Carità dei poveri di San Nazaro (sec. XVI - 1786)

Sede: Cremona

Progetto: Archidata

La carità di S. Nazaro è forse più antica del patrimonio documentario rimasto: difatti agli inizi del sec. XVI era già in piena attività; in questo periodo il governo dell'ente era formato da quattro sindaci o massari e rimase tale fino agli inizi del secolo successivo.

Tra le vicende degna di nota, vanno ricordati due avvenimenti: il primo, del 5 agosto 1616, consistette nell'aggregazione della cura d'anime della parrocchia d'Ognissanti; il secondo fu rappresentato dall'eredità Mariani nel 1617.

In base alle disposizioni del Mariani nel testamento del 1614 e nei codicilli del 1615, nasceva un luogo pio, il cui tratto distintivo consisteva nella totale autonomia, superiore a quella di qualsiasi altra istituzione caritativa cremonese. Lo scopo del Mariani era stato garantire l'efficienza del controllo da parte dei parrocchiani, conoscendo come spesso i vicini non fossero molto solleciti nell'intervenire alle congregazioni: di conseguenza qualora i massari avessero governato rettamente sarebbero stati riconfermati, in caso contrario non avrebbero mai più potuto mettere mano ai beni dell'eredità.

Nel 1712 i vicini di S. Nazaro esigettero la facoltà di eleggere i reggenti: la composizione della reggenza non risulta sempre molto chiara, apparendo formata da quattro, tre o anche da una sola persona.

La carità di S. Nazaro era molto povera: nel primo Cinquecento possedeva case nella vicinia di S. Nazaro, abitate da gente modesta; al momento della riforma del 1786 gli amministratori interinali consegnarono all'istituto due capitoli attivi e il dominio diretto di dodici case. G. Politi, "Antichi...", vol. II, pp. LXXVI - LXXIX.