Consorzio della Donna (1334 - 1786)

Altre denominazioni:
Consorzio dell'immacolata concezione della beata Vergine Maria

Sede: Cremona

Progetto: Archidata

Il consorzio della Donna viene fondato nel novembre del 1334, mentre i suoi statuti risalgono all'aprile 1347; in essi il consorzio compare col nome di "consorcium et societas beate gloriosse virginis Mariae". Un opuscolo del 1771, che è la pubblicazione a stampa di un manoscritto posseduto dal consorzio, in cui appaiono le sottoscrizioni dei reggenti in carica nel 1659, fa derivare il nome del consorzio da una casa, chiamata della Donna, situata in un podere donato dal nobile Bertone Cavalcabò allo stesso consorzio nel 1352; la notizia è comunque priva di fondamento. Il riferimento alla concezione di Maria entra nel nome del consorzio nel secolo XVI, assieme alla qualifica di venerando; fino ad allora veniva definito con diverse formule similari, ma veniva indicato comunemente come "Consortium Domine".

Il nome ufficiale di "venerando consorzio dell'immacolata concezione della beata vergine Maria" è del secolo XVIII.

Le riunioni dei consorti avvenivano in origine nella chiesa francescana dell'Annunciata; alla fine del sec. XVI venne costruito, come sede del consorzio, un palazzo poi venduto all'ospedal Grande. Dal 1695 al 1697 si edificò di fronte alla chiesa di S. Francesco una nuova sede, in cui il luogo pio si stabilì fino alla concentrazione del 1786 e che divenne poi sede dell'istituto elemosiniere, della congregazione di carità e infine dell'E.C.A., fino al 1959. Il consorzio eleggeva in congregazione generale il 28 dicembre, giorno degli Innocenti, i reggenti, definiti massari fino alla metà del Cinquecento, il cui numero, variabile inizialmente da due e quattro, viene poi fissato in quattro, con mandato annuale; nella loro amministrazione si avvalevano di un tesoriere e di un ragionato. Secondo gli statuti le funzione del consorzio sono piuttosto complesse e consistono principalmente nel mutuo soccorso tra i consorti e nella diffusione del culto mariano, mentre l'attività caritativa tiene un ruolo subordinato; ogni membro del consorzio deve comunque partecipare a collette periodiche e s'impegna ad elargire un lascito ereditario alla compagnia. G. Politi "Antichi...", vol. I, pp. XXXV - XL.