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Edificio per abitazioni e negozi in piazza Velasca
Milano (MI)

Indirizzo: Piazza Velasca 8-10 - Milano (MI) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni, negozi e uffici

Caratteri costruttivi:

  • strutture: travi e pilastri in calcestruzzo armato
  • facciata: lastre di ceppo gentile, con parapetti dei balconi parte in muratura rivestita in tesserine ceramiche color avorio parte in ferro; intonaco Fulget avorio e chiaro; tessere di mosaico marmoreo; granito lucidato nel basamento
  • coperture: piana a terrazze praticabili
  • serramenti: in legno verniciato, con avvolgibili

Cronologia:

  • progettazione: 1955
  • esecuzione: 1955
  • data di riferimento: 1955

Committenza: Ricostruzione Comparti Edilizi (Rice)

Autori:

Uso:

  • (attuale) abitazione/ negozio/ ufficio
  • (storico) abitazione/ ufficio

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

L'edificio, progettato per uso residenziale ma in seguito prevalentemente adibito a uffici, è situato lungo il Corso di Porta Romana e costituisce la chiusura verso sud del sistema spaziale di piazza Velasca. L'area su cui insiste era stata quasi completamente rasa al suolo dai pesanti bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale e il Comune aveva predisposto un primo Piano di Ricostruzione, poi superato e semplificato nella proposta definitiva con al centro la torre Velasca. Il fabbricato è un corpo doppio costituito da due blocchi contigui, ciascuno con un vano scala e due ascensori che in origine distribuiscono due grandi appartamenti per piano. Ogni alloggio è impostato a partire da un ampio corridoio centrale che consente l'accesso a ulteriori disimpegni per la zona notte e per i servizi; due delle quattro unità residenziali di ogni piano dell'edificio si distinguono per un enorme soggiorno passante da cui è possibile accedere sia alle grandi balconate affacciate su Corso di Porta Romana che ai loggiati continui aperti verso piazza Velasca. Il prospetto sul Corso è scandito da una sequenza di quattro setti murari rivestiti in ceppo gentile che inquadrano altrettanti sfondati verticali con lunghi balconi mistilinei. In corrispondenza della grande portafinestra che si apre sul soggiorno - posizionata in diagonale rispetto al piano della facciata - ogni balcone esibisce una parte di parapetto in muratura, a contrasto con la leggerezza della rimanente superficie, in ferro. Il basamento, che ospita esercizi commerciali, è costituito da una sequenza continua di aperture su strada ritmata da pilastri che mettono in evidenza la regolarità della struttura. Le proporzioni delle aperture e degli eleganti sopraluce rettangolari, che riprendono la scansione delle parti superiori della facciata, esprimono una profonda continuità e un'assoluta coerenza con la cultura architettonica razionalista italiana. Allo stesso tempo il movimento creato dalle balconature in facciata risponde a un clima culturale che è già interamente rivolto alle sperimentazioni degli anni Cinquanta. Sul prospetto interno le aperture nel basamento sono a gruppi di tre e lasciano spazio ai due ingressi all'edificio; l'intera facciata è caratterizzata da loggiati continui con lunghi parapetti in muratura che si interrompono in alcuni tratti secondo un modulo stabilito, creando un motivo lineare che diviene tema compositivo di tutto il fronte. Attraverso l'uso reiterato del loggiato l'architettura di Malchiodi cerca di risolvere il difficile rapporto con lo spazio della piazza che, con la costruzione della Torre Velasca (1956-1957), sarà svuotato di ogni prerogativa di urbanità rimanendo un luogo marginale e ancora oggi irrisolto.

Notizie storiche

Fino all'inizio degli anni Trenta la zona dell'attuale piazza Velasca era caratterizzata da un tessuto urbano compatto in cui le residenze si integravano armoniosamente con le funzioni commerciali. Già nel 1934 il Piano Regolatore Albertini aveva previsto in quella parte del centro storico una serie di sventramenti in nome del risanamento e di un assetto più funzionale della rete stradale. Le demolizioni interessarono soprattutto la zona del cosiddetto Bottonuto, che si estendeva tra le attuali piazza Diaz e piazza Velasca. Successivamente gli estesi danneggiamenti del secondo conflitto mondiale hanno reso disponibile l'intera area per un vasto piano di ricostruzione, dando inizio al radicale cambiamento dell'assetto urbano del centro di Milano che di lì a poco, nel 1953, verrà sancito dal nuovo piano regolatore. All'inizio degli anni Cinquanta una proposta planimetrica del Comune prevedeva per tutta l'area compresa tra via Pantano e Corso di Porta Romana un impianto a cortile chiuso, con un modesto allargamento della sezione stradale su via Velasca e una serie di spazi irrisolti all'interno dell'isolato. La variante proposta e poi realizzata dallo studio BBPR concentrava il volume dell'intervento sulla torre Velasca e liberava tutto lo spazio dell'attuale piazza che veniva delimitata ai bordi da due grandi edifici in linea, entrambi progettati da Gian Carlo Malchiodi nello studio di Ugo Zanchetta. Malchiodi comprende a pieno come l'urgenza della ricostruzione, con l'esigenza di dare nuovamente un volto a molte parti centrali della città, rischi di mettere in secondo piano la qualità del costruito, adoperandosi per riscattare la superficialità del disegno urbanistico con l'esattezza razionale della proposta architettonica.

Fonti archivistiche

Archivio Malchiodi, Milano

Bibliografia

Bonfanti E./ Porta M., Città, museo e architettura: il gruppo BBPR nella cultura architettonica italiana. 1932-1970, Firenze 1973, pp. A84-86

La Pietra U., Gian Carlo Malchiodi Architetto, Milano 2007, pp. 84-87

Credits

Compilatore: Suriano, Stefano (2016)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea