Consorzio di Sant'Omobono (sec. XIV - 1786)

Sede: Cremona

Progetto: Archidata

Il consorzio di S. Omobono era il secondo dei grandi luoghi pii di Cremona dopo il consorzio della Donna: con quest'ultimo esistevano delle affinità dovute principalmente all'estensione del raggio d'azione, all'ampiezza dei beni posseduti, al numero dei lasciti ricevuti e alla dimensione degli archivi.

Oscure ne sono le origini, ma sembra che il consorzio di S. Omobono sia stato istituito dal vescovo di Cremona Ugolino Ardengherio il 19 febbraio 1357 su sollecitazione del comune: il consorzio era situato nella vicinia dei SS. Egidio e Omobono, estendeva la propria attività "elemosiniera" sull'intera città; veniva governato da quattro massari (poi reggenti) di norma nobili ed eletti dalla congregazione generale il 5 febbraio, giorno dedicato alla festività di S. Agata.

Il 4 dicembre 1784, in esecuzione del regio dispaccio del 6 maggio (v.s.), il reggente anziano Francesco Albertoni intimava ai colleghi "lo scioglimento" del consorzio, disponendo l'elezione dei due amministratori interinali, il cui incarico terminò il 30 aprile 1786.

Il 22 maggio di quell'anno veniva stipulato l'atto di rilascio col marchese Picenardi: il patrimonio fondiario del consorzio ammontava a quasi 6.000 pertiche (situate a Soresina, Oscasale, Noce Garione, Cella Campagna, Casalsigone, Villa Talamazzi, Casteldidone), mentre altre 1.800 pertiche erano state concesse in enfiteusi.

G. Politi, "Antichi ...", vol. I, pp. XLVI - XLVIII.