Dipartimento di medicina sperimentale, Sezione di patologia generale dell'Università degli Studi di Pavia (1863 -)

Sede: Pavia

Tipologia ente: enti di istruzione e ricerca

Progetto: Università degli Studi di Pavia. Sistema museale di Ateneo: il patrimonio documentario di Camillo Golgi

L'Istituto di Patologia generale, chiamato fino al 1900 Gabinetto di Patologia sperimentale, viene fondato da Paolo Mantegazza nel 1863.
Mantegazza, a seguito della sua elezione come deputato a Firenze, cede la cattedra all'allievo Giulio Bizzozero, dapprima come supplente e dall'anno accademico 1869-1870 come docente ufficiale del corso di Patologia generale.
Quando, nel 1873, Bizzozero è chiamato alla cattedra di Patologia generale all'Università di Torino, la direzione del Laboratorio viene affidata per incarico ad Achille De Giovanni che la tiene fino al 1879, anno in cui è trasferito alla Clinica medica dell'Università di Padova.
A lui succede Camillo Golgi, che già dal 1875 aveva avuto l'incarico dell'insegnamento dell'Istologia nell'Università di Pavia. Golgi, riuniti i due laboratori con i mezzi forniti dal Consorzio Universitario sotto il nome di Istituto di Patologia generale e di Istologia, ne tiene la direzione per un quarantennio e in breve crea un centro di studi di fama mondiale.
L'Istituto e l'annesso Laboratorio avevano sede in poche stanze a piano terreno nell'edificio dell'Orto Botanico, ma nel 1895, in seguito all'insistenza di Golgi, trovano collocamento nei locali del palazzo degli Istituti biologici, già Palazzo Botta, del quale era stata da poco ultimata la ristrutturazione.
Nel 1894 nel Laboratorio è iniziata la preparazione del siero antidifterico, del quale da pochi mesi era stata annunciata la scoperta, e nell'anno successivo, in seguito al trasferimento nella nuova sede, alcuni locali vengono destinati esclusivamente a questa preparazione e coi fondi raccolti da un Comitato cittadino si provvede all'acquisto degli impianti e degli apparecchi occorrenti per la produzione del siero su scala industriale. Così come da una sezione dell'Istituto di Patologia generale, sotto la direziona tecnica di Golgi e dei suoi assistenti, ha origine l'Istituto Sieroterapico provinciale di Pavia, che è stato il primo in ordine di tempo ad iniziare la sua attività in Italia.
Dopo il pensionamento di Golgi nel 1918, per tre anni l'incarico viene conferito a Emilio Veratti e in seguito la direzione dell'Istituto viene assunta da Aldo Perroncito. Alla sua morte, avvenuta nel gennaio del 1929, Veratti, che già teneva per incarico l'insegnamento di Batteriologia, è nuovamente incaricato dell'insegnamento di Patologia generale e della direzione del Laboratorio. Nel 1930, in seguito a concorso, viene nominato titolare.
L'unione dei due corsi di Patologia generale e Istologia si mantiene anche quando ad occupare la cattedra di Patologia generale viene chiamato Aldo Perroncito. Nel 1930, per deliberazione della Facoltà, il Laboratorio di Istologia passa alle dipendenze dell'Istituto di Anatomia umana e al direttore, Antonio Pensa, è affidato anche l'insegnamento di questa materia.
In quell'anno all'Istituto di Patologia generale, che per deliberazione delle competenti autorità accademiche aveva intanto preso il nome di Istituto Camillo Golgi, è unito il Laboratorio di Batteriologia che già dal 1928, sotto la direzione di Veratti funzionava anche come sezione medico-micrografica del Laboratorio provinciale di vigilanza igienica ed era collocato in alcuni locali della Clinica Medica. Nella nuova sede il Laboratorio continua ad esercitare la sua duplice funzione fino al 1937, sebbene nel 1933 Veratti avesse lasciato la direzione del Laboratorio provinciale e fosse stato sostituito da un direttore effettivo, L. Bianchi.
Dopo il trasferimento dei laboratori provinciali nei nuovi locali appositamente allestiti nell'anno 1937, il Laboratorio di Batteriologia rimane unito a quello di Patologia generale.
In quel periodo l'Istituto Golgi occupava una parte del primo piano del palazzo degli Istituti Biologici e la maggior parte dei locali di un fabbricato adiacente al Palazzo detto della Certosina ed era costitutito da circa 30 stanze al primo piano e 6 al piano terreno: il personale scientifico era composto dal direttore, un aiuto ed un assistente, oltre gli assistenti volontari. L'organico del personale di servizio comprendeva un tecnico, un custode ed un inserviente.

Ogni anno venivano accolti nel Laboratorio da 40 a 50 studenti come allievi interni con posto fisso per addestrarsi nella tecnica microscopica e acquisire conoscenze pratiche nell'Istologia e nella Batteriologia ed eventualmente giovani laureati a scopo di perfezionamento o per compiere speciali ricerche. Essendo limitato il numero dei posti e dei microscopi, il direttore si riservava una scelta fra gli aspiranti in base al buon esito degli studi precedenti, costituiva titolo preferenziale aver subito l'esame di Istologia o di Patologia generale.
Il Laboratorio forniva il microscopio nel caso l'allievo non ne fosse provveduto e concedeva l'uso del microtomo, delle bilance di precisione e dei reattivi. Tutti gli strumenti di lavoro dovevano essere acquistati dagli allievi. A ciascun allievo era assegnato un posto (di cui esistono ancora alcune cartine). Ogni studente era responsabile dei danni eventuali al microscopio e ad altri strumenti concessi in uso, aveva l'obbligo di mantenere una rigorosa pulizia del microscopio e di non toccare preparati, materiali e strumenti non di sua proprietà. La trasgressione delle disposizioni poteva comportare il pagamento di una multa e, in alcuni casi, la privazione del posto nel Laboratorio. Ogni anno il direttore si riservava di giudicare la riammissione degli allievi in base ai risultati dell'anno passato.
Fra gli studiosi che hanno frequentato l'Istituto diretto da Golgi alcuni raggiunsero in seguito gradi elevati dell'insegnamento o conseguirono larga rinomanza nel campo della scienza, tra questi devono essere ricordati i professori, Fusari, Mondino, Monti, Clivio, Sala, Marenghi, Zoja, Mantegazza, Pensa, Cesa-Bianchi, Moreschi, Negri, Gemelli, Perroncito Veratti ed altri.

Compilatori
Sora Susanna, Archivista
Milani Maria Piera, Archivista