Ingegneri (1405 - 1775)

serie | livello: 2

Produttore fondo: Pavia, Comune di Pavia (sec. XIV - )

Contenuto: I documenti contenuti in questa serie consentono di delineare sia pure sinteticamente l'evoluzione delle competenze degli ingegneri, architetti e agrimensori dal quattrocento al settecento.

Secondo gli statuti del 1505, queste risultano essere le principali conoscenze richieste ad un ingegnere - agrimensore:

- competenze in disegno e architettura;

- stima di immobili;

- misurazione di fossi, rogge, scolatori e cognizioni in materia fluviale;

- nozioni in materia forestale;

- mediazione immobiliare (vendita o affitto di case e terreni).

I primi documenti di questa serie risalgono al 1405 e riguardano l'elezione di un nuovo ingegnere civico o particolare della città.

Secondo la documentazione regestata all'unità 704, nel sec. XVII l'arte di ingegnere, architetto e agrimensore può essere esercitata solo previo esame. Questo viene svolto da una commissione composta dall'ingegnere particolare della città e da un altro ingegnere esaminatore per conto del tribunale di provvisione. All'esame viene ammesso solo chi ha praticato per almeno quattro anni presso un ingegnere. Il giudizio positivo della commissione porta all'abilitazione alla professione previo versamento di una certa somma al collegio.

Nella documentazione relativa alla seconda metà del sec. XVII traspare una crescente differenziazione dei ruoli di ingegneri, architetti e agrimensori; a questi ultimi viene riconosciuto un rango inferiore e la loro competenza è limitata. Contemporaneamente si fa strada una nuova figura, quella dell'ingegnere camerale, specialmente impiegato nella progettazione e manutenzione di impianti idraulici e della rete fluviale. La patente di ingegnere camerale può essere richiesta non solo dagli ingegneri architetti, ma anche dagli agrimensori.

Sin dalla sua nascita, il collegio degli ingegneri e architetti cerca di far crescere il proprio ruolo di unico interlocutore di chi richiedeva perizie in materia di confini, uso delle acque, affitti e livelli, ecc. Tuttavia, nel 1718 le operazioni catastali della prima giunta di censimento (eseguite da ingegneri cesarei non obbligatoriamente collegiati) modificano la situazione. Gli ingegneri del censimento, che utilizzano nuovi strumenti di misurazione (la tavoletta pretoriana), comuni a tutte le province, sminuiscono l'attendibilità delle perizie e stime realizzate dagli ingegneri collegiati.

Dal 1771 in avanti viene elaborata e messa in atto la riforma del collegio degli ingegneri. Tale riforma attribuisce al solo collegio di Milano la giurisdizione su tutto lo stato e precisa le competenze richieste a ingegneri, architetti e agrimensori. Vengono inoltre istituite scuole e cattedre universitarie per la formazione degli aspiranti ingegneri.

Il collegio di Pavia, abolito nel corso della riforma come gli altri collegi urbani, viene ristabilito da Leopoldo II.

Nel 1803 viene varato il nuovo piano per l'abilitazione alla professione, subordinata al conseguimento della laurea.

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