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Condominio in via Sant'Antonio Maria Zaccaria 3
Milano (MI)

Indirizzo: Via Sant'Antonio Maria Zaccaria 3 - Milano (MI) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni e uffici

Caratteri costruttivi:

  • strutture: travi e pilastri in cemento armato
  • facciata: mosaico policromo con disegno a onde (facciata piena); marmo bianco (pareti dietro i balconi)
  • coperture: piana non praticabile
  • serramenti: in alluminio anticorodal

Cronologia:

  • progettazione: 1951
  • esecuzione: 1951
  • data di riferimento: 1951

Autori:

Uso: abitazione/ ufficio

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

Il condominio è un piccolo blocco inserito in una cortina stradale, destinato ad accogliere uffici (collocati nei primi due livelli fuori terra) e alloggi. Il fronte principale, rivolto a via Sant'Antonio Maria Zaccaria, è scandito verticalmente in due elementi distinti: il pieno della facciata rivestita in tessere ceramiche, disposte a formare un mosaico policromo ondulato, e il vuoto determinato dalla presenza di lunghi balconi in aggetto sulla strada. Entrambi poggiano su un basamento da cui emergono i pilastri portanti rivestiti in marmo verde, dietro cui si apre l'elemento di maggiore interesse del condominio: un luminoso atrio, frutto della collaborazione tra Ghò, Lucio Fontana e Fausto Melotti. Dominato dalla presenza di una scala elicoidale che conduce alla quota ammezzata degli ascensori e della portineria, l'atrio è infatti arricchito dalla presenza di un'opera di tre tubi al neon che s'intersecano a diverse altezze - disegnata da Fontana - e da formelle in ceramica gialla di Melotti, che rivestono interamente la struttura del mezzanino. Alle cromie introdotte dai due artisti fanno da sfondo il marmo bianco, utilizzato per il pavimento e le pareti del piano terra, e quello rosso di Collemandina, che riveste la scala e il pavimento del piano rialzato. L'atrio interamente vetrato è, poi, un locale passante aperto sul giardino condominiale posto sul fondo del lotto ed è per questo stato concepito come "luogo della reale continuità d'ambientazione e di visuale" tra interno ed esterno (Ponti, 1953, p. 30), grazie anche alla scelta di collocarvi fioriere a pavimento.

Notizie storiche

La particolare attenzione nell'uso del marmo per i rivestimenti interni ha contribuito a far vincere all'edificio di Ghò il secondo premio, ex-aequo con lo scultore Rui, al Concorso Premio Marmi del 1951. In particolare, sono da notare la continuità delle giaciture della venatura lungo le pareti dell'atrio e l'effetto di estrema luminosità ottenuto a livello del vestibolo degli ascensori, il cui trattamento a specchio contribuisce a ingrandire visivamente l'ambiente, che riflette la luce proveniente dal giardino. Anche i servizi igienici degli alloggi erano interamente rivestiti in lastre di marmo bianco, che in gran parte è stato rimosso durante interventi di modernizzazione degli impianti.

Opere d'arte

  • scultura luminosa (atrio)
  • mosaico in ceramica (mezzanino, pareti dell'atrio)

Bibliografia

Ponti G., Domus, Il marmo è colore, Milano 1953, n. 285, agosto, pp. 59-52

Domus, Il marmo bianco nella scultura e nelle costruzioni moderne, Milano 1953, n. 289, dicembre, pp. 73-80

Edilizia moderna, Milano 1953, n. 51, dicembre

Campiglio P., Itinerari di Lucio Fontana a Milano e dintorni, Milano 1996

Fontana L., Lucio Fontana e Milano, Milano 1996

Ventura J., Gigi Ghò. Progetti e architetture, Milano 1997

Credits

Compilatore: Leoni, Maria Manuela (2015)
Responsabile scientifico testi: Irace, Fulvio