Estimo (1301 - 1800)
serie | livello: 2
Produttore fondo: Pavia, Comune di Pavia (sec. XIV - )
Contenuto: La serie "Estimo" comprende la documentazione riguardante l'estimo della città di Pavia e del suo contado ed è suddivisa al suo interno in due sottoserie:
9.1. Estimo di beni immobili e mercimonio (unità 565 - 632);
9.2. Corpi santi e campagna pavese (unità 633 - 637).
I materiali riguardano dichiarazioni relative a beni immobili e al commercio, procedure di stima e istruzioni relative all'esazione nell'ambito urbano (sottoserie 9.1) e in campagna (sottoserie 9.2) dalla metà del trecento alla fine del settecento. La parte più antica della serie riguarda il censimento dei beni del territorio pavese ordinata nell'aprile del 1403 dalla duchessa di Milano ai suoi podestà e referendari (cfr. unità 565).
La distinzione tra estimo rurale e urbano e fra perticato rurale e urbano viene sancita nel corso della riforma della tassazione mensile, operata nella prima metà del trecento. Tale riforma è volta ad individuare nuovi criteri per la stima dei beni e a modificare il sistema della loro notifica. Come ricorda Barbieri, infatti, fino ad allora gli abitanti erano tenuti alla denuncia nel luogo di residenza e non in quello dove possedevano beni(1); ne risultava una iniqua distribuzione del carico fiscale.
Con l'ordinanza del 7 settembre 1543 il governatore Alfonso d'Avalos istituisce i prefetti sopra l'estimo generale; da parte loro le città inviano a Milano degli oratori, che rappresentano anche gli interessi del contado. Nel 1547, a conclusione dei lavori di definizione delle procedure di misurazione da adottare e del sistema di notifica, il tribunale di provvisione di Pavia elegge come deputati sopra l'estimo generale due dottori, quattro nobili consiglieri, un causidico e un mercante (cfr. unità 602 e 609).
A loro viene data facoltà di trattare in merito a negozi in materia di estimo e a questo scopo devono riunirsi almeno tre volte alla settimana.
Principali argomenti all'ordine del giorno sono le istruzioni agli oratori, avvisi agli agrimensori e misuratori sulle procedure di misurazione, delibere di pagamenti nonché pratiche di recupero di fondi per il pagamento del salario agli oratori.
Da un documento datato 10 marzo 1550 risulta un ordine degli eletti per impegnare il baldacchino della città in modo da poter pagare la misurazione del territorio (cfr. unità 603, c. 160) iniziata l'anno precedente da otto squadre, otto commissari cesarei e cento misuratori, ventidue dei quali inviati da Pavia (cfr. unità 602, cc. 689 - 699).
Nel 1552 hanno fine le misurazioni con la pubblicazione di una prima redazione sommaria del perticato e della qualità dei terreni delle province dello stato; viene quindi avviato il procedimento delle notificazioni, censendo oltre alle proprietà di particolari anche quelle appartenenti ad enti ecclesiastici e assistenziali.
Nel 1559 Ferrante Gonzaga stabilisce che i terreni posseduti dai milanesi nelle altre province dello stato debbano pagare le tasse nel territorio in cui sono situati. Cinque anni dopo, al termine del censimento dei beni immobili, si dà inizio a quello dei commerci, che porta a vertenze tra Milano e le province del ducato sul metodo di censire i traffici e sulla pubblicazione separata dei due estimi (cfr. unità 624)(2).
I prefetti sopra l'estimo nominati dal governatore eleggono cinque commissari forestieri (tre per Milano e due per le province) preposti alla valutazione e scelta del metodo migliore per censire i commerci, in quanto Milano sostiene la possibilità di fare il "mercimonio" solo dai libri del dazio mentre le province intendono integrarlo con opportune "ricognizioni" e "investigazioni" (cfr. unità 614, cc. 20-23).
Ai primi di luglio del 1581 si attiva il censimento dei mercanti; i notai delle corporazioni ricevettero l'ordine di trasmettere ai prefetti una distinta dei mercanti con il rispettivo lavoro e botteghe (cfr. unità 623, 624, 614, 615).
Con decreto del 7 giugno 1583 i prefetti ordinano alla città di Pavia la consegna a Barnaba Pigliasco, ragionato dell'estimo, dei libri del dazio per l'anno 1580; porta la data 12 febbraio 1585 una relazione di questi, sulle regole da seguirsi nello spoglio dei suscritti libri (cfr. unità 615, cc. 70-71).
Contenuti nell'unità 624 in data 1591 sono i "valimenti" delle città di Novara, Milano, Alessandria, Lodi, Vigevano, Como, Cremona e Pavia per l'anno 1580.
Si profila agli inizi del sec. XVIII la necessità di una modifica del sistema tributario. Carlo VI nel 1718 istituisce a questo fine la real giunta del censimento (giunta Miro).
La prima fase dell'operazione si avvia con la grida del 1719 con l'obbligo a ciascuna persona di notificare beni immobili, case, terreni e rendite ricavate dalle rispettive attività (cfr. unità 625).
Un'innovazione (molto criticata e non subito accettata) viene introdotta nel metodo di misurazione dei terreni: Giovanni Giacomo Marinoni matematico di corte elabora la proposta di sostituire allo squadro e trabucchi l'uso della tavoletta pretoriana; contenuti nell'unità 626 sono i criteri di metodo da rispettarsi nelle misure.
Le difficoltà di accettazione del nuovo metodo portano a compiere esperimenti di misura con i due differenti sistemi.
Nell'aprile 1720 inizia l'esperimento di misurazione in tre province: nel territorio di Melegnano per Milano, Guerzora per Pavia e Lezzano per Como; sovrintendenti alle misure sono tre ingegneri, tra i quali Marco Antonio Andreoli per Pavia (cfr. unità 626, cc. 75-82).
Viene accettato il metodo della tavoletta pretoriana e per tre anni, dal 1721 al 1723, procedono le operazioni di misura con compilazione di registri e prima pubblicazione delle mappe e "sommarioni"(3).
Datato 25 agosto 1724 è l'editto per la classificazione dei terreni in squadre.
Viene nominata in data 19 luglio 1749 la nuova giunta del censimento presieduta da Pompeo Neri(4).
E' compilata dal collegio degli ingegneri nel 1751 ed approvata nel 1757 dalla real giunta del censimento la tavola del nuovo estimo per la città di Pavia (cfr. unità 630); conservato presso i Musei Civici è una copia dell'Atlante del principato realizzato su disposizione del Neri(5). Il manoscritto regestato all'unità 632 è copia della "relazione dello stato in cui si trova l'opera del censimento universale del ducato di Milano nel mese di maggio 1750", redatto da Pompeo Neri.
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA003574/