Comitato di liberazione nazionale provinciale di Brescia - CLN (1945 - 1946)
Sede: Brecsia
I Comitati di liberazione nazionale (CLN), sorti durante la Resistenza rappresentano in Lombardia, come in altre zone d'Italia, le prime forme di organizzazione politica e sociale all'indomani della liberazione. Dopo il conflitto e l'esperienza resistenziale si viene a creare, sul territorio nazionale, una rete di organismi di coordinamento che hanno il compito di gettare le basi per la ricostruzione politica e morale del Paese. Tali organismi, articolati in comitati periferici locali, agiscono sotto la direzione del Comitato di liberazione nazionale dell'Alta Italia (CLNAI) e del Comitato di liberazione nazionale centrale (CLNC) per gestire la situazione polita del dopoguerra.
I primi Comitati di liberazione nascono dopo l'armistizio con le nazioni alleate dell'8 settembre 1943, quando i rappresentanti dei partiti antifascisti (Partito comunista italiano, Partito socialista italiano di unità proletaria, Partito d'azione, Democrazia cristiana, Democrazia del lavoro, Partito liberale) decidono di riunirsi in organizzazioni strutturate per difendere la sovranità del territorio nazionale, liberare il Paese occupato a fianco degli alleati angloamericani e sostenere le attività delle formazioni partigiane. A seguito dell'insurrezione e della liberazione, terminato il periodo clandestino, i CLN divengono organismi democratici di base con funzioni consultive, affiancati alle amministrazioni comunali provvisorie, in attesa delle elezioni della primavera del 1946.
Le origini del CLN di Brescia risalgono al 10 settembre 1943 quando si forma in città un "Comitato nazionale per l'Unità, l'Indipendenza e la Libertà d'Italia" con funzione di coordinamento delle locali attività di resistenza antifascista. Alcuni giorni dopo viene costituito formalmente, nella villa di Angelo Venturelli a Gussago, il CLN provinciale. L'assetto definitivo del Comitato risale al marzo 1944, dopo una lunga serie di arresti all'interno del movimento partigiano. Tale assetto prevede, tra i compiti di maggior rilievo, la raccolta dei fondi a disposizione per la lotta armata e l'acquisto e l'invio di materiale alle formazioni partigiane dislocate nelle valli montane.
Dopo la liberazione diviene un organo di governo, volto ad approntare un piano per la ricostruzione e far fronte alle esigenze più gravi e più urgenti della popolazione. Il CLN provinciale tiene contatti diretti con vari settori sociali e, attraverso una fitta rete di comitati periferici, disseminata su tutto il territorio provinciale (CLN comunali, frazionali, rionali, aziendali, delle categorie e associazioni professionali), svolge un compito di orientamento e di educazione sociale, divenendo un saldo punto di riferimento delle singole realtà locali. La sua attività si estende formalmente dal 25 aprile 1945 al 4 luglio 1946 quando viene ufficialmente sciolto. Quattro presidenti si succedono: Giuseppe Ghetti, rappresentante del Partito comunista italiano (in carica da aprile a fine maggio 1945), Massimo Avanzini, esponente del Partito demolaburista (fino al 10 giugno 1945), Paolo Barbizzoli, membro dello stesso partito (giugno - luglio 1945) e Mario Marchetti, rappresentante del Partito socialista di unità proletaria (dal 16 luglio 1945 allo scioglimento dell'ente). Il CLN provinciale è costituito da 14 componenti, delegati dei sei partiti politici di rappresentanza e delle organizzazioni di massa apolitiche (Camera del lavoro, Associazione nazionale partigiani d'Italia, Fronte della gioventù, Unione donne italiane). Principio di base è la pariteticità dei partiti che devono essere tutti rappresentati.
Nella mozione presentata il 16 luglio 1945 Marchetti sottolinea come il CLN sia organismo di coordinamento e di propulsione, volto a divenire centro sensibile della vita politica della provincia (1). Nel documento sono illustrate le funzioni e i compiti dell'ente: tenere frequenti contatti con la Prefettura, il Comune di Brescia e la Deputazione provinciale; indire convegni mandamentali per diffondere le istruzioni, segnare l'indirizzo programmatico, risolvere le questioni locali, potenziare i comitati comunali; seguire le attività di tutti i comitati periferici mediante un'attiva corrispondenza, visite e controlli; mantenere continui contatti con il pubblico; seguire la stampa in generale e, in particolare, il Giornale di Brescia, organo del Comitato, cui è affidato il compito della formazione dell'opinione pubblica.
Su invito del CLN della Lombardia il CLN provinciale è chiamato a segnalare onesti e competenti amministratori per la fase politica postbellica, nel rispetto dei principi della legalità e della promozione delle istituzioni democratiche rinnovate. Tra luglio e agosto 1945 ha il compito di nominare le giunte comunali provvisorie. In un periodo come questo, di grande instabilità e di frenetici cambiamenti, la convivenza tra comitati di liberazione e amministrazioni comunali non sempre si rivela pacifica, spesso a causa di una sovrapposizione di poteri.
Attraverso una serie di circolari esplicative (2) il CLN provinciale diffonde informazioni e linee guida sull'azione dei CLN periferici, in cui si abbinano alle indicazioni giuridiche e alle esortazioni pedagogiche, strette indicazioni operative: rappresentare la popolazione, salvaguardare l'ordine pubblico, assicurare il rifornimento annonario, promuovere la ripresa del lavoro nelle fabbriche e provvedere ai recuperi di materiale (merci, mobili, denaro, animali, automezzi) appartenuto alle amministrazioni dell'ex regime.
Oltre alle circolari, altri strumenti di comunicazione tra centro e periferia sono i convegni e i congressi organizzati nel corso dell'estate 1945, volti ad incrementare i rapporti di scambio tra i comitati e ad uniformarne l'attività.
Per far fronte a tutte le problematiche di carattere sociale ed economico che investono la complessa realtà postbellica, il CLN provinciale nomina delle commissioni aventi specifiche funzioni di controllo e supervisione. Per citarne alcune: la Commissione assistenza, col compito di assicurare aiuti ai rimpatriati dalla Germania e alle famiglie bisognose; la Commissione provinciale economica, col compito di favorire la ripresa dell'attività agricola, industriale e commerciale offrendo agli organi competenti soluzioni ai problemi economici della provincia; la Commissione di controllo annonario, col compito di fronteggiare la crisi alimentare attraverso verifiche continue e costanti sulla distribuzione dei generi tesserati e sul conferimento agli ammassi.
Il CLN istituisce anche una Commissione di epurazione che agisce ai sensi del Decreto legislativo luogotenenziale n. 159 del 27 luglio 1944 e della successiva integrazione, Decreto legislativo luogotenenziale n. 179 del 23 aprile 1945, con la funzione di accertare colpe di carattere politico e giudicare definitivamente i singoli casi.
Nella difficile transizione dalla guerra alla nascita dell Repubblica, l'opera ciellenistica bresciana si divide costantemente tra l'analisi della fase politica, i compiti di educazione democratica propri dei CLN e i vari problemi che affliggono la vita quotidiana dei cittadini, perseguendo l'obiettivo della costruzione di una democrazia partecipata.
Dopo il referendum istituzionale per la scelta tra repubblica o monarchia e le elezioni per l'Assemblea Costituente del 2 giugno 1946, il Comitato di liberazione provinciale si avvia alla conclusione della propria attività e viene sciolto ufficialmente il 4 luglio 1946.
Note
(1) - Mozione presentata da Mario Marchetti nella seduta del 16 luglio 1945, in ARECBs, Fondo CLN, Carteggio, busta 1 fasc. 10.
(2) - ARECBs, Fondo CLN, Carteggio. Busta 1 fasc. 10.
Bibliografia
- Anni 2008 = Rolando Anni, Dizionario della Resistenza bresciana, Morcelliana, Brescia, 2008
- Anni 2009 = Rolando Anni, Un ponte fra dittatura e democrazia. Brescia e la sua provincia nelle carte del CLN (1945-46), Franco Angeli, Milano, 2009
- Botteri 2004 = Inge Botteri (a cura di), Il futuro della resistenza: tra storia e memoria, in "Annali", I (2004), Archivio storico della resistenza bresciana e dell'età contemporanea, Tipografia Camuna, Brescia, 2004
- Botteri 2008 = Inge Botteri (a cura di), Dopo la liberazione. L'Italia nella transizione tra la guerra e la pace: temi, casi, storiografia, Grafo, Brescia, 2008
Compilatori
Ghirardini Daniela, Archivista
Mutti Paola, Archivista
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB001A58/