La villa, situata a ridosso della roccia e ai piedi dei vigneti storici della "Sassella" (area di produzione del famoso omonimo vino), si presenta come fondale di una lottizzazione alquanto eterogenea dalla quale si astrae, ricercando piuttosto una solidarietà estetica e culturale con il retrostante paesaggio terrazzato e con una tradizione costruttiva capace di confrontarsi con le asperità altimetriche della montagna. Gli spazi della casa si sviluppano su quattro piani, sfruttando il dislivello tra la quota di accesso a valle e quella del pianoro a monte. Nel seminterrato trovano posto il garage e i locali di rimessa; il living al piano rialzato si presenta sia nell'intimità della zona attorno al camino, sia nella spettacolarità di quella a doppia altezza dalla cui copertura vetrata piove luce zenitale; la zona notte occupa i due piani superiori. Al livello giorno e all'ultimo due terrazze sfruttano le coperture dei piani sottostanti. L'articolazione quasi "interstiziale" dell'edificio, volta ad assecondare i terrazzamenti, è rafforzata dalla pietra a spacco utilizzata non solo per il rivestimento delle facciate, ma per tutti gli elementi costitutivi esterni, verticali e orizzontali (muretti di contenimento di percorsi e scalette, gradini, ...). Un omaggio alle preesistenze ambientali che declina in forme moderne e meditate il rapporto con la tradizione.

Lo studio Stefanelli, fondato da Pietro (Piercarlo) nel 1954, cui si associa nel 1989 Nicola Stefanelli come direttore tecnico, è particolarmente presente nel panorama del territorio locale (ma non solo), con una vasta gamma di progetti e realizzazioni di scala sia urbana, sia edilizia, nel settore sia pubblico, sia privato. Cardini dell'attività sono "la dedizione alle tematiche del recupero urbano e della progettazione a scala territoriale" e "la ricerca tipologica per l'innovazione edilizia": un approccio dunque versatile e attento ai valori ambientali.

Archivio Pietro Stefanelli, Sondrio

Credits

Compilatore: Premoli, Fulvia (2015)
Responsabile scientifico testi: Boriani, Maurizio