Pinacoteca di Brera, Milano (MI)

Tipologia: museo
Indirizzo: Via Brera, 28 - Milano (MI)
Ente proprietario: MiBAC
Sito web

Immagine

La Pinacoteca di Brera, museo di statura internazionale nato come grande museo nazionale del neonato Regno d'Italia e strumento napoleonico di autocelebrazione, ha sede nell'omonimo palazzo milanese, il cui aspetto attuale è frutto degli interventi dei celebri architetti Francesco Maria Ricchini e Giuseppe Piermarini. Le sue collezioni, originate per lo più dalle requisizioni napoleoniche in Italia e dalle soppressioni di chiese e conventi, sono andate crescendo nei secoli anche tramite legati, donazioni di collezioni e acquisizioni di opere di allievi e maestri dell'Accademia, con la quale il museo condivide storicamente la sede.

La Pinacoteca espone opere databili tra Trecento e Novecento, di provenienza prevalentemente italiana. Il percorso espositivo ripercorre la storia della pittura suddividendola cronologicamente per scuole regionali. I secoli dal Trecento al Settecento sono rappresentati in maniera esemplare da capolavori assoluti di scuola veneta, lombarda e centroitaliana. I secoli successivi sono illustrati da significative opere sacre del Settecento, dal vedutismo veneto, dai pitocchi, dalla ritrattistica ottocentesca e dalle avanguardie italiane del Novecento.


Profilo storico

La Pinacoteca di Brera nacque come raccolta a finalità didattica per la formazione dei giovani allievi dell'Accademia di Belle Arti istituita da Maria Teresa d'Austria nel 1776. Le sue collezioni divennero però ben presto espressione dell'autocelebrazione della grandezza di Napoleone, re d'Italia e imperatore dei Francesi, che volle con esse istituire nella Milano neocapitale del Regno, una galleria reale su modello dei primi musei nazionali europei, concentrandovi i dipinti requisiti dalle soppressioni delle chiese e dei conventi italiani. Dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 1809, al 1815, la Pinacoteca divenne dunque luogo privilegiato di raccolta ed esposizione dei più preziosi dipinti provenienti dai territori recentemente conquistati; in particolare dal Veneto, dall'Emilia, dalle Marche, oltre che naturalmente dalla Lombardia.

La Pinacoteca continuò, seppure con ritmo meno serrato, ad accrescere il proprio patrimonio anche dopo la Restaurazione (1815), grazie a numerosi legati e all'acquisizione delle opere degli allievi e dei maestri dell'Accademia, fino a quando, nel 1882, la sua gestione venne definitivamente separata da quella dell'Accademia. Da quel momento si susseguirono diverse fasi di riordino delle collezioni, suddivise in scuole regionali ordinate cronologicamente, e di ampliamento dello spazio espositivo del museo che, chiuso durante i periodi delle due guerre mondiali, riaprì nel 1950 completamente restaurato e rimodernato. Dagli anni Settanta a oggi le raccolte hanno vissuto alterne vicende, i cui momenti più alti hanno visto l'ingresso in Pinacoteca di importantissime collezioni milanesi, quali quelle Jucker, successivamente acquisita dal Comune di Milano, Jesi, che annovera grandi capolavori del Novecento, e Vitali, ricca di opere eterogenee e di epoche diverse. Attualmente il museo possiede più di duemila opere, oltre ai numerosissimi disegni, stampe e medaglie depositati altrove.


Patrimonio

Le raccolte della Pinacoteca di Brera, strettamente connesse con la formazione degli allievi dell'Accademia fin dalle loro origini, divennero l'espressione più evidente dell'autocelebrazione di Napoleone e del suo regno italiano, essendosi arricchite in modo massiccio e sistematico, dal 1809 fino al 1815, dei dipinti più preziosi provenienti dai territori recentemente conquistati dai francesi, in particolare dal Veneto, dall'Emilia, dalle Marche e soprattutto dalla Lombardia, da cui giunsero alcuni cicli pittorici ad affresco staccati da chiese e palazzi che costituiscono una delle specificità più importanti delle sue collezioni. A questi si aggiunsero attraverso legati, donazioni, permute e acquisizioni opere di allievi e maestri dell'Accademia, capolavori di altre provenienze, significativi beni di natura eterogenea e dipinti delle avanguardie del Novecento, così che la Pinacoteca continuò e continua tuttora ad accrescere le proprie collezioni fino ai recentissimi e originali acquisti degli ultimi anni che hanno avuto per protagonisti i tarocchi Sola Busca e i ritratti di Cesare Zavattini.

Le collezioni della Pinacoteca di Brera, composte da opere che vanno dal quattordicesimo al ventesimo secolo, sono distribuite in 38 sale. La sezione di pittura dal Trecento al Seicento costituisce il nucleo più cospicuo dei dipinti della Pinacoteca. Essa si articola lungo un percorso cronologico-geografico che ripercorre la storia della pittura italiana, suddividendola per scuole regionali, secondo il metodo storico-critico dalla forte vocazione didattica in voga nei primissimi anni del Novecento. L'esposizione è un susseguirsi di capolavori che ripercorrono le vicende dell'arte italiana attraverso i rarissimi fondi oro del Trecento, i dipinti dei massimi pittori veneti del Quattro e Cinquecento - quali Mantegna, Bellini, Tiziano, Veronese e Tintoretto - quelli dei lombardi Foppa, Bergognone, Bramantino e Luini, quelli dei ferraresi e marchigiani Cossa, de' Roberti e Crivelli, insieme ad opere di valore assoluto quali la pala Montefeltro di Piero della Francesca, il Matrimonio della Vergine di Raffaello e la Cena in Emmaus di Caravaggio.

Più ridotta è invece la collezione di dipinti settecenteschi appartenenti alla Pinacoteca, che sono tuttavia fortemente rappresentativi dei diversi generi pittorici in auge nel periodo illuminista. Essa contiene straordinari esempi di pittura sacra, come la Madonna del Carmelo del Tiepolo, di genere, come le nature morte del Baschenis e i celebri pitocchi del Ceruti, di ritrattistica e del vedutismo veneto, quali i capolavori di Canaletto, Guardi e Bellotto. La raccolta ottocentesca è invece strettamente connessa alla storica attività dell'Accademia, ai cui maestri e allievi appartengono la gran parte dei dipinti esposti, fra i quali le superbe opere storiche e i ritratti romantici di Hayez. Non mancano tuttavia in questa sezione alcuni magistrali esempi della pittura realista del secondo Ottocento e di quella divisionista di primo Novecento, che trovano il loro naturale complemento nelle opere delle avanguardie italiane del ventesimo secolo, rappresentato in Pinacoteca, grazie alle collezioni Jesi e Vitali, dai capolavori di Carrà, Sironi, Morandi e De Pisis.


Sede

La Pinacoteca di Brera ha sede nell'omonimo palazzo milanese costruito su di un antico convento trecentesco dell'ordine degli Umiliati e successivamente utilizzato dai Gesuiti come sede scolastica. Il palazzo di Brera conobbe l'assetto attuale, imponente e solido, a partire dall'inizio del diciassettesimo secolo per opera dell'architetto Francesco Maria Ricchini, il cui intervento verrà ripreso a fine del diciottesimo dall'architetto Giuseppe Piermarini che progettò la sistemazione della biblioteca, il solenne portale e il completamento del cortile, al cui centro fu posta nel 1859 la statua bronzea di Napoleone, fusa su modello di Antonio Canova.


Bibliografia

Credits
Ginevra Menani De Veszelka, Francesca Gobbo, Scheda SIRBeC LDC/ COL 2011, 2014
Alessandra Vertechy - Cura redazionale e revisione testi per il web


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Ultimo aggiornamento: 2 marzo 2018 [cm]

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