Tasse e finanze (1161 - 1778)

serie | livello: 2

Produttore fondo: Pavia, Comune di Pavia (sec. XIV - )

Contenuto: La serie "Tasse e finanze" è composta da quattordici sottoserie, costituite nel corso dell'intervento di Archidata. I titoli delle sottoserie riprendono i titoli originari dei pacchi che le compongono, ad eccezione delle sottoserie 7.3, 7.5 e 7.7, alle quali è stato attribuito un titolo che rispecchiasse in modo esauriente il contenuto della documentazione.

7.1 Commissariato ed esattoria (unità 398 - 411);

7.2 Gabella del sale (unità 412);

7.3 Privilegi, immunità ed esenzioni (unità 413 - 424);

7.4 Creditori verso la città (unità 425 - 430);

7.5 Carichi e tasse straordinarie (unità 431 - 438);

7.6 Cedole per le imposte (unità 439 - 441);

7.7 Atti di tesoreria (unità 442 - 448);

7.8 Retrodati (unità 449 - 454);

7.9 Interessati milanesi (unità 455 - 467);

7.10 Redditi (unità 468 - 475);

7.11 Lotterie (unità 476 - 477);

7.12 Zecca e monete (unità 478 - 479);

7.13 Pesi e misure (unità 480).

7.14 Lettori dell'università (unità 481 - 482).

Dalla documentazione traspare la complessità della materia ed il macchinoso sistema di riscossione alla cui base si trovano gli esattori designati dall'ufficio di provvisione a riscuotere materialmente i tributi. Costoro dipendono direttamente dai diversi commissari eletti ogni sei anni dal consiglio generale, che provvede anche alla suddivisione delle imposte fra i diversi commissariati e demanda ogni delibera esecutiva all'ufficio di provvisione. Dal materiale esaminato si è potuta riscontrare l'esistenza di quattro commissariati preposti rispettivamente alla riscossione di: "mensuale ed altre tasse", "tasse militari e impresa dell'alloggiamento dei soldati", "tasso dei cavalli", "interessati milanesi". Ciascun commissario ha il compito di compilare un libro in cui vengono previamente annotati tutti i cittadini tassabili e che gli viene trasmesso dal ragionato della città, dopo essere stato compilato in base alle direttive dell'ufficio di provvisione. Allo stesso ufficio di provvisione ogni commissario rimanda a suo tempo il libro completato.

Mentre per tutto il periodo visconteo-sforzesco il commissario deve sottostare alla giurisdizione del referendario, successivamente, con la perdita di potere da parte di quest'ultimo, l'ufficio di provvisione di Pavia diventa l'organo a cui il commissario rende conto delle sue azioni. Fra i suoi compiti rientrano la notifica degli ordini o gride emanati dal magistrato ordinario di Milano e l'attuazione degli ordini in merito ad aumenti, anticipazioni di denaro, introduzione di nuove tasse, modalità di pagamento. Nei momenti di maggiore difficoltà finanziaria, quando da Milano si sollecita il versamento del denaro, l'ufficio del commissariato viene appaltato per pubblico incanto a chiunque si presti ad anticipare il denaro e accetti di versare una cauzione o "sigurtà". Peraltro, le condizioni dell'appalto non gli consentono di cedere la carica senza speciale licenza del consiglio generale.

Data la complessità della gestione dei commissariati, nel 1653 viene formulata la proposta di unificarli in un solo ufficio, ma tale proposta non ha seguito. I cittadini contribuenti, dunque, pagano al commissario competente tutte le imposte tranne i debiti arretrati, che vanno saldati alla tesoreria locale; quest'ultima provvede poi ad estinguere i debiti della città verso la cassa centrale. Benché questa sia la più frequente modalità di pagamento, spesso è il magistrato ordinario stesso a decidere sull'istituto che deve ricevere il versamento: non di rado si tratta del Banco di S. Spirito.

Il compito di controllare direttamente l'esazione delle tasse in territorio pavese è affidato ai diversi commissari regi, nominati dal magistrato ordinario, ai quali la città si rivolge in prima istanza soprattutto chiedendo proroghe ai pagamenti richiesti.

La ripartizione delle tasse avviene in base all'estimo.

Una volta che le istituzioni milanesi hanno deciso la quota spettante alla città di Pavia e al suo contado, questa viene suddivisa fra i contribuenti dai prefetti dell'estimo e dai deputati dell'estimo, eletti dal consiglio generale ogni due anni col sistema del ballottaggio. Le cause fra Pavia ed il fisco regio per motivi d'estimo vengono decise dal senato in prima istanza.

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