Carità di Sant'Arealdo (sec. XIV - 1786)

Sede: Cremona

Progetto: Archidata

La prima testimonianza dell'esistenza della carità di S. Arealdo risale al 1362; nel sec. XV i massari della carità erano due, eletti con un mandato annuale.

In questo periodo è rilevabile la presenza di rapporti tra l'Università dei vicini, la Carità, la Fabbriceria della chiesa e il monastero benedettino d'Ognissanti. Nel secondo Cinquecento, i Massari si costituirono con i Sindaci del luogo pio in unico corpo di quattro membri, per quali alla fine del sec. XVI, compare la qualifica di Reggenti. Nel 1616 il vescovo di Cremona concesse ai Frati minimi di S. Francesco di Paola, giunti allora in città, la chiesa di S. Arealdo, separandola dal monastero d'Ognissanti e incorporandone la cura d'animo alla parrocchia confinante dei SS. Nazaro e Celso.

La carità di S. Arealdo si configura come il più antico dei luoghi pii di Cremona per natura e struttura: i caratteri di uguaglianza corporativa prevedevano che per beneficiare dell'attività erogativa non fosse prevista alcuna clausola di povertà, eccetto che per i casi d'infermità. Di conseguenza la carità di S. Arealdo non era la più adatta a richiamare su di sè l'attenzione e la disponibilità dei benefattori: in tutta la documentazione, se si accettuano un'eredità, un legato ed un'altra dubbia eredità, non esiste neanche un lascito a favore della carità di S. Arealdo.

Il patrimonio del luogo pio era perciò di debole entità: nel 1786 c'erano una decina di livelli su altrettante case nelle vicinie dei SS. Nazaro e Celso e SS. Siro e Sepolcro, altri livelli su piccoli appezzamenti sparsi in diverse località, piccoli capitali concessi in mutuo e qualche censo attivo.

G. Politi, "Antichi...", vol. II, pp. LXIX - LXXIII.