Archivio del Comune di Bormio, Quaterni inquisitionum sorte primaverile 1614 9 giugno 1614

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Persone
Domenica Motta di Livigno
Procedimento giudiziario
Domenica Motta di Livigno contro Balserino Giuliani di Livigno, per ingiuria (9 giugno 1614; 5 giugno 1614; 10 settembre)

Balserino Giuliani, ritornato a Livigno dopo aver trascorso l'inverno in paesi forestieri esercitando verosimilmente la professione di ciabattino, si ammalò improvvisamente. Subito convocò Domenica Motta imponendole di recitare alcune formule di scongiuro. Essa, dopo che Balserino guarì dalla malattia, pretese che dichiarasse pubblicamente di considerarla donna onorata.

La revoca avvenne alla presenza del curato e di altri testi e fu redatta dal notaio Francesco Viviani. Il consiglio ridusse a un terzo, per l'avvenuta pace, la pena inflitta a Balserino per l'ingiuria rivolta a Domenica.

Havendo il magnifico signor podestà et signori officiali haut haviso de certe rize (1) fatte in Livigno, et essendo l'Officio rivato in Livigno come il solito etc. a mettere di novo locumtenente del magnifico signor podestà, insieme con li altri juradori etc. (2)

1614. Die jovis 9 mensis junii in Livigno.

[…] Eo die.

Coram ut supra cittatus comparuit Balsarinus Juliani Balsarini, (3) qui dedit securitatem solvendi si erraverit contra et adversus Dominicam uxorem Joannis Raizoni de Livigno. Et pro eo fideiussor fuit Dominicus filius quondam Pedrotini del Cusino de Livigno, obligando etc. Et sic deposuit: Essendo venuto da pochi giorni a casa sano et subito esser amalato, ho hauto cattiva intentione (4) verso detta Dominica, et l'ò fatta venir alla mia presentia et l'ò fatta dire che Dio et la Madonna me desse la mia sanitade. Et l'à ditto subito. Et poi me disse se haveva cattiva intentione verso lei. Et mi disse de sì. Lei disse che non doveva haver tal intentione, che era donna dabene, et habiamo fatto pace. Non volio dar altra testimonianza.

Eo die.

Coram ut supra cittata suprascripta Dominica, et dedit securitatem solvendi si erraverit contra et adversus suprascriptum Balsarinum. Et pro ea fideiussor Joannes Conforti del Raizon suus maritus, obligando etc. Et sic deposuit, videlicet: Essendo venuto det Balsarin dalli paiesi alieni, (5) è venuto da mi et disse che mio filiolo me haveva mandato a dire un secreto. Et da llì a 3 giorni, me mandò a domandare per sua moliere. Et io andai in casa sua et disse: Dio et la Madonna vi salvi! Et poi disse che cosa voleva, che me haveva mandato a domandare, et lui disse: Tuo filiolo vole che vadi dove è lui. Et poi disse: Te ho per una stria! Et mi disse che mentiva per la gola, sicome un ladro del honor mio. Et lui me fu adosso con li pugni et disse: Di' che Dio et la Madonna me dagia la sanità! Et io lo disse alla presentia de alcuni de quali non fa bisogno dirle, perché da lì a pochi giorni facessimo pace alla presentia del curato, in casa de Pedrot Viviano. Et ancora alla presentia de Bet del Pezo, (6) doi soi nepoti et molti altri et ser Francescho Viviano ha scritto la detta pace, fatta come me ha lasciata per donna de bene. Et ne ho tolto una notta, ch'è apresso di me in detto libro posta.

(1) "Risse, liti".

(2) Ogni anno, solitamente in giugno, il podestà e i reggenti si portavano in Livigno per ricevere il giuramento del nuovo tribunale, che veniva eletto da quella vicinanza per privilegio concesso dai duchi di Milano nel 1480. Il Tribunale di Livigno poteva giudicare soltanto nelle cause civili che non oltrepassassero, originariamente, le tre lire imperiali, somma che poi, nel corso dei secoli, fu di volta in volta aggiornata seguendo l'inflazione. I magistrati bormini si trattenevano in Livigno avviando i procedimenti penali e civili denunciati. Cf. St. Livigno, p. 74.

(3) Con ogni probabilità, discendente del Balsarino Giuliani bandito per stregoneria nel 1519 (cf. SB017).

(4) Nel contesto "sospetto".

(5) Con ogni probabilità esercitava la professione di ciabattino come la quasi totalità degli altri compaesani, e quindi trascorreva l'inverno in Lombardia o nei territori vicini, svolgendo la sua attività di ambulante. Il rientro in paese era previsto per l'inizio dell'estate, per dare una mano ai familiari nel periodo della fienagione e della mietitura.

(6) Sarà giustiziato per stregoneria nella caccia iniziata nel 1630.