Banca Piccolo Credito Valtellinese sc [numero REA: 2313 So] (1908 -)

Sede: Sondrio

Tipologia ente: ente economico/impresa

Progetto: Centro per la cultura d'impresa: censimento descrittivo degli archivi d'impresa della Lombardia

Numero REA: 2313 So

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività iniziali:
Banca Piccolo Credito Valtelline - Società cooperativa - - - Commercio bancario

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività finali:
Banca Piccolo Credito Valtellinese Società Cooperativa (o anche in breve solo Credito Valtellinese) - Società cooperativa - - - 65.12.1

Profilo storico
Il 12 luglio 1908 veniva costituita a Sondrio la Banca Piccolo Credito Valtelline.se L'iniziativa, da tempo caldeggiata, spettava all'Unione Democratico-cristiana valtellinese (nata nel 1905), espressione politico-confessionale di tutte le organizzazioni del mondo cattolico locale. L'intento era quello di fornire in specie alla piccola proprietà agricola, al commercio minuto e alle classi meno abbienti uno strumento per entrare nel circuito creditizio a condizioni più favorevoli e per svincolarsi dalla piaga dell'usura allora particolarmente vivace e feroce in Valtellina, con saggi mensili di interesse che si aggiravano intorno al 6%.al mese). Nonostante si avvalesse della presenza territoriale di alcune casse rurali, fin da subito il nuovo istituto si sarebbe orientato verso l'apertura di proprie agenzie nei principali centri della valle per effettuare una più rapida e capillare raccolta del risparmio da indirizzare agli investimenti. Tra il 1909 e il 1913, infatti, venivano inaugurate le filiali di Grosio, Grosotto, Morbegno, Tirano, Bormio, Livigno e, infine, Chiavenna. Il 1923 avrebbe rappresentato per la banca l'anno più critico dell'intera sua esistenza. Nonostante la forte crescita dei depositi, infatti, si verificava una grave crisi finanziaria tale da provocare un forte clima di sfiducia nei risparmiatori nei confronti dell'istituto. Il deciso intervento del presidente di allora, l'ing. Enrico Vitali, che dava in garanzia il proprio patrimonio portava al salvataggio del Piccolo Credito Valtellinese. Negli anni seguenti e nonostante la congiuntura alterna, l'istituto avrebbe ripreso a crescere in maniera costante. Tra la fine degli anni Trenta e i primi anni Quaranta lo sviluppo della Banca avviene anche tramite l'assorbimento di altre aziende di credito: Banca della Valtellina (1928), Cassa Rurale di Delebio (1938), Banca dell'Orto Pasini & C. di Chiavenna (1939), Banco Fagioli di Chiavenna (1940). Nel secondo dopoguerra, lo sviluppo della banca sarebbe stato favorito dalla crescita delle opere pubbliche e all'eccezionale incremento conosciuto dall'attività edilizia. Fino agli Ottanta, l'orizzonte imprenditoriale della banca sondriese sarebbe rimasto circoscritto alla sola dimensione provinciale.

Nel 1982 la banca apriva uno sportello a Milano, dando così inizio all'espansione territoriale fuori dalla provincia di Sondrio. Nel 1985 con l'incorporazione della Banca Popolare Depositi e Prestiti di Lecco, veniva realizzato l'obiettivo, perseguito da tempo, di disporre di uno sportello a Lecco. Da quel momento, grazie all'ingresso della nuova generazione di giovani manager cattolici, veniva attuata una revisione della strategia aziendale con l'avvio di un processo di espansione a livello regionale. A spingere in questa direzione il mutamento del mercato finanziario, che stava portando a un radicale cambiamento nei bisogni della clientela e a un allargamento dei servizi. La nuova filosofia impostata dall'istituto voleva dunque superare la tradizionale passività del socio per farlo diventare sempre più socio-cliente. In pratica, a partire dal 1982, con la nascita di Bankadati veniva a compimento la trasformazione della Banca Piccolo Credito Valtellinese in un gruppo, il Credito Valtellinese, nel quale confluivano diverse società (Bancaperta, Deltas, Stelline, ecc.) che non solo fornivano servizi all'interno del gruppo, ma che allo stesso tempo operavano sul mercato esterno dei servizi finanziari. Con questa nuova struttura, il gruppo Credito Valtellinese poteva ben affrontare nel decennio Novanta l'impetuoso allargamento dei servizi bancari e la complessa dinamica dei mercati finanziari sempre più integrati e interdipendenti a livello nazionale e internazionale. Quotato alla Borsa Valori milanese dal 1994 (dopo che fin dal 1981 era stato quotato al mercato ristretto), il Credito Valtellinese è oggi a capo di un gruppo che comprende altre tre banche territoriali: il Credito Artigiano, il Credito Siciliano e la Banca dell'Artigianato e dell'Industria.

Data aggiornamento: 27/12/2006
Autore della scheda: Geoffrey Pizzorni