque in posizione centrale rispetto allo sviluppo della facciata, è collocata la rampa carrabile che dà accesso alle autorimesse, mentre al piede del basamento una serie continua di finestrature illumina il piano seminterrato.

Notizie storiche

La casa di viale Filippetti sorge a ridosso del grande viale circolare che occupa l'antico sedime delle mura spagnole di Milano, costruite tra il 1548 e il 1562 per ordine del governatore mantovano Ferrante Gonzaga; sul lato esterno di questa strada ad alto scorrimento urbano - chiamata cerchia dei Bastioni - sono ancora visibili alcuni tratti ormai ridotti allo stato di rudere delle antiche e imponenti strutture difensive. Trasformate nella seconda metà del Settecento in pubblica passeggiata, con il progetto di Giuseppe Piermarini le mura divengono viali panoramici sopraelevati in cui da ogni punto del percorso è possibile vedere il Duomo di Milano e il profilo delle Alpi. Con l'attuazione del piano Beruto (1889), i Bastioni vengono progressivamente spianati per consentire un più immediato collegamento tra la parte interna e quella esterna della città, ormai già ampiamente sviluppata. La grande operazione urbana - che nel tratto compreso tra Porta Romana, viale Filippetti e viale Beatrice d'Este è terminata intorno alla metà del secolo scorso - avrebbe dovuto dar luogo, secondo le intenzioni dell'ingegner Cesare Beruto, alla creazione di "un nuovo viale di grandi dimensioni, parallelo alla Circonvallazione, alla quale potrebbe essere collegato mediante ampi interspazi alberati". L'idea di lasciare un'ampia fascia di rispetto a verde tra i due viali paralleli che sorgevano all'interno e all'esterno delle antiche mura non trovò in seguito una compiuta attuazione, lasciando spazio a una incoerente sequenza interstiziale di edifici residenziali.

Documentazione allegata

Fonti archivistiche

Archivio Civico, Milano - scheda fondo vedi »

Archivio Malchiodi, Milano

Bibliografia

Perogalli C., Atrii di case, Milano 1960, pp. 170-175

La Pietra U., Gian Carlo Malchiodi Architetto, Milano 2007, pp.78-83

Credits

Compilatore: Suriano, Stefano (2016)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea