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Ex-Stabilimento Olivetti
Crema (CR)

Indirizzo: Via Bramante 65 - Crema (CR) (vedi mappa)

Tipologia: architettura industriale e produttiva; stabilimento produttivo

Caratteri costruttivi:

  • strutture: pilastri prefabbricati incastrati al piede con perno di centraggio (h 6,20 m), travi principali con sezione ad Y rovesciata in c.a. precompresso (h 1,65 m), travi secondarie a sezione composta a triangolo rovesciato in c.a. precompresso (h 1,30 m)
  • facciata: tamponamenti a curtainwall in vetro e alluminio, in alcuni punti con lamelle frangisole
  • coperture: diverse tipologie di elementi a lucernario con frangisole in resine di poliestere ed acriliche, fissi e apribili; non praticabile
  • serramenti: in alluminio

Cronologia:

  • progettazione: 1962 - 1972
  • esecuzione: 1969
  • data di riferimento: 1962 - 1972

Committenza: Olivetti

Autori:

Uso:

  • (attuale) produttivo e terziario, in alcune parti dismesso
  • (storico) produttivo

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

Lo stabilimento di Crema per la fabbrica Olivetti realizzato su progetto di Marco Zanuso ed Eduardo Vittoria si inserisce in una più generale riflessione sul tema dell'edificio prefabbricato e sullo sviluppo di una matrice modulare di base per gli stabilimenti produttivi. Nel 1962 la direzione delle fabbriche Olivetti avvia un ampio progetto di ristrutturazione dei suoi edifici ad Ivrea, ipotizzando la realizzazione un nuovo centro industriale più a sud, nella località di Scarmagno, basato su principi di modularità e flessibilità. L'idea fondamentale consiste nella progettazione di un sistema spaziale tipo, composto da un abaco di elementi prefabbricati compatibili con le esigenze di ciascuna unità produttiva, in grado di generare stabilimenti ampliabili e riconfigurabili grazie alla ripetibilità e duttilità del modulo di base. Il tema consentiva non solo di espandere la fabbrica in tempi successivi in relazione alle nuove esigenze produttive, ma anche di restringerla, fino a chiuderla smontandone gli elementi e rimontandoli altrove, in virtù di un eventuale mutamento dello scenario economico e di mercato. La costruzione dello stabilimento di Crema viene avviata nel febbraio del 1969, dopo che il sistema era stato già sperimentato l'anno precedente a Scarmagno; qualche mese dopo verrà realizzato anche il polo di Marcianise, nei pressi di Caserta. Il sistema costruttivo prevede la realizzazione di pilastri in cemento armato precompresso, sagomati in modo da ottimizzare i diversi sforzi di carico, da inserire in plinti posati in opera e dotati di cavità con perno di centraggio. Le travi principali possiedono una sezione ad Y rovesciata e vengono appoggiate a cavallo della testa dei pilastri, con l'interposizione di cuscinetti in neoprene, materiale plastico, acciaio inossidabile e piombo in corrispondenza dei giunti di dilatazione. Le travi secondarie, a sezione a V aperta, sono successivamente appoggiate sulle selle delle travi primarie, con la giustapposizione dei cuscinetti: la loro forma cava consente l'alloggiamento delle condutture impiantistiche, che risultano così - fattore di notevole qualità progettuale - integrate direttamente nella struttura. Tutti gli elementi strutturali prefabbricati non superano il peso delle 18 tonnellate, in modo da poter essere trasportati, sollevati e montati in situ con manovre relativamente semplici, in tempi rapidi e con poco personale. I tamponamenti esterni vengono realizzati con sistemi a curtain wall in alluminio con parti trasparenti e opache, dotate di lamelle frangisole installabili nel caso di esposizione a favore di sole. Gli elementi di copertura - a lucernari fissi, apribili oppure opachi con soluzioni diverse a seconda dell'orientamento - completano l'involucro esterno degli edifici e sono dotati, ove necessario, di condotti per l'aspirazione di eventuali sostanze nocive impiegate nella lavorazione. Il sistema così progettato consente la realizzazione di ambienti modulari di metri 12 per 18 ad altezza costante di oltre 6, liberi da impianti; i tamponamenti esterni possono essere collocati indifferentemente rispetto alla struttura, in modo da configurare spazi porticati o aperti. Si origina così un progetto-matrice di elevata razionalità, sufficientemente flessibile ed integrato, potenzialmente impiegabile in molteplici occasioni grazie all'intelligente abaco di pezzi prefabbricati assemblabili: un esito di notevole interesse, con il quale Marco Zanuso ed Eduardo Vittoria testimoniando tutta la vitalità della cultura progettuale italiana negli anni del dopoguerra.

Notizie storiche

Nel 1896 si insedia ad Ivrea il primo stabilimento della "C. Olivetti & C.", azienda dedita alla produzione di strumenti di misurazione elettrica. Il titolare, l'ingegner Camillo Olivetti, costruirà dodici anni dopo nella stessa città il primo storico stabilimento per macchine da scrivere, dando inizio a una delle più importanti e singolari vicende imprenditoriali italiane: il figlio maggiore, Adriano, porterà l'azienda di famiglia a primeggiare nel settore sviluppando una concezione industriale - dalla forte carica innovativa e visionaria - saldamente legata al concetto di "comunità". Gli stabilimenti di Scarmagno, Crema e Marcianise vengono progettati all'interno di un più generale programma di ristrutturazione degli apparati produttivi dell'azienda, due anni dopo la morte di Adriano Olivetti, colto da un malore il 27 febbraio del 1960 su un treno diretto a Losanna. Appassionato di urbanistica e colto umanista, Olivetti si circonda di molti tra i più importanti progettisti italiani a lui contemporanei, tra cui i BBPR, Bottoni, Figini e Pollini, Gardella, Nizzoli, Ridolfi e Scarpa. Marco Zanuso progetta per l'Olivetti gli stabilimenti di Merlo (1954-1961), nei sobborghi di Buenos Aires in Argentina, e di San Paolo (1956-1961) in Brasile; Eduardo Vittoria, a partire dagli anni Cinquanta, realizza il Centro Comunitario a Palazzo Canavese (1952-1953), il complesso Olivetti a San Bernardo (1955-1960), l'Officina per la produzione di macchine da calcolo (1956-1957) e gli edifici di foresteria, soggiorno e ristorante per i tecnici Olivetti a Pregnana Milanese (1962-1963).

Documentazione allegata

Fonti archivistiche

Fondo Marco Zanuso. Università della Svizzera Italiana, Fondazione Archivio del Moderno, Mendrisio - scheda fondo vedi »

Fondo Marco Zanuso. Università della Svizzera Italiana, Fondazione Archivio del Moderno, Mendrisio - sito vedi »

Bibliografia

Vittoria E./ Zanuso M., Notizie Olivetti, Paesaggio, architettura e design, Milano 1962, n.76, pp.61-68

Guazzo G., Eduardo Vittoria. L'utopia come laboratorio sperimentale, Roma 1995, pp.104-107

De Giorgi M., Marco Zanuso architetto, Milano 1999, pp.118-127

Credits

Compilatore: Sartori, Alessandro (2017)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea